Quattro chiacchiere con Greta Ponte, attaccante del Cittadella Women, ritornata in campo nell’ultima gara di campionato.

Ciao Greta come stai? Finite le quarantene e gli acciacchi muscolari?
Dopo essere rientrata finalmente in campo, posso dire decisamente “sto bene!”. Sono stati due mesi abbastanza difficili per me dal punto di vista calcistico a causa della quarantena
e dell’infortunio che mi hanno tenuta lontano dal campo, ma ho ripreso ad allenarmi con tutto il gruppo e a riassaporare il clima di squadra al 100% e di questo sono felicissima. Però ho in programma qualche rituale arcaico e qualche pellegrinaggio per togliermi definitivamente la sfiga che ho avuto in questo ultimo periodo.

Quanto eri felice al tuo rientro domenica contro la Lazio?
Domenica è stato per me come prendere una boccata d’aria fresca dopo troppo tempo passato al chiuso. Sono stata davvero felice di poter tornare in campo e poter giocare, far fatica e divertirmi assieme alla squadra, e di essere riuscite assieme a fare un buon risultato contro una squadra tosta e completa come la Lazio. Sembrerà una frase fatta, ma a questo proposito devo anche ringraziare davvero tutta la squadra e lo staff che mi hanno seguito e mi hanno sostenuto in tutto questo tempo; sono riusciti a farmi sentire sempre parte del gruppo e a spronarmi in ogni momento.

Aspettiamo la nostra bomber, raccontaci il tuo gol più bello e quello più difficile!
Devo essere sincera, non ho mai pensato al mio gol più bello o difficile fino ad ora, ma credo che quello più bello per me sia quello di quest’anno contro la Riozzese. L’ho rivisto un po’ di volte e ancora mi chiedo cosa mi sia passato per la mente quando ho deciso di tirare da così lontano; so solo che quando mi sono ritrovata il pallone tra i piedi, ho alzato lo sguardo e, non vedendo compagne vicine a me per iniziare l’azione, d’istinto ho calciato in porta e beh… è andata bene!
Pensandoci bene anche il gol più difficile è di questa stagione ed è il rigore contro il Chievo Verona nei minuti di recupero. Lo reputo il più difficile perché altre volte mi sono ritrovata a battere un calcio di rigore sbagliandolo, e riprovarci, avendo anche la responsabilità di far vincere o perdere una partita, per me non è stata una vera e propria passeggiata.

Quanto è importante lo sport nella tua vita?
Lo sport occupa una grandissima parte della mia vita e lo reputo fondamentale. È un ambiente pieno di valori, che permette di crescere, di confrontarsi con sé stessi e con gli altri, di imparare a vincere e perdere. Ed è anche per questo che, oltre a giocare a calcio, ho scelto di studiare scienze motorie all’università e di continuare il percorso di studi facendo la magistrale.

Siete un gruppo molto affiatato e tu sei sempre sorridente anche nei momenti più duri. Raccontaci qualche scherzo divertente che vi siete scambiate tra compagne.
A dire la verità non ricordo di scherzi eclatanti, a parte i soliti scherzetti da spogliatoio come magiche sparizioni di indumenti o cambiamenti di temperatura dell’acqua della doccia che tutti prima o poi hanno sperimentato in uno spogliatoio. Una” tradizione” invece divertente che facciamo con i nuovi ingressi in squadra è la prova delle loro doti canore, sostanzialmente con una esibizione di karaoke. Devo dire che riesce a sciogliere un po’ il ghiaccio e a creare un bell’ambiente sereno, ovviamente non senza un leggero imbarazzo per chi, come me, è un pochino stonato.