Nel prossimo torneo di Eccellenza abruzzese uno dei team iscritti per il torneo dilettantistico femminile è L’Aquila. Il club rossoblù presieduto da Stefano Marrelli, ed allenato da Fabrizio Di Marco, vede al suo primo anno Valeria Sanniti, estremo difensore diciassettenne di belle speranze di Avezzano. Abbiamo raggiunto il portiere della formazione abruzzese per qualche battuta sulla sua nuova squadra.

Valeria sie giovanissima quali esperienze hai maturato prima di questa stagione?
“Prima di arrivare qui all’Aquila ho maturato 2 esperienze: Un anno all’Avezzano, in Eccellenza, e un anno alle Free Girls, in Serie C. Se devo essere sincera quando ero piccola non impazzivo per lo sport in generale Capitava di giocare con i miei fratelli nel cortile di casa o andavo a vedere le loro partite, così mi sono iniziata ad avvicinare anche io al mondo del calcio, piano piano ho iniziato a vedere le partite in tv”. Un giorno, poi, una mia amica mi propose di andare insieme a provare in una scuola calcio che aveva anche il settore femminile. Da lì iniziai a giocare e ad appassionarmi”.

Quando hai scelto di giocare tra i pali e cosa provi ad interpretare questo ruolo?
“Quando provai per la prima il campionato era già finito e si stavano facendo gli ultimi allenamenti prima della pausa estiva. A questi ultimi allenamenti partecipammo io e la mia amica e lì mi misero prima punta. Poi finita la pausa estiva partecipai al primo raduno dell’ Avezzano e mi presentai come attaccante, però non avevo molta resistenza e tecnica come altre compagne, perciò il mister iniziò a mettermi in diversi ruoli,. Durante gli allenamenti mi soffermavo a guardare il portiere e spesso immaginavo di provare a fermare il tiro. Così iniziai a sentirmi attratta da quel ruolo, tanto bello quanto maledetto. Il mister, vedendo la mia voglia di stare tra i pali. mi propose di provare e accettai iniziando così a giocare come portiere. Interpretare un ruolo del genere comporta molta responsabilità e coscienza di se stessi, non puoi permetterti di sbagliare perché sennò ci rimette tutta la squadra per un tuo errore, quindi devi cercare sempre di rimanere concentrato sulla partita, capire i tempi di intervento. Quando ti trovi tra i pali e pari un tiro decisivo, o un rigore, ti senti il cuore esplodere, però non hai nemmeno 5 secondi per esultare perché la partita continua finché la palla non esce dal rettangolo di gioco e qui ritorni subito nell’ombra”.

Nello scorso campionato per te l’esperienza in Serie C, come è andata?
“Nello scorso campionato io ho giocato nelle Free Girls, è stata una stagione un poì travagliata terminata a causa Covid. Sinceramente non sono molto soddisfatta della mia stagione poiché ho giocato poco. Se c’è una cosa che ricorderò per sempre è il mio preparatore dei portieri, grazie a lui in otto mesi sono cresciuta veramente tanto, è grazie a lui se oggi scendendo in campo con una tranquillità unica. Non lo ringrazierò mai abbastanza e voglio iniziare a migliorare per poter diventare un portiere con la p maiuscola”.

Comtenta del passaggio con questa nuova casacca?
“Si vede che è una realtà ben diversa da tutte le altre, c’è molta passione e serietà all’interno, penso soprattutto per la sua particolarità di essere gestita dai tifosi Penso di potermi togliere molte soddisfazioni e di poter migliorarmi. Il prossimo campionato lo stiamo preparando già da quando abbiamo iniziato la preparazione atletica. Vogliamo puntare a vincere almeno qualcosa, perché pensiamo di avere le carte in tavola per giocarcela con tutte le altre squadre del campionato. Non ci sentiamo inferiori e siamo tutte entusiaste di poter tornare in campo e dare il meglio di noi a divertirci e a metterci il 200% di noi in ogni partita. Siamo cariche e non vediamo l’ora di poter tornare in campo a cercare di vincere ogni partita, tutte insieme”.

Come sta crescendo il calcio femminile in Abruzzo?
“Il calcio femminile sta crescendo molto anche in Abruzzo, vedo tante ragazze avvicinarsi al calcio e sono veramente felice di questa cosa. Prima si vedeva raramente una bambina giocare con i ragazzi o fare allenamento insieme, perchè per le ragazze non c’erano abbastanza persone per fare una squadra o un campionato. Oggi c’è questa possibilità e anche le ragazze possono avere il loro momento di gloria in partita e non solo in allenamento. Da quando l’anno scorso hanno mostrato il Mondiale in tv si è aperta un’altra realtà, che c’è sempre stata anche se più in ombra. Ora siamo più libere di praticare lo sport che si vuole e che piace, senza particolari limitazioni”.

Come valuti il livello del campionato di Eccellenza abruzzese?
“Sinceramente penso che sia abbastanza buono, nonostante ci siano poche squadre in campionato. Ad esempio l’Avezzano non si è riscritta e perdiamo una società che per qualche anno c’è sempre stata qui in Abruzzo. Comunque quest’anno dovrebbe esserci un campionato abbastanza interessante vista la possibilità che le squadre di Abruzzo e Molise vengano unite a quelle delle Marche”.

Quale è il tuo momento più bello legato a questo sport?
“Ho tre gare che custodisco nel mio cuore più di tutto il resto. Il primo si riconduce alla partita che io abbia mai vinto con l’Avezzano, contro l’ Aeternum Pescara. La ricordo molto bene perché in quella partita feci parate e uscite decisive per l’esito finale. Oggi mi fa sorridere ripensare a quella partita perché ricordo l’ansia che avevo ed era veramente tanta e mi ricordo anche che dopo ogni uscita con il pallone tra le mani tendevo sempre a guardare l’arbitro per paura che concedesse un rigore. Un’altra partita che giocai veramente bene fu il mio primo derby in casa contro L’Unione Aquilana, terminata 0 – 0 dove con un paio di interventi salvai il risultato. L’ultima è con le Free Girls contro l’ Aprilia. Ricordo di aver intuito bene il lato del tiro sul rigore che decise la sfida, palla purtroppo molto angolata che perciò non riuscì a parare. Non fosse stato per il risultato probabilmente la ricorderei come la miglior partita che io abbia mai giocato fino ad oggi”.

Per te anche un Torneo delle Regioni disputato, che esperienza è stata?
“Esperienza favolosa Ricordo che ci eravamo tutte perché il mister doveva darci le ultime indicazioni prima di andare a fare la partita. Ci disse le formazioni e decise di far scendere me in campo tra i pali, cosa inaspettata. Mi vennero gli occhi lucidi e una volta che il mister ci lasciò libere prima di andare a giocare, io andai in stanza e scoppiai in lacrime dalla gioia, poco dopo venne l’altro portiere ad abbracciarmi e a parlarmi un po’. Dopo essermi ripresa chiamai a casa e quando lo dissi alla mia famiglia mi fecero i compimenti e mi dissero che ci sarebbero stati anche loro alla partita e che erano fieri di me, soprattutto i miei fratelli, che mi inviarono un messaggio poco dopo dove mi incoraggiarono a dare il meglio di me. Noi non siamo quei tipi di fratelli che si dicono sempre ti voglio bene o quando ci salutiamo ci abbracciamo, Proprio per questo ogni volta che ci abbracciamo e che ci dimostriamo l’affetto che abbiamo l’uno per l’altra è speciale ed unico almeno per me”.