credit photo: Paolo Comba, photo agency Calcio femminile italiano

Con la finale di Coppa Italia ormai alle porte, Veronica Boquete, centrocampista della Fiorentina Femminile, in occasione della conferenza pre gara a Cesena ha risposto alle domande dei giornalisti.

Al termine della gara di settimana scorsa eri ovviamente arrabbiatissima perché il risultato era stato così brutto. Sono passati ormai giorni da quella sfida, come la vivete all’interno dello spogliatoio? Vi siete ritrovate, vi siete date delle motivazioni valide sul perché vincere il trofeo?
“Nel momento in cui ti accingi a giocare una finale non c’è bisogno di fornire alcuna motivazione. Sappiamo che domenica scorsa non abbiamo raggiunto quel livello che invece abbiamo mostrato in campo quasi sempre. Sappiamo anche che quando noi giochiamo al nostro meglio in genere facciamo una buona partita e siamo competitive contro chiunque. Lo abbiamo dimostrato contro la Juve, contro l’Inter e anche contro la Roma. Questo sarà il nostro obiettivo”.

In virtù anche del percorso fatto, quanto tiene il gruppo al raggiungimento dell’obiettivo? Com’è la situazione nello spogliatoio? 
“C’è una fiducia totale. Sappiamo che abbiamo 90 minuti o 120 per fare qualcosa di grande. Che sia la prima finale o la venticinquesima che giochi la voglia di vincere resta uguale: abbiamo la fame giusta e abbiamo anche la qualità.
Cercheremo di dar prova che questa squadra può raggiungere prestazioni di livello. Crediamo di poter fare veramente molto male alla Roma”. 

Visto che si tratta della seconda Coppa nel giro di una settimana che riguarda la Fiorentina, in questo caso femminile ma tra una settimana ci sarà la partita del maschile, sarebbe un sogno portare due coppe a Firenze nel giro di una settimana.
“Lo sarebbe davvero! Parlando di questo la prima persona che mi viene in mente è Joe Barone. Lui desiderava davvero un titolo, tanto della squadra femminile quanto del maschile. Abbiamo lavorato per portare le due squadre in finale e ora manca l’ultima spinta”.

Cosa hai detto (o cosa dirai) alle tue compagne più giovani che a differenza tua magari si trovano per la prima volta a giocare una finale?
“Dirò loro di godersi il momento, non solo i 90 o 120 minuti ma anche il fatto di essere qui a vivere questa esperienza con tutto ciò che comporta: i tifosi negli spalti, il brivido di emozione di essere in finale. Tutte le altre ci guardano dal divano, e giocare una finale non è mai scontato. Cercheremo tutte di fare lo stesso, me compresa nonostante abbia già esperienza.
Prima si parlava di scommesse, io credo che una buona scommessa sarebbe puntare sulla Fiorentina e darci un po’ di fiducia, noi ci crediamo”.

C’è una o (ci sono) due giocatrici in particolare che toglieresti alla Roma?
Tutte (ride ndr). Toglierei Camelia (Ceasar, estremo difensore giallorosso) perchè senza portiere sarebbe un po’ più facile per noi. Il tridente già sappiamo com’è, se dovessi toglierne un’altra sarebbe certamente Manuela Giugliano che credo sia la giocatrice che fa giocare la Roma ad un gioco diverso. In realtà, lo dicevo anche prima, hanno una squadra di grandi calciatrici: sono campionesse d’Italia per tanti motivi.
Noi abbiamo le nostre, siamo tutte disponibili e pronte a giocare e in campo si vedrà chi vince”. 

Secondo te quella doppia sfida contro la Juventus in semifinale è stata solo la chiave di volta per questa competizione o ha anche segnato un passo in avanti nella crescita del gruppo in generale?
“A volte le squadre hanno bisogno di una partita determinante che marchi un po’ il percorso del futuro. Sicuramente le partite contro la Juve ci ha dato consapevolezza e la fiducia nel gruppo. Quando ci troviamo al livello in cui siamo quando ci troviamo al Viola Park, possiamo essere competitivi contro chiunque.
Cercheremo di ritrovare le sensazioni di quelle due partite e di metterle in pratica in finale”. 

La stagione della Fiorentina riassunta in tre parole?
Le parole Cuore, Consapevolezza e Successo già dette dal mister vanno benissimo. Penso che forse si potrebbe aggiungere il gruppo che dall’inizio alla fine si è gestito ed è cresciuto insieme. Credo che siamo diverse dalla prima stagione, siamo più forti. 

Questo trofeo è importantissimo per Firenze, anche perchè sono molto pochi quelli che sono arrivati nel settore femminile. C’è una dedica in particolare, che credo vada al presidente Commisso che ha sempre creduto nella categoria e credo che con il Viola Park abbia fatto crescere questo movimento.
“Il presidente Commisso, insieme a Joe Barone, è la persona che ha sempre creduto in questo progetto e nel settore femminile. Dobbiamo però anche ricordare che la Fiorentina storicamente è stata sempre lì in questo movimento del calcio femminile di cui tanto si parla. Ha giocato finali, vinto Campionati e ora torniamo a stare in una finale. Sentiamo il sostegno della società, del presidente e di tutta la gente che lavora per noi.
Come calciatrici è una responsabilità ma è anche una motivazione extra da utilizzare nella miglior maniera possibile”. 

Nella conferenza stampa della Roma si è accennato alla stanchezza che possono provare le giocatrici a fine stagione, c’è questo pericolo anche per la Fiorentina? Firmerebbe per una vittoria nei 90 minuti o anche ai rigori?
“Come ha detto il mister firmerei anche io per una vittoria, credo che quando si parla di stanchezza in finale e alla fine della stagione dobbiamo anche pensare che giocare una finale provoca una stanchezza mentale e fisica che le altre partite non danno. Tante volte nel calcio maschile come nel femminile vediamo che è veramente dura arrivare a 90 minuti o oltre.
Io Mister sto bene, tutte noi stiamo bene. Siamo riposate e pronte a gestire quella tensione per poter stare al massimo livello durante tanti minuti. Firmiamo per la vittoria”. 

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.