Deborah Soragni, novarese nata a Borgomanero il 22 febbraio di 20 anni fa, inizia a giocare nel femminile nella Pombiese -serie C- 5 anni fa; nel 2012 passa alla Castellettese (serie D) e l’anno successivo approda al Romagnano, serie A2 la prima stagione, C nel successivo biennio. La scorso campionato, infine, il passaggio al Musiello Saluzzo.

Saluzzo, a pochi turni dalla fine della stagione, ha ottime chances di chiudere al 3°posto, confermando lo splendido risultato dello scorso anno. Come valuti questo campionato del Musiello?
“Quest’anno l’obiettivo era quello di migliorare il terzo posto raggiunto l’anno scorso. All’inizio siamo partite bene riuscendo a mettere anche in difficoltà il Cuneo, una delle squadre favorite a vincere il campionato. Qualche passo falso di troppo ci ha fatto perdere un po’ di terreno, ora che la distanza maturata dalle prime due in classifica è importante, stiamo lottando per mantenere il terzo posto. Non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, ma siamo comunque consapevoli delle nostre capacità”.

L’impressione è che in qualche fase della stagione si sia spenta improvvisamente la luce con qualche risultato negativo di troppo: cos’è successo esattamente? (senza dimenticare, naturalmente, le difficoltà dovute ad infortuni importanti). Poteva fare di più questo Saluzzo?
“Si è vero, in alcuni momenti della stagione abbiamo avuto cali importanti. Devo dire che gli infortuni quest’anno hanno sicuramente penalizzato il nostro percorso, inoltre in una partita in particolare anche gli episodi hanno influito. Nonostante tutto, però, ci siamo date da fare, abbiamo dato tutto per provare a rimanere in scia alle prime due della classe. Si, nonostante gli episodi e i singoli infortuni, mi sento di dire che potevamo certamente fare di più, perchè -come abbiamo dimostrato nella nostra recente storia- nel Musiello Saluzzo è il gruppo che fa la forza, e non il singolo giocatore”.

A livello personale che voto dai al tuo percorso in questo campionato?
“A livello personale quest’anno sono partita bene, poi però sono stata fermata dalla pubalgia per un periodo di due mesi e mezzo e questo ha indubbiamente influito sul mio contributo. Non sono stata molto fortunata. Vorrei riuscire a ritornare il punto di riferimento per le mie compagne, proprio come successo l’anno scorso”.

Avete dato dimostrazione -non solo in questo campionato- di quanto il collettivo possa fare la forza, avete regalato bel calcio e un esempio importante di grinta e volontà. Il Saluzzo, per il futuro, può permettersi di sognare la serie A?
“Credo proprio di si! Bisogna lavorare seriamente e con costanza, solo così si possono ottenere dei buoni risultati. Posso garantire, e lo abbiamo dimostrato, che a Saluzzo la voglia di lavorare non manca. Siamo un bel gruppo, anche se rappresentiamo una piccola realtà siamo pronte a crescere”.

Il tuo futuro lo vedi anche per il prossimo anno con la maglia del Musiello Saluzzo?
“Spero proprio di sì! Mi piacerebbe provare a vincere il campionato con la mia squadra, abbiamo tutte le carte in regola per poterlo fare in futuro”.

Infine una domanda di più ampio respiro: il calcio femminile -in Italia- non è considerato come succede in altri Paesi europei, per non parlare oltre continente. Qualcosa però pare muoversi in questi ultimi anni: che futuro vedi per il calcio femminile in Italia?
“Sono ottimista, lo vedo migliore: qualcosa si sta muovendo anche se è chiaro, allo stato attuale, ancora non possiamo competere con il calcio femminile europeo. Non solo a livello di organizzazione, ma proprio in termini di mentalità. Sono troppo avanti rispetto a noi, un livello superiore. All’estero le calciatrici sono professioniste, il calcio per loro è una professione oltre che ad una passione. Per noi, al momento, è solo passione, e questo implica naturalmente delle difficoltà”.