Credit photo: Marco Montrone

Una magistrale punizione di Battelani diretta sotto la traversa, decide lo scontro salvezza andato in scena allo stadio Ferruccio Trabattoni di Seregno tra Como e Pomigliano e consegna i 3 punti alla formazione campana: l’espulsione della numero 1 Beretta al minuto 38, decretata dal direttore di gara Michele Giordano, per tocco di braccio fuori area in uscita alta nel tentativo di contrastare un’irrefrenabile e lanciata Martinez, ha compromesso notevolmente la sfortunata partita del Como, costretto a privarsi di una attaccante come Di Luzio per garantire equilibrio tattico e non rischiare l’imbarcata mantenendo lo stesso modulo iniziale che prevedeva una difesa a 4 ed un centrocampo a 3.
Nonostante l’inferiorità numerica è il Como a far registrare le più alte percentuali di possesso palla (57), di palle giocate (54), di passaggi riusciti (58) e di supremazia territoriale (59). I dati statistici forniti da Panini Digital mostrano un Pomigliano che non è riuscito, nel gioco, a sfruttare la superiorità numerica: a livello di pericolosità offensiva le due formazioni si equivalgono, ma nella costruzione, quella di mister Sanchez risulta inferiore nel numero di cross dal fondo che sono solo 4, ma tutti precisi, nei 3 minuti in meno di possesso palla nella metà campo avversaria e nei 125 passaggi bassi utili oltre la linea di centrocampo che sono 17 in meno rispetto a quelli realizzati dalla squadra di casa.
Studiando le conclusioni a rete della formazione lombarda, emerge come 8 tiri su 11 siano arrivati nella ripresa, mettendo in luce la grande prova di carattere messa in campo dalle ragazze di mister De La Fuente, in 10 contro 11 dai minuti finali della prima frazione di gioco. L’unico tiro diretto da calcio da fermo si è stampato sulla traversa. 11 delle 12 conclusioni totali della formazione ospite sono arrivate di piede da palla bassa e, contrariamente alla squadra di casa che ha calciato quasi metà delle volte da fuori area, 8 e quindi la maggior parte sono arrivate da dentro l’area di rigore, 4 delle quali dai piedi di Analu Martinez, la più ricercata in fase di costruzione, a conclusione delle proprie azioni personali a palla al piede in velocità e dribbling.
Analizzando i flussi di gioco, possiamo affermare che il Como ha cercato affondi laterali, riuscendo a spingere e a costruire la manovra offensiva soprattutto sul lato sinistro del campo. Allo stesso modo si è comportato il Pomigliano che nel passaggio da una fascia all’altra del terreno di gioco si è appoggiato centralmente sulla regia di Ferrario, prima per palloni recuperati, ben 27, e seconda per 60 palloni giocati dietro a Fusini con 68 che è anche prima per passaggi riusciti e giocate utili. Nel Como, negli stessi parametri di Fusini, nota di merito va alla numero 2 con fascia da capitano al braccio Lipman, fulcro della costruzione comasca con 48 passaggi riusciti, mentre la più attiva in fase conclusiva è Karlenas con 3 tiri verso la porta avversaria.