credit photo: Stefano Petitti, photo agency calcio femminile italiano

La finale di Coppa Italia, che si è giocata a Cesena presso lo stadio Dino Manuzzi e vedeva contrapposte la Fiorentina e la Roma, si è conclusa con la vittoria delle giallorosse  con il risultato di 7-6 raggiunto ai rigori in una partita sofferta e vissuta da entrambe dal primo minuto sino all’ultimo di gioco.

La gara, nel complesso parecchio equilibrata tra le due compagini, ha avuto come scopo il raggiungimento dell’ultimo obiettivo stagionale, ed è stata giocata da entrambe le squadre con forte spirito agonistico.
La Fiorentina desiderava portare a Firenze il trofeo che mancava dalla città gigliata dal 2017-2018, e celebrare, con questo, in modo degno il ricordo di Joe Barone grande promotore del movimento calcistico femminile.
Le Gigliate, sulla falsariga delle semifinali giocate contro la Juventus, si sono mostrate sin da subito in partita e decise a non farsi intimorire dalla Roma (vista dai pronostici come favorita, sopratutto dopo l’ultima partita di poule scudetto in cui le giallorosse hanno vinto contro le Viola per 5-0).
Questo stato d’animo e la voglia di dimostrare tutto il proprio valore è stato concretizzato al minuto 11. Hammarlund, da sola in area, approfittando di un’incertezza della difesa delle avversarie ha portato avanti le gigliate.
La Roma è stata mossa dalla medesima voglia di concretizzare quello che sarebbe stato il secondo risultato ottimale di una stagione in cui si è distinta per il valore in campo e ha ottenuto lo scudetto.
Il pareggio, a dimostrazione di questo, è arrivato meno di dieci minuti rispetto al gol Viola (Giacinti di testa su ottimo assist di Giugliano).

Le Viola sono rientrate in campo con la medesima voglia di far bene consapevoli di essere alle battute finali per il raggiungimento di quel trofeo tanto desiderato.
A pochi minuti dall’inizio del secondo tempo, la Fiorentina è stata premiata nel suo gioco attento a non lasciar modo alle avversarie di trovare una quadra dal gol di Janogy a pochi passi dalla rete (1-2). È la forza di un gruppo che in tutta questa stagione calcistica ha dimostrato di saper buttare ‘il cuore oltre l’ostacolo’.
Sempre la svedese, arrivata a vestire la maglia viola nel mercato invernale, è stata anche l’autrice del gol del 1-3 (72′). Imbeccata da Johannsdottir e vinto il duello contro Minami, l’attaccante è andata con profitto in rete di sinistro.
La partita, che sembrava ormai chiusa, è stata riaperta poco dopo dalla rete di Minami ed è terminata nei tempi regolamentari con il 3-3 procurato da Viens, come a dimostrazione del grande equilibrio tra le due squadre combattive il tanto che serve per non cedere.

I supplementari hanno trovato due squadre fisicamente stanche ma decise a non mollare il colpo in barba ai dolori dovuti ai crampi ma, nonostante i tentativi, le due frazioni sono terminate sullo 0-0.
I rigori sono stati accolti con la solita tensione tipica di chi deve affidarsi ad una vera e propria lotteria dopo 122 minuti di gioco (120, con 2 di recupero).
Proprio i rigori hanno decretato la vittoria della Roma in Coppa Italia.

Questa la formazione delle due squadre in campo:
ROMA: Ceasar, Minami, Di Guglielmo, Viens, Kumagai, Giacinti, Giugliano, Haavi, Bartoli (C), Greggi, Linari.
A disposizione: Korpela, Valdezate, Pilgrim, Glionna, Tomaselli, Sonstevold, Feiersinger, Kramzar, Troelsgaard
All: Alessandro Spugna

FIORENTINA: Baldi, Hammarlund, Catena, Toniolo, Janogy, Johannsdottir, Severini, Georgieva, Agard, Faerge, Boquete (C).
A disposizione: Schroffeneger, Spinelli, Cinotti, Longo, Parisi, Erzen, Mijatovic, Lundin, Tucceri Cimini.
All: Sebastian De La Fuente

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.