Martina Capelli talento nostrano classe 1992,è l’ esempio tanto entusiasmante quanto triste, di come spesso i nostri talenti debbano rifugiarsi all’ estero per ottenere la qualità che meritano. La giovane parmense doc è cresciuta nel vivaio della Reggiana arrivando ad esordire in Serie A e a giocarsi una Supercoppa Italiana contro la Torres, per poi approdare prima in Germania ed ora Spagna tra Espanyol e Huelva. Giovane, appassionata e mai doma, ci racconta la sua vita con un pallone tra i piedi ed una valigia sempre pronta.

Ciao Martina, grazie di aver accettato. Iniziamo: sei nativa del parmense, e sappiamo quanto tristemente il Parma Calcio abbia subito nell’ ultima stagione, qual’è il tuo pensiero sulla pesante crisi economica del settore?
Sicuramente la crisi ha pesato molto sul calcio italiano ma credo che con una gestione oculata ci si possano togliere lo stesso delle soddisfazioni. Per esempio alcune società maschili hanno ottenuto ottimi risultati chiudendo l’annata con bilanci positivi.

Cosa ti ha spinto a trasferirti in Spagna?
Prima di arrivare in Spagna stavo giocando in Germania. Ho giocato lí un anno e mezzo. A febbraio è arrivata la possibilità di giocare per una grande squadra spagnola e così ho firmato per l’ESPANYOL. Purtroppo la società a fine anno ha avuto qualche problema economico, così ho dovuto cambiare. Ho accettato quindi la chiamata dello SPORTING CLUB DE HUELVA, squadra che la scorsa stagione è stata campione di Spagna vincendo la Copa De la Reina.

L’ esperienza in Germania cosa ti ha lasciato caratterialmente e sportivamente?
Parlando calcisticamente, a livello europeo la Germania è sicuramente una nazione che punta molto sul calcio femminile, questo è visibile ad esempi dagli impianti sportivi, palestre, attrezzature che le società hanno a disposizione. È un calcio molto fisico e aggressivo. Queste sono qualità’ che mi porto dietro anche ora in Spagna, dove il calcio è diverso. E’ un gioco molto tecnico, possesso palla, si gioca veloce. In ogni nazione il calcio viene interpretato in maniera diversa e questa è la mia fortuna per diventare una giocatrice il più possibile completa.
Caratterialmente l’esperienza tedesca mi ha formato molto. La Germania è una terra ostica, indubbiamente! Se i tedeschi vogliono una cosa, la raggiungono!  Era la mia prima esperienza all’estero e non sapevo neanche una parola in tedesco. Ho dovuto mettermi in gioco. È stata un’esperienza che mi ha formato molto! In queste situazioni impari ad agire in prima persona, a prenderti le tue responsabilità perché nessuno può farlo al posto tuo.

Per caratteristiche di gioco a quale giocatore di calcio maschile ti paragoneresti?
Come stile di gioco posso assomigliare a Toni Kross, anche se lui è indubbiamente più forte! Un giocatore da cui ho imparato molto è Davide Grassi, che ora milita nel Rapid Bucarest.

In Italia,a Maggio vi è stato un caso di omofobia tra i dirigenti federali, in Spagna quale pensiero governa tali dinamiche?
Ho saputo della vicenda Belloli quado ero a Barcellona da alcune compagne di squadra perché la notizia era arrivata anche all’estero e la si poteva leggere su tutti i giornali. Mi sono quindi informata e ho cercato di capire cosa fosse successo. Penso che in Italia siamo ancora un po’ indietro rispetto ad altre nazioni, ma sono fiduciosa del lavoro e dello sforzo che stanno facendo le persone che lavorano all’interno dell’Associazione Italiana Calciatori, come Katia Serra, la quale mi ha spiegato quello che stava succedendo. Se si lavora tutti insieme si possono raggiungere grandi obbiettivi.

Quando potremmo rivederti in Italia?
All’estero c’è più possibilità di dedicarsi soprattutto al calcio, non ho ancora stabilito un rientro in Italia. Se dovesse arrivare un’offerta di una squadra con un bel progetto, potrei prenderla in considerazione, ma per ora mi interessa ancora rimanere all’estero dove fra l’altro ho la possibilità di imparare più lingue.

Calcio Femminile Italiano ringrazia Martina per la disponibilità e augura a lei e alla sua squadra un grande in bocca al lupo.