Dopo Rachele Peretti torna a casa anche Brutti, centrocampista classe 1987. Per Veronica Brutti trattasi del terzo ritorno alle origini. Si alle origini, perchè lei fa parte di quel ristrettissimo gruppo o, meglio ancora, è l’unica superstite di quel primo gruppo (datato 1997-98) che iniziò l’avventura come Fortitudo nel mondo del calcio femminile. Ovviamente era una bambina (10 anni), faceva solo gli allenamenti, ma già si vedeva la stoffa della campioncina ed infatti al primo richiamo salpò verso i lidi lacustri (Bardolino). Da allora molteplici esperienze in giro per l’Italia (Reggiana, Milan, Fiorentina, Porto Mn, Bardolino/Verona). Rientrò alla Fortitudo in occasione dell’unica esperienza mozzecanese nella massima serie (2012-13). Esperienza poco fortunata che l’ha spinta a prendersi una pausa di due anni per andare a giocare a calcetto, ma il richiamo per necessità del Verona nel finale della stagione precedente ha risvegliato vecchi sentimenti.
Per Veronica sarà il debutto in serie B visto che la sua carriera si è svolta a cavallo tra la serie A (162 presenze con 23 goals) e la serie A2 (66 presenze con 17 goals). La società confida in lei per una stagione ad alto livello, che incrementi le 3 reti segnate finora in maglia gialloblù e che favorisca la crescita delle tante giovani a disposizione di mister Comin.
Il profilo tecnico è certamente di elevato livello, padronanza completa di tutti i fondamentali e grande visione di gioco, con grande propensione al goal specialmente sui calci piazzati.
Veronica spiega così la sua scelta: “Le ragioni che mi hanno portata a scegliere la Fortitudo sono tante. La prima è sicuramente una questione di cuore, come già avevo detto nella stagione che abbiamo giocato in serie A. Poi mi sono confrontata con Fabiana Comin, la nuova allenatrice, che mi ha parlato del progetto che ha in mente, cioè quello di crescere delle giovani infondendo loro valori che vanno ben oltre il campo da gioco. In qualità di “non più giovane”, spero di dare qualcosa di positivo anche io alle mie compagne, come sono sicura loro daranno a me. Ho una grande energia addosso e non vedo l’ora di trasformarla con un pallone tra i piedi. Per un periodo della mia vita mi sono dedicata ad altro, pensavo di aver chiuso con il calcio a 11 giocato, poi però ho capito che… il primo amore non si scorda mai. Spero soprattutto di trasmettere questo, un grande amore verso questo sport e, come scrisse un bambino  un giorno, mi sento di dire ”un grazie a quello che ha inventato il calcio”. Non ho nessun obiettivo a lungo termine, credo che durante la settimana il mio scopo sarà quello di allenarmi bene per rientrare tra le prime 11 o per farmi trovare pronta una volta sostituita una compagna: il cammino si fa camminando…”