Madelen Janogy a qualche mese dal suo arrivo nella Fiorentina, si è trovata a raccontare, in conferenza stampa, la sua esperienza con la maglia viola.
La giocatrice svedese arrivata in Italia a gennaio, nel pieno del mercato invernale, si è espressa riguardo i suoi primi momenti a Firenze con la squadra. Ha detto di aver iniziato con il piede giusto e di starsi adattando velocemente nonostante la difficoltà portata dalla barriera linguistica che le impedisce di esprimersi come vorrebbe:

“E’ stato facile inserirmi in questa squadra. questa esperienza è iniziata molto bene, in tutti i sensi. Mi sento benissimo e credo che questo sia molto importante, ed è anche il motivo per cui mi sto adattando così velocemente. Allo stesso tempo, però, è difficile: ad esempio non è facile capire la lingua e vorrei davvero comprendere quello che mi dicono, non sono una abituata a non riuscire a dire quello che penso (o che non penso). 
Sono, comunque, molto felice di essere qui e mi sento molto bene, mi sto concentrando su questo”.

Riguardo la semifinale di Coppa Italia, l’attaccante svedese ha sottolineato di aver compreso la reale portata di quanto fatto in campo solo dopo il fischio finale.
Vincere contro una squadra che sta più in alto in classifica è motivo di orgoglio e grande dimostrazione di forza delle Viola che hanno come obiettivo la Champions League; questo può accadere continuando a prendere coscienza sulla reale forza delle gigliate:

“Sapevo che avrei giocato una partita importante e volevo vincerla ma ho capito quanto fosse speciale solo quando è finita. Non le avevamo mai battute in trasferta, quando me lo hanno detto è stato divertente ma mi piace giocare contro le squadre che stanno più in alto di noi in classifica. E’ qualcosa che mi motiva, quando sono arrivata sapevo che siamo un’ottima squadra e penso che possiamo battere chiunque giocando come nelle ultime due partite. Cerco di scendere in campo con questa convinzione e cerco anche di infonderla alla squadra.
Penso che io e la squadra abbiamo lo stesso obiettivo, vogliamo vincere più partite possibile  e conquistare un posto in Champions League. Stiamo giocando molto bene adesso, abbiamo battuto due volte la Juventus. Adesso dobbiamo acquisire autostima, alimentare questo flusso positivo e farlo diventare un punto di forza, ma dobbiamo anche essere umili. Sappiamo che le difficoltà sono molte e che dobbiamo dare il 100% in ogni partita. Acquisire questa autostima, questa convinzione, penso sia importante (almeno per me) come lo è continuare a lavorare duramente e credere fermamente in ciò che facciamo perchè siamo molto forti. 
Quando sono arrivata ho detto di voler giocare la Champions League e vincere titoli. Ora siamo in una situazione in cui possiamo cercare entrambi gli obbiettivi”.

La “ricetta” per scendere in campo in maniera produttiva, consapevolezza a parte, è giocare divertendosi, anche per i tifosi che settimana dopo settimana sostengono la squadra. Sarà necessario tener conto delle avversarie e non snaturarsi poi quello che deve succedere, succederà

“Ovviamente c’è un gap, tutti possono notarlo ma penso che sia una partita in cui dobbiamo fare il nostro: scendere in campo e giocare per i nostri tifosi, per tutti; Dobbiamo anche divertirci, nel farlo. 
Quando riusciamo in questo siamo molto forti. Penso che tutto possa accadere e credo davvero che possiamo farcela, che possiamo vincere se tutte ci crederemo e giocheremo come sappiamo fare. Ovviamente dovremo rispettare l’avversario, ma è successo molte volte in passato che tra due squadre ci sia un grosso gap e che la più forte perda.
Penso, dunque, che dobbiamo restare concentrate su noi stesse, su quello che faremo e credere che siamo un’ottima squadra.”

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Frequento l'università a Cagliari ad indirizzo pedagogico. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.