Quando “essere una squadra” diventa sinonimo di “essere un gruppo” – l’associazione delle due locuzioni non è così scontata come potrebbe sembrare – gli elementi che lo compongono sanno come essere un valore aggiunto sia all’interno che al di fuori del rettangolo di gioco. Protagonista di un ottimo campionato tra i pali la scorsa stagione in massima serie, in quest’avventura cadetta Giulia Reginato si è trovata a difendere la porta rossoblu in pressoché perfetto fifty-fifty con la compagna/rivale Sara Ferin. Nelle occasioni in cui è stata chiamata in causa sul campo, “Ciuki” ha contribuito in prima persona all’ottimo dato che vede la retroguardia Permac come la meno battuta del girone, ma anche quando ha osservato le proprie compagne da bordocampo la numero 1 non ha mai fatto mancare tutto il sostegno, la grinta e la verve che la contraddistinguono. A pochi giorni da un altro match molto importante, in chiave tattica e psicologica, come quello casalingo contro il Marcon, sentiamo da lei come in casa rossoblu si stanno “unendo i puntini” tra il successo di domenica scorsa a Padova e la prossima sfida in arrivo.

Contro la Virtus è arrivata l’attesa reazione sul campo dopo lo scivolone in Coppa, nonostante qualche brivido per gli episodi nel primo tempo.
Domenica siamo scese in campo per vincere e per riscattare la prestazione opaca contro l’Inter. Credo che i primi minuti, dove abbiamo spinto al massimo e creato tante occasioni, e la reazione corale del secondo tempo siano la base da cui partire per il prossimo match. Abbiamo visto quanto sia importante tenere sempre alta la concentrazione, in tutti i reparti e indipendentemente dalla posizione in classifica della squadra che affrontiamo.

Contro il Marcon, è in arrivo una sfida mai banale dal sapore di derby.
Ci stiamo allenando bene per arrivare preparate ad ogni match, compreso il derby con il Marcon. Dobbiamo anche far fronte all’infortunio di Francesca Manzon, ma credo che la nostra rosa abbia tutte le carte in regola per farlo al meglio.

Quest’anno tu e Sara Ferin vi state dividendo il compito di difendere la porta rossoblu. Come ti stimola e come vivi questa sana rivalità per il posto?
La cosa più difficile da gestire è la discontinuità nello scendere in campo, ma credo che sia io che Sara stiamo dimostrando le nostre qualità, facendoci trovare sempre pronte. La competizione invece non è difficile da gestire, perché è alla base dello sport e del ruolo di portiere.