In Inghilterra, è stata lanciata una campagna che ha lo scopo di incoraggiare l’aumento delle presenze di donne nella governance delle istituzioni sportive, che attualmente, considerando i paesi del Regno Unito, corrisponde al 30%. Tale quota è in linea con il codice che disciplina questi istituti, ma enti come la Football Association, la Rugby Football Union, e la Cricket Board, rischiano di perdere le sovvenzioni del governo, perchè non raggiungono tale percentuale.
Lunedì, la FA ha approvato all’unanimità una serie di riforme per la sua corporate governance, compresa la riduzione di dieci membri, stabilendo l’ingresso di tre membri di sesso femminile entro il 2018. A novembre, Kelly Simmons, dirigente della FA, aveva dichiarato: “E’ ben documentato che Heather Rabbatts è l’unica donna  presente nell’elenco dei membri, ma c’è la volontà di aumentare la presenza di sesso femminile il prima possibile, perché è la cosa giusta fare. Abbiamo anche bisogno di preparare talenti, che possano assumere ruoli di leadership nel settore sportivo in futuro “.
Trentatré dei sessantotto organi di sport che ricevono fondi,  ancora non raggiungono l’obiettivo del 30%, con associazioni del calibro della Rugby Football League e la British Paralympic Association a rischio, considerando che il numero di donne che lavorano in questi istituti sono in calo del 6% rispetto al 2014.
Ruth Holdaway, CEO di donne nello sport, ha dichiarato: “Il settore dello sport ora capisce chiaramente la propria responsabilità verso il pubblico che finanzia. Lo sport britannico capisce anche che la diversità di genere a livello di leadership è positivo per il business”.
Di conseguenza, le donne nello sport chiedono di superarlo l’obiettivo del 30% per la diversità di genere nei consigli, e attuare un cambiamento più ampio, per incoraggiare le donne nel business dello sport, e per sostenere il loro sviluppo.
Al fine di sostenere l’industria e consentire che i progressi si concretizzino, “donne nello sport” ha emesso una  c.d. “Manuale per il cambiamento”, con tanto di raccomandazioni per tutti gli istituti  d’Inghilterra e del Galles, per aiutarli ad affrontare la disuguaglianza di genere. Ecco alcuni punti:
– sviluppare una strategia di assunzione di talenti  e conservarli in modo efficace;
– promuovere una vasta gamma di pratiche di lavoro flessibili, con l’obiettivo primario di attirare e trattenere più donne nell’organizzazione, per il  beneficio di tutti;
– coinvolgere uomini e donne per raggiungere l’obiettivo condiviso della parità di genere. Evitando gli stereotipi di genere che limitano le donne a certi ruoli, e le escludono dagli altri;
– modernizzare le strutture e le pratiche organizzative, per consentire a più donne di raggiungere l’apice delle organizzazioni stesse. Questo include il fatto di riconsiderare le elezioni rigide da parte di alcuni organi, con prevalenza di sesso maschile, che in pratica, hanno l’effetto di escludere alcune donne dalla possibilità di essere elette.
Il CEO di Sport UK, Liz Nicholl, ha commentato: “Come ente sportivo della nazione, UK Sport sostiene pienamente la campagna di oltre il 30% di donne nello sport.  Siamo lieti di vedere che questo sta cominciando ad essere realizzato in tutto il nostro settore, ma sappiamo che si potrebbe e si dovrebbe fare di più”.