Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Antonella Carta, ex calciatrice che durante la sua carriera ha vissuto tante gare importanti con la maglia della Nazionale italiana che apre la sua chiacchierata sull’Europeo alle porte:
Si riparte con gli Europei, so cosa significa e cosa si prova in queste occasioni”.

Per la Carta l’Azzurro è di famiglia avendo vestito la casacca della Nazionale 120 volte con 31 marcature all’attivo:
“Di manifestazioni come queste ne ho disputate ben 7 arrivando 2 volte in finale, con il premio di miglior centrocampista europea.
Si tratta di un prestigioso appuntamento per mettersi in mostra e dare a tutto il movimento la visibilità che merita. Spero che la Nazionale dia il meglio di se stessa regalandoci emozioni ancora più forti del Mondiale”.


L’ex calciatrice con 6 scudetti e 7 Coppe Italia in bacheca sul percorso inglese di Sara Gama e compagne ammette:
“Il girone sembra difficile anche se niente è impossibile. Non bisogna pensare di essere superiori o inferiori ma bisogna sempre avere rispetto degli avversari. Per capire se siamo competitive servono questo tipo di gare, sono particolarmente ottimista perchè vedo  ragazze motivate, cariche, mature ed orgogliose di vestire questa maglia. Sarà un’ occasione importante per il nostro movimento che può appagare la delusione del maschile”.
La manifestazione in Inghilterra arriva dopo il consenso in ascesa verso il calcio femminile sul quale la classe ’67 sarda sottolinea:
“La gente si sta innamorando del lato femminile di questo sport e della Nazionale.
Mi fa piacere che se ne parli come meritano queste ragazze ricordando che ai miei tempi, senza social, le partite erano comunque trasmesse in RAI. Il calcio femminile sta crescendo sempre di più basti pensare all’obbligo dei settori giovanili femminili che aiuta a poter lavorare e a costruire il futuro di questo sport”.

La Carta, inserita a maggio nella Hall of Fame del calcio italiano, sul professionismo raggiunto chiosa:
“Finalmente si è raggiunto quell’obiettivo tanto rincorso che ripaga tanti i sacrifici fatti. Il professionismo cambierà un po’ la vita alle calciatrici con la stabilità economica, un futuro garantito e delle sicurezze sui fini pensionistici. Per me e tante ex calciatrici vuol dire tanto viste le nostre battaglie nel passato con poche certezze alla fine di ogni stagione”.
L’ex calciatrice, in campo ai massimi livelli tra gli anni ’80 e ’90, non chiude alle tante calciatrici spesso straniere in Serie A:
“Apro all’arrivo delle straniere ma fisserei un numero massimo per ogni squadra. Ricordo che ai miei tempi erano solo 3’o 4 ma capaci di fare la differenza. Loro alzavano il livello di squadra e allo stesso tempo c’era la possibilità per le giovani leve di poter giocare con i propri club t fare più esperienza e magari arrivare in Nazionale”.