Nel torneo di Eccellenza lombarda una delle squadre che si stava ben comportando, sino allo stop delle competizioni, è il Pavia. La società cara al presidente Giorgio Benaglia, allenata da Corrado Martinotti, è capitanata da Rosanna Salomone. Nelle fila del club biancoblu milita Ilaria Lazzari, difensore classe ’90 milanese, che abbiamo raggiunto per qualche battuta.

Ilaria come hai cominciato a giocare a calcio?
Posso dire che gioco a calcio da sempre, non avrei potuto non farlo. Fin da piccola erano sfida infinite con mio fratello maggiore Matteo. Appena sono stata in età, 7 anni, sono andata a giocare con i maschi nella squadra del paese, il San Fermo, poi a 12 anni ho dovuto iniziare a giocare con le ragazze e da lì non ho più smesso”.

Nella tua carriera ti sei tolta molte soddisfazioni giusto?
A 16 anni ho vinto il mio primo campionato di Serie C, giocavo nella Femminile Romano e quell’anno ce la siamo giocata fino all’ultima giornata contro il Manerbio di un’all’epoca giovanissima come me Valentina Cernoia. L’anno successivo a 17 anni ho esordito in Seria A alla Riozzese, poi Mozzanica in A2 in cui ho vinto il mio secondo campionato con la conseguente promozione in Serie A. Dopo Mozzanica sono stata all’Inter, poi alla Bocconi e poi di nuovo Inter. Negli ultimi due anni ho giocato una fantastica stagione all’Atalanta Mozzanica, arrivando quinte in Serie A, e lo scorso anno con l’Hellas Verona, nel campionato interrotto dal Covid-19″.

Sei reduce da una stagione nella massima serie, come è andata?
L’obiettivo con il Verona era la permanenza in Serie A. La posizione raggiunta, sino allo stop dei tornei, ci ha permesso di mantenere la categoria: sul lato sportivo quindi è stato un buon campionato. Resta però l’amarezza di come si è interrotto la stagione, vista anche la crescita della rosa che piano piano stava diventando un gruppo solido in campo e fuori”.

In estate volevi fermarti  come mai?
“Gioco a calcio da tanto ed ho sempre militato tra Serie A e B. Negli ultimi anni i ritmi degli allenamenti si sono alzati notevolmente, mettendo a dura prova i sacrifici di chi lavora o studia. Dopo una paio di stagioni dove mi sono molto sacrificata per poter rimanere a certi livelli avevo deciso di avvicinami a casa, visto che ad una certa età le priorità anno diventano altre. Avevo deciso di fermarmi, poi però è arrivata la corte del Pavia“.

Poi il passaggio al Pavia. Come è nato tutto?
Dopo alcuni colloqui con la dirigenza ho scelto di sposare il progetto del Pavia Academy, che mi ha convinto per la serietà e l’ambizione. Conoscevo alcune calciatrici della squadra che mi hanno parlato bene si da subito di questo ambiente. Il calore e la voglia dimostrata da questo club mi ha spinto a continuare. Sono contenta della scelta visto che mi hanno accolto benissimo sin dal primo giorno, riservandomi un trattamento davvero speciale“.

Avete iniziato bene. Qual è il vostro obiettivo per questa stagione?
Questa stagione a Pavia l’obiettivo è uno e unico: vincere. La società ha costruito una squadra di livello molto superiore e vivendola da dentro assicuro che hanno potenzialità e una serietà da categorie superiori. Io voglio contribuire per portare Pavia dove merita di stare”.

Come sta cambiando a tuo avviso il calcio femminile?
“Il calcio femminile sta crescendo, siamo in un epoca storica in cui la donna si sta prendendo tutto lo spazio che le è stato negato nel passato. Noi donne storicamente abbiamo caratteri forti e siamo sempre state molto determinate nell’ arrivare. Io credo che le istituzioni ancora capeggiate da una preponderanza maschile siano ancora lente e miopi. Credo che gli uomini, non tutti, abbiano paura di questa emancipazione e sentirsi deprivati anche nello sport, soprattutto nel calcio che era l’ultimo loro settore di dominio li spaventi. Un altra cosa che mi dispiace è vedere che in Serie A si punti sempre e solo su straniere che non hanno dimostrato nulla, lasciando invece da parte calciatrici che finora hanno tirato la carretta e valgono anche molto”.

Quale reputi i momenti più significativi della tua carriera?
Non posso sceglierne uno. Il calcio si è ritagliato una fetta importante nella mia vita, mi ha dato gioie e dolori che mai avrei pensato. Da calciatrice i campionati vinti, da giovane, le prime volte in Serie A, la stagione con l’Atalanta in cui abbiamo fermato la Juventus sia all’andata che al ritorno, tutti i momenti in spogliatoio. Da tifosa ci metto i Mondiali 2019, io li ho vissuti con un entusiasmo infinito e mi sono portata dietri e dentro, persone e momenti indimenticabili”.