Photo Credit: Federico Fenzi

L’H&D Chievo Women si sta avvicinando, a grandi passi, alla sfida della ventiquattresima giornata di Serie B, dove le clivensi ospiteranno domenica il Brescia. Le ragazze di Giacomo Venturi, che si trovano al sesto posto con quarantun punti, hanno molta voglia di riscatto, dato che le gialloblù in questo girone di ritorno hanno totalizzato nove punti in otto partite, in particolar modo da Heden Corrado, difensore classe ‘02 ex Roma, Res Roma e Napoli, e arrivata quest’anno in terra scaligera. La nostra Redazione ha raggiunto Heden per risponderci ad alcune domande.

Heden cosa vuol dire per te il calcio?
«Fin da piccola è sempre stato il mio mondo, e non sono mai stata capace di farne a meno».

Perché hai scelto di giocare a pallone?
«Perché in famiglia era, è, e sarà sempre una passione in comune, con mio papà e mio fratello più grande giocavo sempre. Sono stati loro a mettermi la prima palla in mano quando sono nata».

Come hai scoperto di essere un difensore?
«Beh, direi che ancora per mio papà e mio fratello, anche loro difensori e per gli allenatori che ho avuto in passato, dopo un mio iniziale impiego a centrocampo. Diciamo che, provando ad arretrare, credo di aver trovato la mia dimensione».

Com’è partita la tua avventura nel mondo del calcio?
«Accompagnando mio fratello ai suoi allenamenti presso la Sansa FC, avevo circa sette/otto anni, e un allenatore mi vide palleggiare con lui e mi chiese di unirmi al gruppo di tutti maschi. Da lì in poi non ho più smesso di correre dietro al pallone».

Tu hai giocato con la Res Roma e AS Roma. Che effetto hanno fatto per te giocare per queste due divise?
«Si, sono state le prime due squadre femminili in cui ho militato, entrambe giallorosse e nella mia città. Direi il massimo dell’emozione e dell’orgoglio per una ragazzina di appena tredici e sedici anni. Alla Res si respirava un’aria familiare, eravamo una grande famiglia: un club che ha fatto la storia del calcio femminile in passato, e che non ha bisogno di presentazioni. Con l’entrata della Roma nel femminile ho cominciato a respirare un’aria di professionismo che, man mano, si sta evolvendo sempre più e che, in questi ultimi anni, ha fatto dei grandi progressi a livello di club e risultati».

Quali sono le partite, in cui hai giocato con Res Roma e AS Roma, che ti piacerebbe ricordare di più?
«Sicuramente con la Res Roma mi piace ricordare l’esordio in Serie A e la vittoria degli scudetti Primavera. Con la Roma ricordo piacevolmente l’esordio con la maglia, la vittoria della Coppa Italia e, ancora, la vittoria degli scudetti Primavera sempre con Melillo».

Passiamo al presente che dice Chievo Women. Cosa ti ha portato a vestire questa maglia?
«Negli anni precedenti, dopo avvii di stagione soddisfacenti, ho avuto vari infortuni che non mi hanno fatto stare bene fisicamente. Perciò avevo bisogno di ritrovare minutaggio, continuità e fiducia. La società clivense ha fatto al caso mio».

Attualmente il campionato recita sesto posto dopo ventitré gare di Serie B. Come giudichi l’attuale piazzamento della tua squadra?
«Considerando l’exploit iniziale, la posizione attuale ci va un po’ stretta, quindi dobbiamo continuare a lavorare».

Delle partite affrontate col Chievo in questa stagione, qual è quella che ti ha dato soddisfazioni? E quella che ti verrebbe voglia di rigiocare?
«Penso che ogni partita ti lascia sempre qualcosa, ognuna ha qualcosa di unico. Nonostante ciò, la partita che mi ha dato maggior soddisfazione è stata la vittoria contro il Sassuolo in Coppa Italia che ci ha permesso di arrivare ai quarti. Mi piacerebbe giocare di nuovo contro la Juventus proprio i quarti, perché si impara sempre dai migliori».

La Serie B è rimasta ferma per le vacanze pasquali. Quanto è fondamentale questa sosta?
«La sosta credo sia stata fondamentale per recuperare le energie in vista di questo rush finale. Ha anche permesso di rimettere in sesto qualche acciacco e infortunio che avevamo».

Anche perché il girone di ritorno non è stato molto positivo, visto che sono arrivati solamente nove punti in otto gare…
«Sì, purtroppo abbiamo lasciato dei punti importanti per strada, e non sono state le nostre prestazioni migliori».

Il campionato sta per tornare e il Chievo ospiterà il Brescia. Questa partita può essere, per la squadra, la gara del riscatto?
«Sicuramente. Non sarà semplice, perché il Brescia è una bella squadra, ma noi ce la metteremo tutta. Dobbiamo ritrovare morale e fiducia per quest’ultimo pezzo di campionato».

Tuttavia, il Chievo ha fatto la storia in Coppa Italia quest’anno, poiché ha centrato i quarti di finale, dove è uscito a testa alta contro la Juventus. Ti aspettavi di vedere te e le tue compagne tra le prime otto di questa manifestazione?
«Sinceramente non ho mai pensato alle otto squadre finali, abbiamo giocato partita per partita e questo è il risultato che abbiamo ottenuto. Il massimo. Come dico sempre, non ci diamo limiti. Abbiamo espresso un bel gioco, e lo considero un grande punto di partenza perché, in genere, tra le prime otto troviamo solamente squadre di Serie A mentre, noi, siamo state l’unica realtà di Serie B».

Che impressioni hai sulla Serie B di quest’anno?
«Penso che sia un campionato che è cresciuto moltissimo, di alto livello dove troviamo equilibrio, e ogni squadra dice la sua».

Qual è la squadra del torneo cadetto che ti ha colpito di più?
«Sicuramente le squadre che occupano la parte alta della classifica perché ognuna si è fatta conoscere per qualcosa. Ma credo che il Chievo non sia da meno, visto che abbiamo dato del filo da torcere a tutti e siamo stati, per gran parte del torneo, la miglior difesa».

Tra le formazioni presenti in B c’è anche il Napoli Femminile, club di cui ne hai fatto parte lo scorso anno in Serie A. Cosa ti ha dato la maglia delle partenopee?
«Si, la retrocessione è una cosa che mi è dispiaciuta molto, a maggior ragione perché negli ultimi tre mesi non ho potuto contribuire a livello pratico. È una maglia che si vive con passione, l’amore e il calore che ti trasmettono tutti i napoletani».

Tu, in passato, hai vestito la maglia della Nazionale tramite le giovanili. Cosa è stato, per te, vestire la maglia azzurra? Credi che, prima o poi, riuscirai anche a far parte della selezione maggiore?
«Dall’Under 15 fino all’Under 23 non ho mai smesso di indossare questi colori. È sempre un’emozione e un orgoglio poter rappresentare la mia nazione, e confrontarmi con altri talenti. Lavoro con impegno e dedizione per cercare di arrivarci. Credo sia un sogno di tutte le persone che giocano».

Il professionismo ha dato una mano a rendere migliore il calcio femminile italiano?
«Sicuramente l’entrata del professionismo ha dato una spinta in più. Ora ci sono molte più persone appassionate che seguono il femminile. In più in Serie A viene riconosciuto come un vero e proprio lavoro».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«Molto tranquilla, mi piace spendere il mio tempo facendo cose che mi piacciono e rilassano».

Che sogni vorresti realizzare quest’anno?
«Mi piacerebbe terminare la stagione in corso nel miglior modo possibile e tornare, prima o poi, a giocare in Serie A».

Che messaggio vuoi dire alle tue compagne del Chievo in vista della ripresa del campionato?
«Di crederci fino all’ultimo e di non mollare più niente in questo rush finale, di lottare ancora una volta tutte insieme».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’H&D Chievo Women e Heden Corrado per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.