Photo Credit: Pagina Facebook ASD 3Team Brescia Calcio

Due domeniche fa si è giocata la ventitreesima giornata del girone lombardo di Eccellenza, e la 3Team Brescia Calcio stava vincendo per 3-0 sul Lecco, solo che, secondo quanto riportato nel comunicato LND Lombardia del 16 marzo, “al trentacinquesimo del secondo tempo a seguito di proteste da parte di giocatrici e allenatrice del Lecco, mi sono sentita sotto pressione; da quel momento in poi non avevo più la tranquillità per poter proseguire la gara”. Tuttavia, non riscontrando non essersi verificate situazioni di pericolo né per l’arbitro né per i calciatori, il Giudice Sportivo non ha ritenuto corretta la decisione arbitrale. Per questi motivi delibera la ripetizione della gara. Quindi la 3Team scivola al quarto posto con quarantotto punti, ma con un punto di penalità, mentre il Lecco resta sesto con quarantuno punti.

L’allenatore della 3Team Diego Zuccher ha voluto mandarci una lettera in merito a quello che successo.

Una vita di passione ed amore per questo sport, una vita passata sui campi da calcio da spettatore, giocatore ed allenatore ma non mi era mai capitato di vedere o addirittura sentire una storia come questa.

INCREDIBILE!! “Incredibile” appunto come l’esatta parola ripetuta al direttore di gara a seguito di alcune decisioni incomprensibili, aggettivo costatomi l’allontanamento dal terreno di gioco all’inizio del secondo tempo.

La partita prosegue (Lecco-3Team 0-3) fino all’episodio che, all’ottantesimo, oltre a lasciare due squadre ed un pubblico a bocca aperta ha penalizzato ingiustamente ed in particolar modo la società ospite, danneggiata sportivamente ed economicamente (600 euro solo il costo del trasporto Brescia-Lecco), con una partita da ripetere senza motivo. Eh già, preferisco sostenere la tesi del “senza motivo” perché se ci fosse, allora dovrebbe esserci anche un “colpevole” che “paga” per questo…e invece no, nessuna sanzione, nessuna ammenda, tutto da rifare come se tutto fosse normale, come se niente fosse successo, come quando un bambino che si arrabbia o non ci sta a perdere prende su il proprio pallone e torna a casa…

Una settimana di intensi allenamenti per preparare la gara, la lunga trasferta con le annesse spese economiche, una domenica lontano dalla famiglia, una bella partita giocata e vinta meritatamente per 80 minuti sul campo della squadra più brava del campionato…eppure PER IL GIUDICE SPORTIVO NON E’ SUCCESSO NIENTE… TUTTO DA RIFARE. INCREDIBILE!!

Parlo di Federazione e giudice sportivo perché se scelgono di far arbitrare determinate partite a giovani arbitri alle prime esperienze (che hanno il diritto di fare esperienza e quindi la possibilità di sbagliare), dovrebbero poi aiutarli (cosa non avvenuta nonostante la presenza di osservatori e/o commissari al campo durante la partita e all’incidente accaduto) o almeno prendersi le responsabilità di quello che hanno permesso accadesse.

La cosa sbalorditiva è che tutti i diretti interessati sopracitati se ne sono “lavati le mani” COME SE TUTTO FOSSE NORMALE.

Chiudo l’oggettiva disamina dell’accaduto precisando che la partita è stata, fino al trentacinquesimo minuto del secondo tempo, arbitrata in modo sufficiente, che entrambe le squadre in campo si sono comportate correttamente, che il direttore di gara non è mai stata presa in giro o insultata e che vi erano tutti i presupposti per poter concludere tranquillamente l’incontro.

Il motivo di questa lettera dal fine tutt’altro che polemico è tanto semplice quanto importante: come prima cosa vorrei divulgare l’accaduto perché più persone possibili vengano a conoscenza del modo “superficiale ed irrispettoso” con il quale è stata gestita questa situazione, specchio del trattamento riservato ad un movimento che a parole, e solo con quelle, si vuole far crescere ma che in realtà riceve scarsa considerazione e poco rispetto.

La seconda cosa che vorrei è invece approfittare di questo episodio negativo per trasformarlo in un gesto positivo, giusto riflesso dell’immagine reale che deve avere il calcio femminile.

Il CALCIO FEMMINILE è AMORE, PASSIONE, SACRIFICI e VALORI… Parliamo spesso della voglia di pubblicizzarlo e dargli la visibilità che merita, ecco, questa per me è un’ottima occasione da non farsi scappare. Un GRANDE, ONESTO e GIUSTO gesto di FAIR PLAY da entrambe le società durante la partita che verrà rigiocata sarebbe una splendida vetrina per questo calcio che non nasconderebbe così sotto al tappeto l’ennesimo “sporco” delle ingiustizie subite (come ci hanno abituati a fare e sopportare, perché accettare la sconsiderazione e menefreghismo altrui sembra sia diventata la normalità con la quale si deve convivere) ma che darebbe un forte segnale e testimonianza a tutti, giovani in primis, che LO SPORT nonostante tutto È e DEVE ESSERE ANIMATO DA FORTI VALORI perché A VINCERE PRIMA DELL’ATLETA VI È LA PESRONA, quella con la “P” maiuscola, che non ci sta a farsi mancare di rispetto e che chiede DIGNITÀ, l’unica che in questo momento può aiutare a far crescere questo bellissimo movimento.

Per quest’ultimo motivo ho personalmente fatto una telefonata all’allenatrice del Lecco per chiederle la disponibilità di essere con noi protagonista di un GRANDE, CLAMOROSO e PUBBLICO GESTO DI FAIR PLAY durante la ripetizione della gara. L’occasione è importante, vedremo se alle belle parole ed ai buoni propositi seguirà l’emergere della signorilità della donna e del calcio in rosa o se, come ci hanno abituati, somatizzeremo la forte ingiustizia imposta, guardando i singoli interessi che possono esserci ed accettando per l’ennesima volta le incredibili decisioni e scelte che ci impongono, coscienti del fatto però che se stiamo così sempre fermi e zitti le cose non cambieranno mai e la crescita del nostro movimento resterà una chimera.

Nella speranza, inoltre, che non si creino spiacevoli e pericolosi precedenti (pensate se lo stesso fatto dovesse riaccadere in un contesto di gara playoff/playout o di importanza maggiore).

Cit. Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili della situazione nella quale vi trovate.. Ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.

Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.