Due donne e un impegno comune. Rosella Sensi, ex presidentessa della Roma, ed Elisabetta Cortani, presidentessa della S.S. Lazio femminile, sabato 8 ottobre a Nettuno parteciperanno a una tavola rotonda con la loro associazione “Mai più Chiara” per dibattere il tema della lotta alla violenza sulle donne. Al di là del calcio, dei colori e del tifo, una missione comune, quella di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema sempre più scottante.

“Quando Elisabetta Cortani mi ha parlato della sua intenzione di fondare un’associazione legata alla salvaguardia delle donne, ho pensato che fosse una cosa che andava fatta – ha commentato Rosella Sensi – Abbiamo pensato che questa nostra caratteristica di avere una passione calcistica per colori diversi, potesse aiutare ad allargare il campo su un tema così delicato”.

Sabato sarete a Nettuno per continuare un cammino già intrapreso insieme…
“La cosa importante di questi incontri è informare e per farlo è utile andare nelle piazze, per arrivare a più ragazze, donne e famiglie possibile. L’associazione nasce senza alcuna natura sportiva né politica ed è aperta a tutti, paradossalmente soprattutto agli uomini. Sono loro i primi che dovrebbero ribellarsi contro quei “mostri” che usano violenza sulle donne”.

Da dove bisogna partire, secondo lei?
“Le cose da fare sarebbero tante ma credo che principalmente l’argomento debba essere diffuso nelle scuole perché sensibilizzando i bambini si arrivi poi alle famiglie. L’educazione è la prima forma di rispetto verso il prossimo e la scuola dovrebbe insegnare proprio questo”.

D’accordo anche Elisabetta Cortani, presidente della Lazio calcio femminile: “Per me è stato fondamentale trovare in Rosella un apporto così sentito. E’ una grande donna con qualità umane che ho riscontrato in poche persone: è una trascinatrice. Lei ama e vive per la Roma, nello stesso modo in cui io amo e vivo per la Lazio. Il derby stavolta vale come testimonianza e veicolo di diffusione di un tema tanto importante. Uniti si può fare molto”.

Siete andate insieme ad Andria, in Puglia: che esperienza è stata?
“Abbiamo visitato le case di accoglienza e i centri di ascolto, da loro abbiamo imparato moltissimo, parlando con psicologhe e psichiatri, toccando con mano la realtà e le storie delle donne abusate. Abbiamo anche incontrato le ragazze delle curve del Bari e dell’Andria, la loro difficoltà nell’entrare nella mentalità maschile della tifoseria. Siamo tornate da quell’esperienza con le idee molto chiare”.

Quindi, concretamente?
“Ripartiamo da Nettuno, poi ci incontreremo per organizzare il progetto del 2017. Vorremmo provare a entrare nelle scuole e continuare a trovare spazi nelle piazze. I bambini di oggi sono gli uomini di domani e insegnare il rispetto deve essere il primo passo. Secondo noi c’è da fare un percorso che sia si di testimonianza ma anche di revisione delle norme che tutelano la vittima che decida di denunciare un abuso. Manca la tempestività giuridica, motivo per cui molte donne preferiscono non parlare e non denunciare”.

La parola d’ordine, quindi, quale dovrebbe essere?
“Educazione. Sarebbe importante se alcuni volti maschili si unissero a quelli femminili. Oggi è l’uomo a dover scendere in campo per dire basta: i violenti devono essere isolati prima di tutto nel loro consesso, per farlo serve unità”.

L’appuntamento sarà quindi per sabato alle 17 presso la Sala dei Sigilli (Forte Sangallo) di Nettuno. Ma è impossibile non chiudere con una battuta su Roma e Lazio: contente dell’ultimo week-end? “Entrambe abbiamo vinto. Come potremmo non esserlo?”