Questo strumento consiste nello stabilire obiettivi a breve, medio e lungo termine, individuali di squadra  o  di società, che dovrebbero essere specifici (relativi ad un preciso evento sportivo), misurabili (che offrano un parametro con cui potersi confrontare), orientati all’azione (volti all’attivazione della persona verso comportamenti specifici e non generali: ad esempio nel calcio sarebbe corretto dire all’atleta “il prossimo allenamento dovrai realizzare 7 rigori su 10” anzichè “devi migliorare le realizzazioni dal dischetto”, realistici (non dovrebbero essere né troppo facili né troppo difficili altrimenti non migliora la performance) e accettati dall’atleta, dalla squadra e/o dalla società (condiviso dalle persone coinvolte atleti, allenatori e, in base al tipo di obiettivo, anche dalla società).

È importante, inoltre, distinguere tre tipi di obiettivi di:
– RISULTATO: volti a finalizzare i programmi di allenamento in vista degli impegni agonistici: ad esempio raggiungere il secondo posto nella classifica di un campionato. Questo tipo di obiettivo provoca un’eccessiva ansia poiché i fattori che determinano il raggiungimento del risultato non sono completamente sotto il controllo individuale dell’atleta o della squadra, ma dipendono anche da altre variabili incontrollabili come la prestazione conseguita dagli avversari.
– PROCESSO: basati su specifiche azioni, sequenze motorie e tecniche che l’atleta deve eseguire per ottenere la prestazione eccellente ossia ciò che è necessario fare per raggiungere una determinata prestazione o uno specifico risultato: per esempio quando l’allenatore richiede di riproporre gli schemi appresi in allenamento durante il calcio d’angolo.
– PERFORMANCE: focalizzarsi sul raggiungimento di uno standard personale elevato d’azione. È indipendente da ciò che fanno gli avversari, è maggiormente sotto il controllo dell’atleta o squadra e si basa sul controllo con se stessi. Ad esempio quando l’allenatore chiede alla propria squadra di aumentare la percentuale di tiri in porta in partita.

Il Goal Setting è un utile strumento per migliorare la performance, rendere l’allenamento meno noioso e più stimolante, aumentare la motivazione e la concentrazione, accrescere l’autostima e la fiducia in se stessi.
L’obiettivo è influenzato da numerosi fattori tra cui l’importanza attribuita al raggiungimento di esso, la complessità del compito, il livello di soddisfazione e dell’autoefficacia percepita. Per il raggiungimento degli obiettivi occorre il supporto di strategie e metodi per tradurli in specifici piani operativi, garantiti da un constante monitoraggio di essi. Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché permette all’atleta o alla squadra di conoscere l’andamento rispetto all’obiettivo stabilito, ed eventualmente, correggere o modificare le strategie fino ad allora utilizzate.
Lo Psicologo dello Sport oltre a stabilire con l’atleta obiettivi prettamente psicologici come la  gestione dell’ansia pre-gara, la motivazione ecc. può facilitare, attraverso diversi metodi, la condivisione di obiettivi tecnici, tattici o prefissati dalla società, tra gli atleti e lo staff.

Cavallone Monica
Psicologa e consulente in Psicologia dello Sport
collaboratrice di Mente & Sport – www.mentesport.net