Finlandia-Italia 2-1 segna un ritorno alle sciape prestazioni di un mese fa e rovina quanto di buono fatto con i Paesi Bassi. Azzurre irriconoscibili e soprattutto poco affamate, per un incontro perso malamente in un girone comunque tutto aperto visto anche il successo neerlandese sulla Norvegia.

ITALIA 5: non si può passare dalla buona gara di venerdì a questa prestazione. Una sconfitta che brucia soprattutto perché continua ad evidenziare i problemi del reparto d’attacco (ancora a secco e mai pericoloso) e di una difesa poco decisa. Se si vince solo quando l’avversaria tira indietro la gamba, non si và da nessuna parte.

Laura Giuliani 5,5: poco reattiva sul gol dell’1-0, nella situazione del 2-1 è disturbata in uscita dall’affollamento dell’area di porta. Per il resto, buon apporto alla manovra in costruzione, uscendo fin sulla trequarti per aiutare il reparto.

Lisa Boattin 5: parte bene bloccando ed allontanando il primo cross avversario della partita e dando fastidio alle giocatrici sulla sua fascia di competenza. Dà comunque troppo respiro a Koivisto, che ha il pregio di non sfruttare cotanta generosità. Poi cala con qualche errore di troppo, e prende un’ammonizione per un pestone a Koivisto. Non la sua migliore serata.

Martina Lenzini 5: prestazione quasi sufficiente, pur con qualche sbavatura ed imprecisione, ma sfortunatamente entra nell’azione del pareggio finlandese toccando palla a Kosola per l’assist a Rantala. Esperienza per le prossime partite.

Elena Linari 5,5: la migliore del reparto difensivo sino all’autogol (anche sfortunato) che decide il match. Chiude tutte le avversarie possibili, sia nella propria area di rigore, sia sulle fasce, fa funzionare la trappola del fuorigioco e al 66′ va anche al tiro, mandando sull’esterno della rete. Peccato davvero per essere involontariamente entrata nell’azione del 2-1 finlandese.

Lucia Di Guglielmo 5,5: buona la marcatura dell’1-0 complice la deviazione di Kosola, ma non basta una rete a salvare una prestazione, soprattutto se il reparto difensivo va in difficoltà sulle accelerazioni avversarie.

Arianna Caruso 5: paga la fisicità del centrocampo avversario e la pressione asfissiante che subisce, ma non è la solita brillante Caruso che siamo abituati a vedere. Si fa vedere in attacco con una conclusione al 34′ che termina alta di poco. (Dal 60′ Giada Greggi, s.v.: commento di circostanza, entra in una fase delicata della partita e non riesce a contribuire per svoltare la serata. Prova a produrre anche qualche cross nel finale, senza successo).

Manuela Giugliano 5,5: ha la prima occasione del match con un sinistro alto di poco al 5′, poi propone al 20′ un bel lancio che Giacinti non raccoglie. Cerca di lavorare il più possibile palla, ma le idee scarseggiano e non sempre trova il giusto movimento delle compagne. Positivo l’aver avviato l’azione del vantaggio azzurro. (Dall’80’ Martina Piemonte, s.v.: entra quando ormai la strategia riguarda il buttare palloni in area sperando di cogliere una deviazione, ma se poi i cross sono imprecisi, Piemonte non può fare miracoli. Forse andava inserita prima).

Aurora Galli 5: combatte a centrocampo con la solita grinta, ma la serata non è delle migliori, e infatti dopo un buon avvio cala assieme a tutta la squadra.

Sofia Cantore 5,5: dovrebbe essere la giocatrice chiave per la fascia di destra, ma ha poche opportunità per mettersi in mostra, e quando lo fa si trova un nugolo di giocatrici che le tarpa le ali. Positivo il primo pressing sulle avversarie nella sua area di competenza. (Dall’80’ Agnese Bonfantini, s.v.: entra per dare freschezza all’attacco, finisce con il proteggere con il fisico alcune rimesse dal fondo per aiutare Giuliani a ripartire con i lanci lunghi).

Valentina Giacinti 5: probabilmente sarà anche stanca visto il duro lavoro di corsa che propone sempre, ed infatti si muove ma non con la brillantezza che ci si aspetta da lei, facendosi scappare Kuikka al 16′, s al 56′ non arriva su un goloso e rischioso retropassaggio della difesa avversaria. Per uscire dopo un’ora, vuol dire che la serata è davvero grigia. (Dal 60′ Chiara Beccari, s.v.: come Bonfantini, entra per vivacizzare l’attacco e finisce con l’aiutare la difesa a recuperare palloni per provare a costruire qualcosa. Le corsie esterne vanno sfruttare in ben altro modo).

Michela Cambiaghi 5,5: l’assist non salva la prestazione, pur avendo operato molto bene nella fattispecie, con un bellissimo stop a seguire e una bella palla tagliata. Troppa altalenanza nel tempismo per gli inserimenti, a volte preciso, a volte anticipato o un pelo in ritardo, e poi manca un elemento fondamentale per un’attaccante: il tiro. (Dal 69′ Cristiana Girelli, s.v.: il discorso fatto per Martina Piemonte, vale anche per lei. Entra per raccogliere i traversoni in area, ma se essi sono imprecisi non può intervenire con la sua efficacia).

CT Andrea Soncin 5: “squadra che vince non si cambia” recita un antico adagio, anche se l’idea di far rifiatare alcune titolari per inserire nomi pesanti come Galli e una Di Guglielmo che sta disputando una buonissima stagione al club di appartenenza non è brutta. Da capire come mai Dragoni venga impiegata con il contagocce sia dalla prima squadra del Barcellona sia nella sua Nazionale, essendo uno dei veri grandi talenti della prossima generazione. Le scelte tecniche non si discutono, ma a volte ci vuole coraggio (infortuni e guai fisici permettendo). Cambi infruttuosi, ma non è solo colpa sua. Le débâcle hanno molteplici responsabilità.

Arbitro Marta Huerta de Aza 5,5: non è sufficiente nemmeno la prestazione dell’arbitraggio, molto inconstante e con giudizio incoerente. In una serata così, diventano incostanti tutti.