La stagione 2021 di W-League è iniziata, e questa sembrerebbe una frase perfettamente normale, in qualsiasi altro anno non avrebbe avuto un peso particolare. Ma il 2020 non è stato affatto “un altro anno”.

Negli ultimi mesi, centinaia di persone in tutto il calcio australiano hanno lavorato instancabilmente per far sì che la W-League prendesse il via prima della fine dell’anno, anche se due giorni dopo il previsto, il 29 Dicembre. Questa è l’estenuante realtà del calcio in un mondo colpito da questa pandemia.

Ma la W-League lo sapeva già. Dopo tutto, è stata una delle prime leghe sportive al mondo a rispondere alla pandemia quando è emersa a marzo. La finale del 2019-20 si è giocata a porte chiuse, con i festeggiamenti del campionato nella città di Melbourne sospesi. È stata un’anteprima del nudo paesaggio sonoro che ha accompagnato lo sport dal vivo per il resto dell’anno.

Nei nove mesi trascorsi da quel tranquillo pomeriggio di Melbourne, molto è cambiato nel calcio femminile australiano. Le Matildas si sono qualificate per le Olimpiadi di Tokyo. L’Australia e la Nuova Zelanda hanno vinto i diritti per ospitare la Coppa del Mondo femminile del 2023. Alcune delle migliori giocatrici del Paese hanno firmato contratti con alcune delle più grandi squadre di calcio d’Europa. E la W-League è stata tutt’altro che “slegata” dall’organo di governo nazionale, mettendo il gioco professionistico sulla strada di quello che era stato promesso, verso un futuro più luminoso e più sostenibile. Il calcio femminile in Australia è stato una delle rare “belle storie” che si sono sentite nel corso dell’anno.

E il fatto che la W-League abbia preso il via martedì, con tutto quello che è successo quest’anno, riflette questa profonda capacità di resistenza di questo campionato.

È questa resistenza che vedrà una generazione completamente nuova di giovani australiane farsi avanti per colmare il vuoto creato dall’allontanamento di alcuni volti familiari dalla competizione, tra cui Sam Kerr, Caitlin Foord, Ellie Carpenter, Kyah Simon. Mentre l’esodo delle giocatrici senior verso l’Europa ha causato dubbi sulla qualità e sulle possibilità commerciali della W-League, questa è la stagione nella quale – proprio come una decina di anni fa – bisognerà creare le Kerrs, le Foord, le Carpenters e le Simons del futuro.

Credit Photo: Football Federation Australia