Credit: Federico Fenzi

Nelle ore scorse in casa Fiorentina a parlare è stata Alice Tortelli, difensore e capitano classe ’98 della formazione viola guidata da Patrizia Panico, che ha dichiarato:

Abbiamo fatto molti passi avanti nella nostra cultura ma quando accadono questi eventi ci dobbiamo fermare a riflettere. Non capiamo alle volte quanto siamo fortunate, esistono mondi lontani dove c’è una sofferenza che forse nemmeno possiamo immaginarci. Le piccole cose di cui ci lamentiamo non sono reali”. In cosa però possiamo migliorare? “Nella nostra realtà le donne hanno una considerazione molto migliore, nel nostro piccolo la Fiorentina Femminile ha tutto quello che le serve e che la dirigenza dà alla squadra maschile. Allargando un po’ lo sguardo nel mondo del calcio, vedo comunque poca meritocrazia e credo che invece dovrebbe essere la discriminante. Penso che sul lavoro non esista genere e questo vale per allenatori, dirigenti, addetti ai lavori: o sai o non sai. E se meriti, donna o uomo che sia, allora devi ricoprire quel ruolo.
Ho iniziato a San Marcellino e nel 2023 sarò nel padiglione femminile. È un cambio incredibile. Nel calcio femminile c’è molto più attaccamento alla città e alla maglia, come vedi sono tornate a Firenze anche giocatrici tipo Parisi ed Agard perché la verità è che qui si sta bene. È fattibile ma dipende da come lavoreremo. Cosa serve per realizzarlo? La fame. Per me non è stato semplice e ho trovato una strada più in discesa rispetto a chi mi ha preceduta. La verità è che ero affamata e volevo veramente diventare calciatrice. Le giovani d’oggi non devono pensare che un’opera come il Viola Park sia scontata: loro non sono mai state viste come “la bambina che gioca a calcio”, non hanno mai avuto solo due o tre squadre che le accettassero. Adesso è tutto più semplice, la Fiorentina ha dato loro un futuro, ma quel qualcosa in più va messo in campo.
Ognuno è artefice del proprio destino
. Ho un tatuaggio proprio con questa frase. Credo che ognuno di noi debba scegliere le tappe del proprio viaggio, nel 2023 e anche più avanti.  Nel 2023 vogliamo riconfermaci. Abbiamo giocato una buona prima fase, la concorrenza è altissima e non sarà facile ma dobbiamo provarci. Noi apparteniamo alle zone alte della classifica e vogliamo dimostrarlo. È questo il mio obiettivo ma posso dire che sia lo stesso di tutta la squadra. Con la passione che mi muove e con la meta che abbiamo: dimostrare a noi stesse, alle altre squadre e ai tifosi che possiamo essere la Fiorentina che vince. Al di là del calcio ho tante passioni, mi piacciono le culture intense come quelle del Sud Est asiatico, del Centro America. Un progetto ancora irrealizzato è fare volontariato in Africa. Non ha mai combaciato con il calendario di una calciatrice, ma un giorno potrebbe essere un’altra pagina del mio libro. Sono al terzo anno di Ingegneria Biomedica. È un percorso di sei anni che ho iniziato quando l’idea del professionismo era ancora lontana. Volevo crearmi una carriera parallela in caso avessi dovuto smettere di giocare. La scintilla è stato un documentario sulle protesi e casualmente nel mio anno di immatricolazione c’era questo nuovo corso a Firenze. Coincidenze incredibili. Per adesso sono una calciatrice e questo è il mio mestiere. Ho la possibilità di arricchirmi culturalmente e non me la faccio sfuggire, in futuro staremo a vedere”.