Vera Indino nasce come esterno sinistro di centrocampo, ma ha rivestito anche il ruolo di esterno di difensa e ha concluso la sua carriera calcistica come difensore centrale, fino a giungere al ruolo di allenatore alla Salento Women.
Inizia a giocare a calcio piccolissima, per strada. A 14 anni la prima squadra di calcio a 5 mista. Nel 1996, a 18 anni comincia a giocare a calcio a 11, nella ASD Deserto Este, Este (PD), società militante nel campionato Veneto di Serie C. Tornata a Lecce gioca nuovamente a calcio a 5 con l’attuale società a cui è legata dal 2000, anno in cui la Salento Women Soccer diventa una squadra di calcio a 11 che militerà per 3 anni nel campionato di serie C e poi sempre nel Campionato Nazionale di Serie B, tranne una brava parentesi in Serie A2 nell’anno 2008/2009.
Nel 2012 consegue il patentino di allenatore Uefa B. Ha rivestito il ruolo di allenatrice-giocatrice per 3 anni e l’anno scorso dopo 25 anni di calcio giocato ha deciso di smettere e di stare in panchina e far giocare la squadra.

Soddisfatta di come sta andando il campionato con la sua squadra?
Si, sono molto soddisfatta. All’inizio del campionato era difficile pensare che una squadra così giovane (età media: 19 anni) potesse riuscire ad ottenere i nostri ottimi risultati contro squadre più esperte e con calciatrici di buon livello.

Quanto è importante il ruolo dell’allenatore in una squadra? Se dovessi farne una percentuale?
Credo sia importante più nel calcio femminile che nel maschile. L’allenatrice dà le sue linee guida alla squadra che deve avere certezza quando scende in campo. L’allenatrice deve essere anche psicologa, fa anche da mamma, da amica, deve essere auterevole e motivare il gruppo e il singolo.

La passione per il calcio com’è nata?
Nata per la voglia di farsi notare da un papà anch’egli calciatore e comunque credo fosse innata dentro di me.

Difficile la scelta di smettere di giocare e iniziare ad allenare?
Smettere è stato difficilissimo anche perché sono ancor a in perfetta forma fisica. In 25 anni di calcio mi sono fermata solo nell’attesa dei miei 2 figli e sono tornata in campo dopo solo 3 mesi dal parto. Ancora oggi, prima di alcune partite avrei tanta voglia di indossare gli scarpini e scendere in campo. Vivere dalla panchina la partita è dura, l’adrenalina e la tensione ti rimangono addosso anche per 2 giorni, mentre giocando scarichi non appena senti il fischio dell’arbitro.

La vittoria da allenatrice con più soddisfazione?
La vittoria nella partita di spareggio per la permanenza in Serie B contro il Trani che abbiamo vinto per 1-0 fuoricasa e davanti a 2000 persone.

Com’è la vita di Vera quando non è sui campi da calcio?
Vera fuori dal campo è soprattutto una mamma, sono traduttrice e gestisco un negozio. Sono multitasking, come moltissime mamme che lavorano e con in più, la passione e l’impegno per la mia squadra.

In questa stagione la spunterà la Pink Bari o la Roma Calcio Femminile?Credo che sarà un testa a testa fino all’ultima giornata. La Roma ha forti individualità e tecnicamente è più forte, il Bari é una squadra più cinica e aggressiva e ha un ottimo allenatore che potrebbe fare la differenza.

Un grande ringraziamento all’allenatrice Vera Indino e alla società della Salento Women per la disponibilità dell’intervista. Auguriamo ad entrambi un grande in bocca al lupo per la stagione!