Portiere perché non le piaceva correre, Lola Gallardo è la capitana dell’Atlético Madrid, la sua squadra del cuore a cui è legata da undici stagioni. Le sue parate ai calci di rigore della finale di Coppa 2023 sono state fondamentali per vincere il titolo contro il Real Madrid. E stasera andrà in scena il derby in occasione della 27a giornata di Liga F, una partita chiave per la squadra biancorossa nella sua lotta per il terzo posto. Intervistata dai microfoni del quotidiano spagnolo AS, Gallardo ha raccontato la settimana di avvicinamento al derby di Madrid e ha analizzato la sua stagione fin ad oggi.

Come è andata la settimana di allenamento?

“Molto bene, la squadra conosce l’importanza di queste quattro partite che ci restano per raggiungere l’obiettivo, la gente ha tanta voglia di raggiungerlo e tutto dipende dalla vittoria di sabato”.

Ci è voluto un po’ per battere Costa Adeje Tenerife nell’ultima partita di campionato sei d’accordo?

“Sì, è una squadra tosta, sa benissimo come gioca. Siamo state fortunate a ottenere i tre punti, probabilmente non avremmo fatto un’altra partita. Siamo un buon momento e dobbiamo approfittarne”.

Tre vittorie di fila, si vede nello spogliatoio?

“Sì, era quel poco che ci serviva per impegnarci nuovamente, credere ed emozionarci di nuovo. Spero che questa buona dinamica continui fino alla fine della stagione”.

Che cambiamenti hai notato con Arturo Ruiz?

“Penso che sia stato in grado di motivarci per quello che ci restava, sprecavamo tempo per raggiungere la Champions League e quando prendevamo gol sentivamo la pressione di non riuscire a rimontare. È stato in grado di ribaltare la situazione e stiamo tutti remando nella stessa direzione e questa è la cosa più importante”.

Hai notato la pressione che quest’anno è obbligatorio entrare in Champions League dopo tre anni di assenza?

“Abbiamo un organico tale da entrare in Champions League perché è così che il club l’ha concepito la squadra. Non lo raggiungiamo da molto tempo e senti questo obbligo”.

Se arrivassero al terzo posto in Europa, pensi che ci siano giocatori in scadenza che potrebbero restare, come Boe Risa? Ludmilla…?

“A tutte piace giocare in Champions League, ma a questo punto della stagione, con il mercato estivo già iniziato, le decisioni vanno prese adesso… Ho sempre detto che chi non vuole esserci non deve essere lì. L’Atleti ci sceglie e noi dobbiamo voler giocare per l’Atleti. Siamo uscite dal peggio, l’Atleti rinasce sempre. Chi vuole essere qui, che sia qui”.

Come viene gestita questa fine di stagione con annunci di addio, come l’acquisto di Leicy Santos per Washington Spirit, o fughe di notizie su possibili acquisti per l’eterno rivale?

“La cosa più importante è che le colleghe che hanno annunciato che se ne vanno continuino ad essere altrettanto professionali, come se non lo avessero detto, daranno tutto per questa maglia e questo è ciò che conta. Alle persone che non continuano auguro il meglio e a quelle di noi che restano buona fortuna”.

Giovani come Medina o Xénia stanno diventando sempre più importanti, vedi qualche promessa per un futuro capitano in rosa?

“Senza dubbio sono giocatrici con molta proiezione e che sentono l’Atleti come loro. Spero che siano qui per molto tempo, che siano capitani e che vincano tanti titoli. Anche se non Medina (ride)… Vedo Xènia più come un capitano”.

Hai fatto parate che valgono punti (a Zubieta, contro Costa Adeje…), senti che è il tuo miglior momento della stagione?

“In questa stagione sono stata molto più costante degli altri. Penso che Andrés Coronado (preparatore dei portieri) abbia toccato un tasto che nessuno aveva toccato fino ad ora e che stia funzionando. Ma la cosa più importante è che aggiungiamo tre punti alla volta e tanti clean sheet. Così a giugno, si spera, si parlerà dell’Atleti in Champions League”.

Come è cambiato l’allenamento dei portieri da quando sei entrata nell’élite nel 2019?

“Molto. Si è evoluto molto, gli allenatori dei portieri hanno molti più studi, sono più completi e si adattano al modo di giocare dei portieri, tirando fuori la loro prestazione migliore. Il cambiamento è stato stratosferico e spero che continui così perché dei portieri si sono sempre dette pessime cose e penso che stiamo tenendo molte bocche chiuse e i portieri che arrivano da dietro sono molto forti”.

Che ne dici della tuo compagna di squadra Patri Larqué?

“Molto bene. È una compagna di squadra da dieci anni, ha sempre il sorriso, si allena al 100% ogni giorno ed è una compagna di squadra top. Penso che potrebbe giocare in qualsiasi squadra, è duro fare il portiere perché se una gioca, l’altra no. Ogni volta che entra in campo lo fa molto bene”.

E negli ultimi abbiamo parlato del tuo grande momento, ti vedi tornare in Nazionale?

“A parte Markel (Zubizarreta, direttore sportivo) non ho parlato con nessuno. Non ho parlato con Montse (Tomé, allenatore), non ho notizie della Nazionale. Sono calma, mi alleno ogni giorno e qualunque cosa debba venire, arriverà”.

A livello RFEF, Lega F… pensi che la vittoria del Mondiale abbia portato cambiamenti significativi? Aitana ha detto di no…

“Purtroppo, credo, non per molto. Parliamo delle attuali campionesse del mondo e il fatto che tutte vogliano andare in un altro campionato diverso da quello spagnolo lascia molto a desiderare. E non vedo la Nazionale in tutti i posti dove penso che dovrebbe essere vista ed è un peccato. Dovremmo sfruttare molto di più il prodotto, non solo per vincere il Mondiale, ma anche prima. Spero che credano di più nel prodotto, gli diano molta più pubblicità e lo vendano meglio”.

Niccolò Larocca
Nato il 6 agosto 1995. Laurea triennale in Lingue e letterature straniere presso l’Università degli studi di Milano conseguita nel 2019 e master di giornalismo multimediale presso la 24 Ore Business School completato nel 2024. Da sempre appassionato di calcio e sport, con le sue dinamiche e le sue storie da raccontare. Credo nei valori che accompagnano il calcio femminile e nella sua potenziale crescita.