Mister della Fimauto Valpolicella Diego Zuccher ci racconta il derby che ha portato alla vittoria del campionato ed i suoi pensieri sulla stagione appena conclusa.
Classe 1984, entra nel mondo del calcio per passione seguendo le squadre di bambini nel proprio paese. Laureato in specialistica scienze tecniche e dello sport, inizia ad entrare in varie società semiprofessionistiche e professionistiche per poi approdare all’Hellas Verona dove, messosi a disposizione della società, inizia ad incrementare le proprie conoscenze e cambiare ruolo, con responsabilità sempre maggiori, fino a diventare responsabile della scuola calcio. Nell’estate del 2016 inizia la sua carriera di allenatore nel calcio femminile

Un derby è sempre una partita particolare, a maggior ragione quando vale una stagione e la vittoria di un campionato. Come ha vissuto l’attesa e lo sviluppo della partita? Quali sono stati i suoi pensieri sull’andamento tecnico della gara e le emozioni che ha vissuto?
I derby si preparano da soli a livello mentale, è stata una partita difficile perchè eravamo in trasferta e perchè la posta in palio era molto alta, noi avevamo due risultati a disposizione per rimanere in corsa per la vittoria del campionato ma solamente uno per poter chiudere definitivamente il discorso senza eventuali spareggi. L’attesa è stata dura, questo perchè c’era la voglia di giocarlo subito e togliersi il peso di una pressione che si era accumulata lungo tutto il campionato e che stava iniziando ad essere pesante.
Il derby è sempre una partita molto sentita e oltretutto il Mozzecane era in un periodo di ottima condizione fisica, è una squadra ben messa in campo che è cresciuta molto tecnicamente durante l’anno e che ha meritato la sua buona posizione in classifica. E’ stata una partita molto dura, loro ci tenevano a fare bene e si sono impegnate ma per nostra fortuna abbiamo trovato subito il goal a inizio partita che ci ha trasmetto tranquillità, la gara è rimasta aperta fino al 75esimo circa quando, dopo il raddoppio, lo scontro è stato in discesa. Il risultato lo ritengo giusto e meritato per quanto creato nel complesso ma per i primi 70-75 minuti la partita è stata molto equilibrata. Alla fine è stata una grande gioia per il raggiungimento di un sogno che durava da 3 anni, una grande emozione sia per le ragazze che per la società.

Quanto è orgoglioso dell’operato delle giocatrici e di tutto lo staff societario per questa vittoria?
Sono molto orgoglioso, mi ritengo fortunato per la possibilità avuta con questa società perchè la ritengo una delle più solide e organizzate di tutto il calcio femminile, serie a compresa. Ho trovato delle ragazze che si sono messe a completa disposizione e che hanno creduto in un progetto e in un percorso indicato da me e dalla società, hanno condiviso un obiettivo comune e hanno fatto di tutto per raggiungerlo. Mi ritengo veramente fortunato per questa possibilità e devo solamente ringraziare tutta la squadra, tutto lo staff e la società.

Il campionato è stato caratterizzato da una partenza stentata, poi all’undicesima giornata avete raggiunto la prima posizione e non l’avete più lasciata. Qual è stato secondo lei l’episodio chiave della vostra stagione? 
Secondo me ci sono stati 3 episodi chiave fondamentali che hanno segnato il nostro percorso e che, in modi diversi, ci hanno fatto capire su cosa dovevamo puntare e credere.
Il primo episodio è stata la sconfitta contro l’Azalee e la successiva vittoria con l’allora squadra prima in classifica San Bonifacio, collego queste due partite perchè c’è stata una delusione che però ha portato in noi una forte reazione e ci ha fatto guadagnare 3 importantissimi punti, è stato un primo grande segnale di forza e di carattere della squadra.
Il secondo episodio è avvenuto subito dopo la sosta invernale quando è stato fatto un confronto nello spogliatoio tra staff e squadra, in questa occasione abbiamo ripreso in mano le redini del percorso, eravamo primi ma mancava tanto alla fine del campionato e quell’incontro ci è servito per riazzerare tutto e ripartire con ancora più carica e determinazione. Il terzo episodio fondamentale è stata la vittoria al 97esimo sul campo dell’Orobica, una partita dominata nella quale meritavamo la vittoria ma il pallone non voleva entrare, una serie di episodi sfortunati stava per far terminare la gara in pareggio. Aver trovato quel goal nel finale ci ha sia premiato per quello che avevamo dimostrato sul campo ma, soprattutto, ci ha dato un forte segnale, ci ha fatto capire che era davvero il nostro anno e che dovevamo continuare a crederci fino alla fine. Lo avremmo fatto comunque ma psicologicamente ci ha aiutato molto.

Quali sono state le sorprese e le delusioni di questo campionato? 
La sorpresa è stata l’Inter perchè è una squadra giovane che si è rivelata tosta, sicuramente ha viaggiato sulle ali dell’entusiasmo per i molti risultati ottenuti sul finale di gara e l’aver recuperato molte partite nelle quali era in difficoltà, un esempio contro la San Bonifacio all’andata dove perdevano 4-2 ma poi hanno vinto 6-4. In ogni caso sono sempre state brave a mantenere una costanza di risultati tipica delle grandi squadre, sinceramente non mi aspettavo di trovare un antagonista così forte che ci tenesse testa dall’inizio alla fine, credo sia stata la vera sorpresa del campionato. Delusioni non ce ne sono state, forse il rammarico più grande è stata l’organizzazione del campionato di serie b, la struttura senza gare di playoff o playout implica che già a 4-5 giornate dalla fine la classifica è quasi fatta e molte squadre nelle ultime partite di campionato fanno fatica a trovare stimoli o motivazioni per giocare le partite fino alla fine. In questo modo il campionato nelle ultime giornate spesso si sfalsa perchè puoi trovare una squadra che mette tutto l’impegno possibile come quella, magari rivelazione fino a quel momento, mette in secondo piano ritmi e agonismo perchè non ha più niente da chiedere

Nel suo percorso di formazione nel mondo del calcio, prima coi bambini e ora con le calciatrici, c’è un periodo al quale è maggiormente legato? Un ricordo particolare che ci desidera raccontare?
Sono arrivato nel calcio femminile 7 anni fa come preparatore atletico della Bardolino Verona. Mi è piaciuto molto l’ambiente ma stavo vivendo un periodo strano della mia carriera professionale perchè stavo valutando il passaggio dalla preparazione atletica a quella tecnica. Ho lasciato quindi il calcio femminile per andare nel maschile professionistico dell’Hellas Verona dove ho iniziato a studiare da allenatore con il settore giovanile, dove ho preso i patentini per allenare prima i bambini poi i ragazzi più grandi. Da qui è iniziato il mio percorso e la mia voglia di provare nuove esperienze con una squadra di adulti. E’ nata poi l’opportunità di tornare nel mondo femminile, prima come preparatore e successivamente come allenatore di una grande squadra e di una grande società, ho colto questa occasione e sono solo contento di questa scelta.
Il periodo che mi ha dato più soddisfazioni negli ultimi anni è stato proprio questo, la vittoria di questo campionato che, al momento, è l’obiettivo più grande che abbia raggiunto, ovviamente insieme a tutta la squadra. A livello personale il fatto che sia stata un esperienza dura ma positiva è servita tanto, è stata una vittoria sofferta e credo sia stata meritatamente guadagnata da tutti lasciandoci molte soddisfazione. Al momento tra le mie esperienze è quella più importante come risultato ma la gratificazione, quando si è allenatori, ci deve essere sempre e soprattutto quando allenavo i bambini perchè se non si prova soddisfazione ad allenare loro che dimostano la vera passione e il vero amore per il calcio credo si debba cambiare lavoro. La gratificazione c’è sempre stata e spero ci sarà anche in futuro altrimenti sarebbe il caso di smettere. Provo fatica a scegliere un ricordo perchè ogni anno ci sono stati episodi o ricordi particolari, forse niente di eclatante da segnalare, se devo citare un momento direi nuovamente la vittoria al 97esimo contro l’Orobica e le lacrime di alcune giocatrici quando, durante l’ultima partita di campionato, si stava per realizzare il grande sogno di vincere, mi ha fatto molto piacere soprattutto perchè ti accorgi come ci siano ancora persone che vivano il calcio con sincerità, con sentimento e con passione che sono le cose più importanti e più belle di questo sport. Non rinnego niente della mia carriera, nemmeno le cose negative, mi prendo tutto e mi godo insieme a squadra e società questo successo che mi ricorderò per sempre.

Un grande ringraziamento a Mister Diego Zuccher, alla Responsabile della comunicazione Federica Vilio e tutta la società della ASD Fimauto Valpolicella per la disponibilità dell’intervista a cui auguriamo un grande in bocca al lupo per il futuro!