È un’Italia ‘spuntata’, quella che ad Oeiras (Portogallo) da probabilmente l’addio alle speranze di qualificazione alla fase finale del campionato europeo Under 19. Dopo aver pareggiato a reti inviolate il primo match, contro le padrone di casa portoghesi, la formazione guidata da Selena Mazzantini si ripete anche contro la Svizzera, al termine di una partita che avrebbe potuto, per le occasioni create, chiudersi tranquillamente in goleada.

La c.t. azzurra opta per un molto elastico 4-3-3, con Gallo e Sorelli centrali difensivi davanti al portiere Mustafic e con Pizzuti e Viesti esterni bassi, ma molto invogliati a spingere. A centrocampo, Testa s’incarica di dettare i tempi di gioco con le prestanti Catena e Schatzer a recuperare un’infinità di palloni, mentre davanti il trio Pellegrino CimòBernardiSciabica viene lasciato libero di giostrare a proprio piacimento, in modo da non concedere punti di riferimento alla retroguardia rossocrociata.

Dopo un avvio stentato (Mustafic, al 5’, deve superarsi per smanacciare contro la traversa un velenoso colpo di testa di Luyet), la nazionale azzurra prende decisamente in mano le redini dell’incontro, creando occasioni su occasioni: ma qualche errore di tiro (al 17’ ed al 20’ è Bernardi, a fallire di poco la mira, mentre al 39’ è Catena, da fuori area, a sfiorare l’incrocio dei pali), qualche bel intervento dell’estremo svizzero Fucs (al 14’ con una parata a terra su Pellegrino Cimò, mentre al 15’ e nel recupero della prima frazione deviando in angolo su Sciabica ed ancora Pellegrino Cimò), ma soprattutto tante imprecisioni nella fase dell’ultimo passaggio, non permettevano lo sbloccarsi del risultato. Le ragazze elvetiche, invece, riuscivano ancora a farsi vive solamente al 41’, quando un diagonale mancino della Klingenstein chiamava il portiere azzurro alla parata in tuffo.

L’Italia ripartiva bene anche nel secondo tempo, giocando in velocità e costringendo le rossocrociate ad usare le maniere forti per fermarle (con Muratovic, Tramezzani ed Ivelj che rimediavano altrettanti cartellini gialli nel giro di pochi minuti).

Proseguivano però anche i problemi realizzativi delle azzurre, che continuavano a chiudere le avversarie nella loro metà campo, ma senza riuscire a centrare il bersaglio. Al 56’ Sciabica, liberatasi sulla parte sinistra dell’area, provava un tiro a giro che risultava però troppo centrale, mentre le altre iniziative italiane finivano solo per creare azioni potenziali, senza conclusioni veramente pericolose, od a raccogliere calci d’angolo.

La mister Mazzantini, al 67’, provava ad inserire forze fresche (Renzotti e Bellagente rilevavano, rispettivamente, Catena e Bernardi), ma il filo conduttore del match non cambiava: al 71’ Pellegrino Cimò vedeva un suo destro venir parato a terra da Fucs, mentre pochi istanti dopo Bellagente sprecava un errato disimpegno rossocrociato, calciando di poco oltre la traversa.

Era, questo, l’ultimo squillo reale della partita azzurra, con il serbatoio che crollava improvvisamente in riserva. Le azioni diventavano così confusionarie, dettate più dalla foga di cercare la vittoria a tutti i costi che non da un ragionamento lucido e, sul finire, si rischiava persino la beffa, con Gallo e Sorelli che dovevano contrastare un veloce ed improvviso contropiede svizzero, riuscendo però a cavarsela, seppur con qualche affanno, contro ben quattro avversarie.

Adesso, le speranze di centrare ancora la qualificazione sono legate alla partita fra Portogallo ed Inghilterra: se le suddite di re Carlo III riusciranno a vincere, la loro promozione sarà matematica, mentre se le lusitane riuscissero a far punti, allora resterebbe ancora qualche possibilità, da giocarsi nel confronto diretto con le inglesi e con un occhio eventualmente rivolto alla sfida fra le padrone di casa e le svizzere (entrambe le partite verranno giocate in contemporanea, mercoledi prossimo alle ore 16).

Comunque sia, per quel terzo impegno in terra lusitana ci augureremmo di non vedere più l’arbitro olandese Shona Shukrula, che già ci aveva diretti nella prima sfida di mercoledi scorso. Se in quell’occasione aveva dato sensazione di essere piuttosto ‘casalinga’, in quella di quest’oggi ha dimostrato di essere quantomeno imprecisa: estremamente fiscale nel sanzionare le rimesse laterali non perfette, ma non altrettanto nel rilevare un netto fallo di mano in area svizzera (da parte della Knapp su colpo di testa, diretto a rete, di Pellegrino Cimò) e neppure nel sanzionare una palese e volontaria carica sul portiere Mustafic da parte della rossocrociata Ragusa (subentrata alla Klingenstein), che costringeva il nostro estremo difensore a lasciare il posto alla compagna Bartalini. Se già è decisamente inusuale aver avuto lo stesso direttore di gara per due gare consecutive, averlo anche alla terza sfida sarebbe veramente grottesco!