Photo Credit: Giulia Chignoli

Il Fiammamonza ha conquistato la sua terza vittoria nel Girone A di Serie C, battendo in rimonta la Solbiatese Azalee nella ventesima giornata. Oltre alla doppietta firmata da Alessia Ienna, c’è stata una calciatrice che ha realizzato il gol del pareggio, ovvero Giulia Chignoli, difensore classe ’03 ex Orobica che, in questa stagione, ha deciso di sposare il progetto del club brianzolo. La nostra Redazione ha raggiunto Giulia per risponderci ad alcune domande.

Giulia perché hai scelto il calcio?
«Ho scelto il calcio grazie a mio fratello e mio papà. Andavamo spesso al parco a giocare tutti e 3 insieme e loro, vedendomi contenta con la palla tra i piedi, mi hanno spinto a fare una prova con la squadra maschile del mio paese, che si allenava proprio dietro casa mia, la Fulgor Canonica Calcio. All’età di 5 anni ho approcciato questo mondo e ho capito, fin da subito, che non mi avrebbe mai lasciata e che avrebbe sempre fatto parte di me».

Dato che sei un difensore, quali sono secondo te i pregi e i difetti che ha questo ruolo?
«La prima cosa che mi viene in mente può essere considerata sia un pregio che un difetto. Noi difensori abbiamo un ruolo che implica grande responsabilità, un nostro sbaglio può costare caro alla squadra; il difetto è che se noi sbagliamo non abbiamo più nessuno dietro che può rimediare al nostro errore, a parte un miracolo del portiere. Il pregio è che la responsabilità del difensore se la assume lui, non la cede a nessun altro, e nel momento in cui riesce a fare le cose bene, la soddisfazione in primis è sua e poi di tutto il resto della squadra».

Com’è stato il tuo percorso calcistico?
«Il mio percorso calcistico è iniziato all’età di cinque anni nella squadra maschile Fulgor Canonica Calcio, con cui sono stata fino all’età di undici anni. A dodici anni, lasciando con tanto dispiacere la mia squadra, ho iniziato il mio percorso nel calcio femminile con il Mozzanica. Questa squadra è poi stata acquisita dall’Atalanta, lì sono rimasta fino all’età di diciassette anni e credo che siano gli anni che mi abbiano formato di più in assoluto. Successivamente, a causa dello stop per il covid dei campionati a undici, ho fatto quattro mesi di calcio a cinque, terminati prima della fine della stagione a causa di un infortunio al legamento crociato anteriore. Dopo quasi un anno dall’infortunio ho iniziato a giocare nell’Orobica Calcio Bergamo fino a quando, a gennaio di quest’anno, mi sono aggregata al Fiammamonza».

Cosa ti ha portato ad accettare la proposta del Fiammamonza?
«Non nascondo che in me c’era tanta voglia di cambiare aria e riscattarmi. Nell’Orobica Calcio Bergamo purtroppo non ho trovato molto spazio ed è per questo che, a metà campionato, ho deciso di cambiare squadra e iniziare una nuova esperienza. Non è stato facile per me lasciare le compagne con cui avevo già condiviso tanti mesi, però la voglia di giocare mi ha spinto a iniziare una nuova avventura e mi ha fatto approdare al Fiammamonza, che fin da subito ha creduto molto in me».

Parliamo del 3-2 arrivato domenica in rimonta sulla Solbiatese Azalee. Ti aspettavi questa vittoria?
«È difficile dire se me lo aspettavo oppure no. L’unica cosa che posso dire con certezza è che sicuramente lo speravo. Con il mister e la squadra stiamo facendo un ottimo lavoro, la settimana antecedente la partita ci siamo allenate benissimo e direi che domenica siamo riuscite a toglierci una bella soddisfazione che ha ripagato tutto il nostro impegno».

Tu hai realizzato il gol del momentaneo pareggio. Quanto vale per te questa rete?
«Più che valere tanto per me, credo che questa rete sia servita alla squadra in generale. Con il mio gol del due a due si è riaperta la partita e questo ci ha dato una spinta per affrontare ancora più intensamente gli ultimi minuti di gioco. La ciliegina sulla torta è stato sicuramente il gol della mia compagna al minuto novantasei, che ci ha permesso di portare a casa una vittoria in cui abbiamo sperato tutta settimana».

Grazie al successo sulla Solbiatese Azalee, il Fiammamonza accorcia le distanze sul Pontedera che occupa l’ultimo posto per la salvezza diretta. Pensi che la squadra possa ancora farcela a centrare l’obiettivo di restare in Serie C senza passare dai play-out?
«Sicuramente, se così fosse, sarebbe un traguardo bellissimo. Quello che posso dire è che noi come squadra non molleremo e faremo di tutto per portare a casa più punti possibili, poi prenderemo quello che ci spetterà».

Ora il Fiammamonza osserverà un turno di riposo. Quanto conta per te e per il gruppo questa nuova pausa?
«Il campo ci ha dato la possibilità di riposare il prossimo weekend, ma dato che la squadra ha preso un buon ritmo, abbiamo deciso di non fermarci e abbiamo programmato un’amichevole che ci permetterà di non togliere la marcia che abbiamo ingranato».

Quando il Fiammamonza tornerà in campo incrocerà il Pavia Academy che, al momento, è leader del torneo…
«La partita con il Pavia non sarà facile, noi però in queste settimane cercheremo di portare avanti il lavoro che stiamo facendo in modo tale da arrivare il più possibile preparate per affrontare questa gara».

Che impressioni hai sul Girone A di Serie C dopo venti gare andate agli archivi?
«Questo è un girone con delle squadre molto pronte e con la partita di domenica scorsa ho capito che è un girone ancora aperto. Noi siamo una squadra di bassa classifica; eppure, siamo riuscite a portare a casa tre punti contro la quinta in classifica, questo significa che non dobbiamo smettere di crederci, perché possiamo toglierci ancora tante soddisfazioni».

Nel raggruppamento c’è l’Orobica, la tua ex squadra fino a pochi mesi fa, e occupa il terzo posto. Credi che possa chiudere la stagione nel migliore dei modi?
«L’Orobica dalla sua parte ha delle giocatrici molto valide e forti che possono portare la squadra a raggiungere grandi obbiettivi, però non ho la sfera di cristallo e non voglio fare previsioni. Saranno i risultati ottenuti sul campo a parlare».

Cosa manca al calcio femminile italiano per diventare un movimento importante?
«Secondo me al calcio femminile italiano, per diventare importante, mancano i fondi. Vengono investite ancora poche risorse nel calcio femminile e questo è il problema principale per il quale non decolla. Un altro problema è di tipo culturale: non viene ancora considerato al pari del calcio maschile, la gente non capisce che anche noi possiamo essere brave tanto quanto lo sono i maschi. Ci sono sempre più bambine che si avvicinano a questo mondo spettacolare e spero che con il tempo il movimento del calcio femminile italiano diventi sempre più grande e influente in modo da conquistare il posto che davvero si merita».

Com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco?
«La mia vita fuori dal campo è una vita semplice. Le cose principali della mia vita sono il calcio, l’università, studio economia aziendale a Bergamo, la famiglia e gli amici. Queste quattro cose sono essenzialmente quelle che rendono bella la mia quotidianità».

Che obiettivi vorresti centrare quest’anno?
«Gli obiettivi che voglio centrare quest’anno sono due: in ambito calcistico voglio raggiungere la salvezza con la mia squadra e in ambito personale voglio dare tutti gli esami in tempo all’università, in modo tale da potermi godere quel poco tempo estivo che mi rimane senza pensieri e in totale relax».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la SC Juvenilia Fiammamonza e Giulia Chignoli per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.