Ha diciamo lasciato un po’ di tristezza in tutti la notizia che la Bocconi Milano Calcio femminile ha chiuso la sua attività e non partecipa  più a nessun campionato né nazionale, né locale e né tantomeno giovanile, il tutto dopo tanti anni ben  17 investiti in questo settore dopo essere partiti all’inizio nel lontano 1999 con il calcio a 5 seguito poi dal calcio a 7. Visto il comunicato emesso dalla società, e le dichiarazioni del Presidente Dott. Francesco Bulleri, abbiamo voluto sapere da lui in persona, i motivi di questa decisione rivolgendogli alcune domande.

Come mai una Società come la Bocconi, con grandi tradizioni e  che si è fatta conoscere in questo sport, ha lasciato il calcio femminile, quale è il principale motivo.
Con dispiacere abbiamo abbandonato il calcio femminile, settore in cui per 17 anni abbiamo al fuori di ogni dubbio sempre creduto, ma in questi anni abbiamo avuto sempre la speranza  che le cose al suo interno potessero cambiare, invece continuiamo a vedere dei tira e molla e continui cambiamenti, mai costanza, continuità, credibilità e pianificazione. Tante e troppe le promesse. Abbiamo resistito per tanto tempo ma non abbiamo notato e ne intravisto, anche in maniera lungimirante, nessuno sbocco. L’affiliazione ai club pro maschili ? Semplicemente l’inizio della fine per coloro che per anni hanno portato avanti il movimento e grazie a loro oggi in Italia storto o morto si può ancora parlare di calcio femminile. Non sono fattori economici che ci hanno portato a questa decisione ma, chiaramente come espresso già a Roma il 27/6 scorso ed in altre sedi, le motivazioni sono da ricercare in una totale assenza anche solo di previsione di una svolta soprattutto in ambito culturale in questo settore, unita ad una assenza di immagine e di organizzazione questi ultimi due concetti però degni di tali definizioni. Tutto ciò messo insieme ha anno dopo anno portato a una  non  crescita del movimento anzi diciamola tutta … ad una grande involuzione, basta vedere il crollo dei numeri delle tesserate negli ultimi 12 anni ed il numero dei club partecipanti ai campionati nazionali. La colpa per carità non è solo delle Federazione, della Lega e del Settore Giovanile Scolastico ma è anche dei club, soprattutto quelli che sanno ben a chiacchiere fare fuoco e fiamme tramite lettere, email, comunicati e chat e poi a Roma davanti alla Federazione si presentano come agnellini mansueti e YES MAN/WOMAN.
I club hanno avuto la possibilità di cambiare le cose, ma per prendere certe decisioni ci vuole coraggio ed onestà intellettuale. Minacciare e poi non fare è il pane quotidiano del mondo di oggi, e continuando a gridare al lupo al lupo poi nessuno ci crede più. Noi non abbiamo voluto dare nessuna lezione o esempio a nessuno ma almeno nel nostro caso abbiamo mantenuto fino in fondo la coerenza di quanto esplicato all’assemblea del 27/6 scorso presenti Morgana, DCF e la maggior parte dei colleghi presidenti di A e B.  C’è da dire anche che in questo settore pure le atlete ci mettono del loro e non poco per rallentare la crescita. Parliamoci chiaro quante di loro vogliono davvero fare il salto culturale? Per farlo il prezzo è alto, lo sanno e forse perciò piace, seppur lamentandosi, vivacchiare. Per di più ci sono atlete che, per fortuna non tutte, sono anche “mal aiutate” (non so se per errore o per dolo ??) da chi le dovrebbe tutelare. La colpa della mancata crescita e di un futuro incerto sta in tutti noi con percentuali diverse ma nessuno escluso: FIGC, LND, SGS, club ed atlete. Diceva il magistrato Paolo Borsellino “La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano”. Lascio a lei le considerazioni e similitudini in merito a questa ultima frase.

Può entrare più nel dettaglio.
Le cose da dire sarebbero tante, io dopo 17 anni (ne ho oggi 37 ed ho iniziato quando ne avevo poco più di 19) di investimenti in questo settore senza avere interessi economici o legami sentimentali (parliamoci chiaro il 90 e passa di club che fanno calcio femminile in Italia nasce ed è legato ad uno o entrambe questi fattori) sono davvero stanco, esattamente come i miei dirigenti che in primis sono sempre stati al mio fianco nel club. Non riusciamo più  ad avere l’energia, la voglia e la forza di andare avanti . Abbiamo aspettato, ascoltato ma nessun sentore e miglioramento. Ed investire personalmente 17 anni della propria vita senza avere nulla in mano come prospettiva sportiva beh direi che è già stato tanto…forse è stato pure troppo.

In proposito vi siete fatti promotori di qualche proposta e iniziativa.
Si  stiamo sponsorizzando una petizione creata da Walter Pettinati del portale calciodonne.it e firmata per adesso da 12.400 persone (https://www.change.org/p/diritti-tv-al-calcio-femminile). Le squadre di calcio italiane professionistiche e dilettantistiche si spartiscono i soldi incassati dalle televisioni (1 miliardo) ma le donne del calcio sono fuori. Questa petizione chiede che 1% della somma totale dei diritti TV (RE) venga concessa al calcio femminile. Petizione osteggiata dal sindacato calciatori (ma i sindacati non dovrebbero tutelare in primis i loro associati?) tramite un retaggio culturale notevole, cosa  per me e noi assurda ed impensabile.  Non capisco il perché di tutta questa rilassatezza nel partecipare  a dare sostegno al movimento sia con azioni concrete che di immagine da parte degli stessi addetti ai lavori. Mi sono in prima persona assieme al nostro  Consiglio Direttivo, dopo tanta dedizione, stancato,  soprattutto in questi ultimi  anni, nel non vedere uno sviluppo in positivo di questo settore, in primis tutto a livello organizzativo, l’organizzazione e la pianificazione sono alla base di tutto.

Siete stati presenti alle assemblee convegni o altro voluto dal Dipartimento e Federazione.
Si siamo sempre stati presenti, siamo stati come prima detto il 27 giugno scorso a Roma per seguire l’assemblea con qualche speranza che ci dicessero un qualcosa  di positivo per ridarci speranze, energia e forza nel continuare, ma niente di tutto questo, dopo questa ultima fase stanchi e amareggiati abbiamo deciso di lasciare, augurando tutto il bene immaginabile a questo settore del calcio.

Le giocatrici sono libere adesso, l’idea  è di rientrare?
Al momento direi assolutamente di no, certo tutte le giocatrici sono libere. Vorrei  ringraziare di cuore tutti coloro che sono stati al mio fianco in tutti questi  17 anni per quanto di bello fatto insieme. Ora siamo stanchi ed esausti soprattutto mentalmente, forse non è il momento giusto per lasciare ma non ce la facciamo più a crederci ancora.

Ringraziamo il Presidente dott. Francesco Bulleri, per  quanto dettoci con l’augurio di rivederci e rincontrarci in un mondo migliore del calcio femminile.

2 COMMENTI

  1. Egr. Sig. Guido Baroni,
    Complimenti per il suo curriculum,
    ma…., ha mai intervistato alcuni dirigenti e collaboratori ?
    o atlete , o allenatori?
    E la situazione Finanziaria della società come era o è?
    Come mai nessuno acquisisce un club cosi famoso?
    che ne dice? domande a cui trovare risposte ?
    o lasciare il luccichio della facciata ?
    Il calcio femminile è ciò che è sacrifico di molti …… ( a lei intendere )
    e nel calcio femminile la rivoluzione è in atto da tempo e andrà avanti.
    Proprio vero, siamo in italia,come dice proprio l’ex presidente Bulleri …. una nuvola che per fortuna si dissolve
    nel mondo del calcio femminile !
    La verità non sta nel mezzo, la verità e la verità…..
    lascio a lei e al suo lavoro l’intenzione se scoprirla o no, ma non si tolleri che si sputi nel piatto del calcio femminile per crearsi degli alibi !!!!

    Cordiali Saluti

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