REGGIO CALABRIA – “Siamo pronte, io e le mie compagne, a scendere in campo il 10 di gennaio. Abbiamo bisogno però di un sostegno concreto da parte di chi ce lo può dare, che vada oltre la semplice solidarietà“. Sara Borello, è il capitano in seconda dello Sporting Locri, la società di calcio a 5 femminile che ha annunciato la chiusura delle attività per minacce. Difensore e titolare da due anni, Sara, è a casa, a Taverna (Catanzaro), per trascorrere le festività con la famiglia dove il calcio è un comune denominatore (il fratello Giuseppe è una delle promesse delle giovanili del Crotone). Da giorni è in contatto telefonico costante con le compagne e la dirigenza dello Sporting Locri. “Ci sentiamo – dice – continuamente. È necessario, adesso, dopo le tante attestazioni di solidarietà, di cui siamo grati, che qualcuno rilevi la società e ci porti a concludere il campionato. La mia esperienza a Locri, con la società del presidente Armeni, è assolutamente positiva ed esaltante. Ci tengo a dire comunque – sottolinea Sara – che Locri è una città bellissima al di là di quello che chiunque possa pensare. Mi ci sono trovata benissimo e in due anni non ho avuto mai il minimo problema“.

L’APPELLO – Luci ed ombre. Due giorni dopo l’annuncio della società di calcio a 5 femminile di Locri “Sporting club” di ritirare la squadra dal campionato di serie A a causa delle minacce rivolte al presidente della società, Ferdinando Armeni, si fanno sempre più numerose le prese di posizione sulla vicenda da parte di una pluralità di soggetti, politici, sportivi e della società civile. Da un lato si moltiplicano le “luci”, e cioè gli attestati di solidarietà rivolti alla dirigenza della società e gli inviti a rivedere la decisione di ritirare la squadra dal campionato. Alla lunga lista oggi si sono aggiunti il sindato calciatori e l’olimpionica Valentina Vezzali. Ma accanto alle “luci” c’é anche qualche ombra e posizione improntata ad incertezza. É il caso, per esempio, della Lazio di di calcio a 5 femminile. “Domenica 10 gennaio – afferma in una dichiarazione il presidente della società capitolina, Valerio Piersigillinoi dobbiamo giocare a Locri, ma non sappiamo cosa fare. Stiamo chiamando in Divisione per conoscere nei dettagli la vicenda. Anche perchè, come sempre, noi dobbiamo organizzarci per andare in trasferta“. “Tuttavia – aggiunge significativamente Piersigilli – pur esprimendo la nostra solidarietà allo Sporting Locri Femminile Calcio a 5, noi abbiamo paura ad andare lì. Ho la responsabilità di tutelare 30 persone fra giocatrici, staff tecnico e dirigenza, per non parlare dei nostri tifosi. Spero si risolva al più presto la questione. Non è piacevole praticare uno sport, una passione, con un ambiente ed un clima intorno del genere. Una possibile soluzione? Fermiamo il campionato! Forse, in questo modo, si potrebbe provocare il giusto rumore…“.

I MESSAGGI – Solidarietà allo Sporting Club Locri, dunque, ma anche incertezze per un mondo, come quello del calcio a 5 femminile, che vive di puro sport, senza interessi di natura finanziaria o fini reconditi. Dopo l’annuncio del presidente federale Tavecchio, che intende portare la nazionale femminile a Locri, anche quella delle parlamentari-calciatrici si é detta pronta a giocare una partita a Locri “come modo – é detto in un comunicato – per sostenere tutte le donne costrette a fare sport in situazioni difficili“, mentre Valentina Vezzali, campionessa olimpica di fioretto e vicepresidente di Scelta civica, da parte sua esprime “sdegno e rabbia massimi, ma purtroppo non sorpresa per l’attacco subito dalla squadra femminile di calcio a 5 Sporting Locri“. Il coordinamento nazionale antimafia Riferimenti si é detto “pronto a rilevare la società che il presidente Armeni ha annunciato di voler cedere a costo zero“. Intanto i carabinieri del Gruppo di Locri hanno redatto un’informativa di reato che é adesso al vaglio del pm di turno della Procura della Repubblica. Sarà il magistrato adesso a valutare se aprire un’inchiesta sulla vicenda per accertare i fatti e valutarne l’eventuale rilevanza sul piano penale, individuando eventuali responsabilità.

Fonte: www.tuttosport.com