Il Real Meda ha conquistato la permanenza nel Girone A di Serie C, battendo negli spareggi salvezza il Perugia per 3-0. Nel gruppo c’è una giocatrice che, nonostante la giovane età, è une dei punti cardine delle pantere nere: stiamo parlando di Chiara Rovelli, difensore classe ’99 e indossa la maglia bianconera da tre anni. La nostra Redazione ha raggiunto Chiara per risponderci ad alcune domande.

Chiara cosa vuol dire per te giocare a calcio?
«Il calcio per me è importantissimo, perché è stato il primo e unico sport che ho praticato fin da piccola. È parte della mia vita, mi ha sempre aiutato e mi ha salvato in tante occasioni, mi dà divertimento e spensieratezza».

Quando è iniziata la passione per il pallone?
«Ho iniziato in un oratorio estivo, giocando insieme con un animatore mi ha detto: “Perché non provi?”, quindi ad inizio ho cominciato a giocare coi maschi, per poi a quattrodici anni sono dovuta passare nel femminile».

In che modo hai capito di essere un difensore?
«Crescendo ho cominciato a giocare a centrocampo, quindi mi sono spostata a terzino ed infine come difensore centrale. L’ho capito perché usavo molto la fisicità e saper anticipare una giocatrice al momento giusto, non a caso sono le caratteristiche che ha, per l’appunto, un difensore».

Com’è stato il tuo percorso calcistico?
«Ho iniziato nella squadra maschile della Pro Vittoria, in provincia di Monza, fino a quattordici anni, dopodiché sono passata al Fiammamonza, dove ho fatto tutto il percorso dalle giovanili alla Prima Squadra, e infine al Real Meda dove sono lì da tre anni».

Cosa ti ha lasciato gli anni col Fiammamonza?
«Il Fiammamonza, essendo la prima squadra femminile, era giocare a calcio, ma anche avere le compagne, e avere il supporto che mi serviva. Ciò mi ha permesso di vedere un calcio diverso, e questo mi ha fatto crescere tanto».

Chiara Rovelli in azione con la maglia del Real Meda (Photo Credit: Chiara Rovelli)

Cosa ti ha portato tre anni fa a scegliere il Real Meda?
«Nel 2019 avevo deciso di lasciare il Fiammamonza, perché volevo cercare nuovi stimoli. Quando il Real Meda cercava un difensore, ho deciso di parlare con la dirigenza bianconera e alla fine mi hanno preso».

La tua esperienza ha permesso al Real Meda di raggiungere quest’anno la salvezza nel Girone A di Serie C. Ti immaginavi questa stagione?
«Ad inizio anno nessuna di noi pensasse che sarebbe stata così dura. Non immaginavamo di essere finite in zona retrocessione, e lo abbiamo capito all’inizio nel girone di ritorno. Non è stato facile uscire da quella situazione. Abbiamo fatto prestazioni ottime, ma mancavano i risultati per vincere. Non eravamo una squadra da retrocessione, e alla fine lo abbiamo dimostrato».

La permanenza è arrivata battendo ai playout il Perugia. Che partita è stata secondo te?
«Innanzitutto, eravamo agitate, perché la maggior parte di noi non aveva mai giocato una partita che evitasse la retrocessione, ma quello che ci spaventava era ottenere un risultato che rispecchiasse la squadra che eravamo, cosa che fino ad allora non riuscivamo a fare se non nelle ultime partite. In realtà, alla fine, questa cosa l’abbiamo dimostrata abbastanza subito, perché nel primo tempo abbiamo segnato due gol e nella ripresa il terzo, chiudendo di fatto la partita».

A chi dedichi questa salvezza?
«La dedico alla mia squadra, perché siamo un gruppo unito che ci ha permesso di uscire da questa difficile situazione e salvarci».

Che impressioni hai avuto sul Girone A di Serie C appena concluso? La squadra che ti ha colpito di più?
«Lo reputo un girone equo, perché c’erano tante squadre messe sullo stesso livello. A me questa cosa è piaciuta molto. A livello di gioco mi ha colpito molto il Pavia».

Con l’avvento del professionismo pensi che il calcio femminile italiano possa aver trovato la sua chiave di svolta?
«Lo spero. La cosa che ho notato è che, piano piano, si sta facendo dei progressi, poi vedremo se il professionismo potrà dare la svolta al calcio femminile italiano».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«Attualmente studio all’Università, mi sto laureando in Lingue per l’Impresa. Fuori dal campo sono sempre con le mie compagne di calcio, sia quando esco che quando vado in vacanza».

Cosa dice il tuo futuro?
«A livello calcistico vorrei crescere col il Real Meda, con la speranza di puntare più in alto il prossimo anno. Dal punto di vista personale spero di crescere anch’io, migliorarmi anche a livello tecnico, ed essere un punto di riferimento anche per le più piccoline della squadra».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Real Meda e Chiara Rovelli per la disponibilità.

Photo Credit: Real Meda

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.