credit photo: Paolo Comba, photo agency Calcio femminile Italiano

Sebastian de la Fuente, allenatore della Fiorentina Femminile, ha risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa valida come pre gara della finale di Coppa Italia Femminile. 

L’ultima sfida con la Roma non è andata bene per la Fiorentina, è terminata 5-0 per le giallorosse. Come si può spiegare che in realtà la Fiorentina crede, eccome, in questa Coppa Italia?
“Penso che in queste partite le motivazioni contano. Voglio continuare a pensare che in tutte le partite importanti contro la Roma siamo sempre stati dentro il gioco. Nella penultima gara avevamo pareggiato in casa conducendo un ottimo match, ma anche andando a vedere il primo tempo dell’ultima giornata di poule scudetto il risultato ha un po’ penalizzato, nel secondo tempo, poi, forse la testa era già su questa finale.
Quello che abbiamo detto alle ragazze è di dimenticare quella partita, pensare all’opportunità che abbiamo: riportare un trofeo a Firenze. Le ragioni bastano e avanzano alla squadra per dare più del dovuto e per arrivare a fare una partita diversa da quella che è stata e che non voglio nemmeno mettere in conto perché la Roma era spinta da altre motivazioni che noi in quel momento non avevamo”.

Quanto ci credi, quanto conta per te professionalmente portare a casa questo trofeo?
“Professionalmente parlando, per me questa è la prima finale di Coppa Italia quindi è sicuramente un’emozione unica ma in questo momento quello che mi interessa è riportare un trofeo a Firenze. Pensando a tutto il percorso fatto, perché arrivati alla finale si ripensa anche al percorso, posso dire che è stato eccellente: abbiamo battuto in doppia sfida Inter e Juventus, non è che siamo qui per caso.
Per noi questa partita è fondamentale, le ragazze sono motivate e molto concentrate per il raggiungimento di questo obiettivo comune”.

Teme, innanzitutto, il tridente della Roma? Rispetto al vostro ultimo confronto quali sono gli aspetti che potete e dovrete migliorare?
“Rispetto all’ultimo confronto contro la Roma sicuramente dovremo essere più determinanti quando ci capitano le occasioni. Domenica scorsa nel primo tempo abbiamo avuto delle occasioni che potevamo concretizzare riaprendo, così, la partita. In queste finali gli episodi contano tanto, e quando ne hai uno a favore bisogna fare il possibile per approfittarne. Questa squadra ha dei valori che sono importantissimi e ha le potenzialità per giocarsela contro chiunque. Importante sarà anche esaltare le nostre capacità, che sono tante, sia dal punto offensivo che difensivo. La Roma ha sempre giocato con il tridente: sappiamo come gioca e conosciamo il valore delle avversarie, non c’è timore.
Come ho detto poco fa, andremo a mettere in luce le nostre qualità”. 

Mister vivere una finale da sfavoriti, come è successo all’Atalanta contro il Bayern Leverkusen, può aver dato qualche spunto, anche a livello psicologico? 
“Il calcio da sempre spunti, non c’è certezza matematica in questo sport. Noi dobbiamo essere all’altezza di questa finale e dimostrare in campo tutto quello che sappiamo fare come già successo, in precedenza, durante tutto il percorso fatto sinora.
Ho detto diverse volte di essere felice ed orgoglioso di allenare la Fiorentina perché ha dimostrato di essere all’altezza di tante situazioni che le si sono poste davanti. Sono certo che sarà così anche nella finale.

Per quanto riguarda l’essere sfavoriti l’unica cosa che posso dire è che noi siamo qui per fare la nostra partita, che non è poco. Non pensiamo a favoritismi o meno, pensiamo solo all’opportunità unica che stiamo vivendo. Per me è questo quello che conta e che ho trasmesso alle ragazze, e che loro dovranno concretizzare in campo”.

Ciao Mister, secondo te è un caso che due società con la proprietà americana sono arrivate in finale?
“Si tratta di calcio, penso che in finale non ci si arrivi per caso: ci si arriva per merito, grazie ad un percorso, con tanti valori non solo riguardo le atlete ma anche riguardo la società che c’è dietro di loro: tutti gli addetti ai lavori.
Per noi già essere in finale è un successo, nessuno si aspettava di vederci qui e dietro questo risultato c’è tanto lavoro ad ogni livello. Dire che sia dovuto alla proprietà americana delle due società è ingiusto.

Se si arriva in finale è perchè si è lavorato bene.”

Se ad inizio stagione le avessero detto di scegliere tra la qualificazione in Champions League e la finale di Coppa Italia lei che cosa avrebbe scelto?
“La qualificazione in Champions League era un altro nostro obiettivo, portare la squadra in Europa ad affrontare un torneo del genere. La finale di Coppa Italia, poi, era difficile e poco prevedibile in quel momento ma durante il percorso abbiamo visto che questa squadra ha dimostrato con valori e risultati, con gioco e con idee che si poteva arrivare in finale. Questa per noi, come già detto, è un’opportunità per portare a casa una Coppa.
Avrei firmato per entrambi i risultati e dovendo scegliere, proprio per questo direi, tutti e due”. 

La stagione della Fiorentina riassunta in tre parole?
“La nostra stagione riassunta in tre parole? Direi CUORE, perchè le ragazze lo hanno messo tanto per arrivare al raggiungimento di questi obiettivi; CONSAPEVOLEZZA, siamo sempre stati consci di avere i mezzi per arrivare dove desideravamo, questo ci ha dato tanta forza; la terza è SUCCESSO: arrivare alla finale o anche arrivare in Champions League non è mai scontato”. 

Mister questo è l’ultimo atto di una stagione straordinaria. Una regular season in cui la Fiorentina ha subito due sole sconfitte, proprio contro la Roma.
Nella squadra ha prevalso sempre la forza del gruppo e la mentalità vincente.
“La forza è il gruppo. La mentalità vincente per me nasce da loro: dalle giocatrici e dal gruppo. Per questo motivo prima tra le tre parole ho scelto ‘consapevolezza’: perchè quando il gruppo ha creduto che avremmo potuto raggiungere l’obiettivo abbiamo cambiato marcia. La mentalità vincente arriva vincendo e raggiungendo i propri scopi però il lavoro del gruppo, dello staff e di tutti coloro che sono coinvolti nel progetto è importante per arrivare al successo.
In campo si dovrà vedere la mentalità, la voglia di fare del gruppo che è andato sempre avanti grazie alla sua determinazione”. 

Nella conferenza stampa della Roma si è accennato alla stanchezza che possono provare le giocatrici a fine stagione, c’è questo pericolo anche per la Fiorentina? Firmerebbe per una vittoria nei 90 minuti o anche ai rigori?
“Io firmerei semplicemente per una vittoria. Penso che la stanchezza in queste partite, arrivando a fine Campionato e da condizioni non ottimali rispetto all’inizio ma la motivazione è tanta quindi ci si riposerà dopo la partita”. 

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.