Nelle ultime stagioni è entrata di diritto tra le “Golden Girls” del calcio femminile italiano, grazie alla sua classe, alla sua duttilità e alla sua genialità, che fanno di lei una delle migliori promesse del calcio in rosa: perno fondamentale della Res Roma, con cui ha già vinto da protagonista due scudetti, Arianna Caruso racconta le sue esperienze in azzurro, il suo rapporto con il tecnico che l’ha lanciata e i suoi sogni futuri, dentro e fuori dal rettangolo verde.

Un bilancio della tua ultima esperienza in Nazionale?
L’ultima esperienza in nazionale è stata con l’Under 19, una realtà completamente diversa dall’Under 17, visto che più si va avanti e più le altre nazioni risultano maggiormente preparate rispetto a noi, quindi ogni partita va preparata con più attenzione e serve la massima concentrazione da chiunque venga schierata in campo. Nella partita con l’Olanda l’ansia si faceva sentire come se quella maglia non l’avessi mai indossata, ma grazie alle ragazze più grandi sono riuscita a liberarmene e ho cercato di tirare fuori il meglio di me.

In assoluto cosa rappresenta per te la maglia azzurra e cosa ti hanno insegnato le varie esperienze internazionali?
La maglia azzurra per una giocatrice è uno dei traguardi più importanti, poiché nel momento in cui la indossi rappresenti la tua nazione. Le varie esperienze internazionali mi hanno fatto crescere conoscere e confrontarmi con ragazze di altri paesi, e mi sono resa conto della differenza del calcio italiano con quello estero, ma sono sicura che con con l’impegno e la determinazione riusciremo a ridurre questo gap.

Non c’è due senza tre… dopo i due tricolori conquistati con la Res Roma l’obiettivo è il terzo scudetto?
Ovviamente, è uno degli obbiettivi che ci siamo prefissate quest’anno, con il terzo scudetto entreremmo nella storia visto che nessuno finora ci è mai riuscito, ce la metteremo tutta per cucirlo al petto per un altr’anno!

Non solo Primavera… sei in pianta stabile anche con la prima squadra: che stagioni ti aspetti?
Quest’anno spero che a differenza dell’anno scorso non saremo costrette ad aspettare l’ultima partita per salvarci, nella speranza di classificarci in una posizione di metà classifica. Tutto questo sempre mantenendo il nostro senso di appartenenza che ci contraddistingue, e che ci permette di fare la differenza in molte partite, perché l’amore che abbiamo per la maglia va oltre tutto. A livello personale mi aspetto un salto di qualità rispetto all’anno passato, con l’intento di dare sempre il mio massimo per raggiungere tutte insieme i nostri obbiettivi.

La tua principale caratteristica è che sei brava in più ruoli, sia in difesa che in attacco. Qual è il ruolo che preferisci?
Sinceramente non ho una preferenza, cerco sempre di adattarmi in qualsiasi posizione venga impegnata, spero un giorno di capire quale sia il ruolo più adatto a me, per concentrarmi e lavorare principalmente su quello; per adesso mi accontento della mia duttilità e cerco di imparare in qualsiasi ruolo quale sia il modo corretto per interpretarlo.

Quali sono il tuo calciatore e la tua calciatrice preferita?
Non ho un giocatore preferito: quando guardo una partita cerco sempre di rubare il meglio di ogni giocatore, come ad esempio l’intelligenza calcistica di Totti, la grinta di Nainggolan, la rapidità e la tecnica di Cristiano Ronaldo, ma se dovessi fare il nome di un giocatore in questo momento della mia carriera calcistica, direi Alessandro Florenzi, vista la sua disponibilità a ricoprire qualsiasi ruolo, e la sua umiltà che dimostra tuttora.
Riguardo il calcio femminile non conosco molte giocatrici a livello internazionale, quindi la prima persona che mi viene in mente è Rita Guarino. Ho avuto la possibilità di essere allenata da lei e mi ha sempre trasmesso la grinta la tenacità e la voglia che metteva in campo quando era lei la protagonista di quel rettangolo verde.

Mister Melillo ha sempre creduto in te e ti ha lanciato nel grande calcio. Cosa mi dici di lui?
Ringrazio tuttora mister Melillo per avermi dato la possibilità di esordire nella massima serie in giovane età, dandomi sempre fiducia e credendo nelle mie potenzialità. Una grande persona sia dentro che fuori dal campo, sempre pronto a consigliarmi e a sostenermi nei momenti di difficoltà e a trasmettermi passione e amore per questo sport.

Sogni nel cassetto nel calcio e nella vita di tutti i giorni?
Sognare è la cosa che amo fare di più, ne avrei tanti ma per realizzarli bisogna tenere sempre i piedi per terra; a livello calcistico spero un giorno di avere la possibilità di confrontarmi con un’altra realtà calcistica, ovvero il calcio professionistico all’estero, magari nella speranza un giorno di arrivare a giocare in una delle massime competizioni di club come la Champions League, e nello stesso tempo continuare il percorso con la maglia azzurra fino alla nazionale maggiore. Riguardo la vita di tutti i giorni non ho ancora le idee molto chiare, però se tutti i sogni che ho prefissato si realizzassero avrei intenzione di studiare all’estero.