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La Cittanovese è un club calabrese al primo anno nel calcio femminile. La società giallorossa, capeggiata dal patron Rocco Guerrisi si è iscritta in questa stagione nel torneo di Eccellenza regionale. La squadra, che ha rilevato in parte il blocco che l’anno scorso militava nelle Gioese nel frattempo scomparsa, è stata guidata dal tecnico Giuseppe Spanò. A capitanare il team calabrese è stata, invece, la classe ’84 Fabiana Livio punta, con trascorsi nel calcio a 5, originaria di Reggio Calabria che abbiamo raggiunto per qualche battuta.

Fabiana nella scorsa stagione hai vestito la maglia della Gioiese. Che campionato è stato quello passato? E come avete vissuto il periodo di stop?
“Si tratta della mia prima esperienza di calcio a 11, non è stato semplice adattarsi a questa nuova realtà, gran parte dell’organico me compresa proveniva dal mondo del futsal, ma con l’aiuto reciproco, la perseveranza e i consigli di Mister Spanó si è creato un team competitivo che ha messo in difficoltà anche le squadre più consolidate. Alcune giocatrici sono state convocate per far parte della selezione della Rappresentativa per il torneo delle Regioni. Purtroppo l’emergenza covid ha interrotto il nostro sogno sul più bello, un epilogo duro da accettare per tutti”.

Poi la nascita della Cittanovese, quando è iniziato tutto?  Come era formata la nuova rosa?
“La collaborazione tra la Cittanovese e  Graziano Nocera, ideatore della Gioiese Woman, ha permesso di dare continuità al progetto di calcio a 11 avviato l’anno precedente. La rosa ha mantenuto gran parte degli elementi della compagine viola e si è arricchita di nuove giocatrici che hanno portato qualità all’organico. Alla guida tecnica sempre Mister Spanó”.

Come è stato ripartire in estate dopo la pausa forzata?  Come avete vissuto il nuovo stop invece?
“Abbiamo iniziato la preparazione con il massimo entusiasmo. È stato emozionante rimettere piede in campo e rincorrere il pallone. Mai ci si aspettava che da lì a breve sarebbe stata decretata una nuova sospensione. Ci è sembrato di vivere un incubo, ma ci siamo armate di pazienza, certe che saremmo ritornate in campo. Abbiamo continuato ad allenarci singolarmente e  impiegato questo periodo di stop per conoscerci meglio e rinforzare il gruppo tramite i social e le video call, vista l’impossibilità di incontrarsi. Il profondo legame che si è creato è stata la nostra forza durante questa stagione”.

Ad aprile finalmente il nuovo start. Quali erano gli umori e gli obiettivi?
“Inizialmente si respirava un po di tensione, si evitava di parlarne, ma ognuno di noi sapeva che correva qualche pericolo. Ad ogni modo abbiamo seguito scrupolosamente i protocolli anticovid e gradatamente distolto l’attenzione dai rischi legati alla ripresa. È stata più forte la voglia di giocare e di tornare alla normalità. Quanto agli obiettivi, la Società non ci aveva chiesto nulla se non di divertirci, ma sentivamo l’obbligo di onorare la maglia, per ringraziare la Cittanovese, che a differenza di altre società, che a causa della pandemia avevano deciso di rinunciare, ci aveva dato l’opportunità di partecipare al campionato, mettendo a disposizione le proprie risorse economiche e non solo. Vorrei fare un ringraziamento particolare ai dirigenti Ceravolo, Siciliano, Guerrisi e Proto e al magazziniere Andrea Giovinazzo, che ci hanno accompagnato con professionalità durante la stagione”.

Come è andato il campionato per voi? Soddisfatti della vostra prima stagione? Per te che stagione è stata per te?
Trattandosi della prima esperienza della Cittanovese, il bilancio non può che essere positivo. Un grande merito va al nostro Mister Spanó che ha saputo guidarci valorizzando le caratteristiche di ognuna di noi e trasmettendoci tranquillità e sicurezza. Ci siamo classificate al 3° posto, dimostrando il nostro valore anche nelle partite più dure, contro rivali più attrezzate, quali Cosenza e Coscarello. Abbiamo raccolto gli elogi da parte degli addetti ai lavori e suscitato l entusiasmo dei nostri tifosi. Per quanto riguarda in particolare la mia performance, ritengo di non essere riuscita ad esprimermi al meglio, venendo da un infortunio al menisco che mi ha obbligato all’intervento chirurgico a pochi mesi dall’inizio del campionato. Ho dato in ogni caso il massimo, stringendo i denti, ci tenevo ad esserci”.

Come hai trovato il livello del campionato? Ci sono giovani che si avvicinano a questo sport in Calabria?
“Il calcio femminile calabrese è un movimento in espansione, purtroppo ancora si dà maggior risalto alle compagini maschili e le risorse economiche non sono sufficienti. Tra l’altro la pandemia ha rallentato il processo di crescita. Ad ogni modo sono sempre di più le ragazze che si appassionano a questo sport e decidono di militare in una squadra femminile”.

Quali saranno i ricordi di questa stagione?
“È stata un’esperienza indimenticabile. Ho avuto il piacere di conoscere delle ragazze speciali, umili e genuine, che mi hanno trasmesso i valori del sacrificio, della lealtà e dell’amicizia. Anche se ero la più grande, mi hanno insegnato tanto. Resteranno sempre nel mio cuore come ricordi indelebili, le risate nello spogliatoio, le corse in macchina da Reggio per non arrivare in ritardo all’allenamento, le uscite al di fuori del campo, ma soprattutto ricorderò per sempre il giorno in cui fui scelta come capitano della squadra. Un’iniezione di fiducia che mi ha dato la forza di affrontare questa stagione per me non iniziata nel migliore dei modi visto l’infortunio. Sapere di avere la fiducia delle compagne e dello staff mi ha aiutato tantissimo. Siamo una grande famiglia”. 

In ottica futura quali sono i programmi in casa Cittanovese? Rimarrai ancora con questa maglia?
“So che la Società vuole crescere e portare la femminile ad alti livelli. Vorrei essere parte integrante dei loro progetti, se è questo l’obiettivo”.