Credit Photo: Francesco Passaretta - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Si avvicina la fine del campionato: la Solbiatese Azalee fissa il quinto posto a quota 54, contributo uscente del netto bel percorso stagionale compiuto.
Nonostante lo scenario seconda serie risulti ormai spento, la squadra lombarda può dire di aver giocato un ruolo da protagonista in tale girone, riuscendo ad accaparrarsi molteplici soddisfazioni che donano inevitabilmente fiducia al prossimo anno.
In attesa di conoscere l’esito dell’ultima disputa, abbiamo avuto il piacere di parlare del lavoro svolto con Massimo Marsich, guida tecnica della formazione neroblù.

Benvenuto mister. Siete reduci da una sconfitta in casa Spezia, squadra che ha percorso una striscia positiva veramente impressionante ultimamente, riuscendo a prendersi parecchi punti importanti. Per voi, in questa ultima fase, invece, i risultati sono stati leggermente altalenanti: come se lo spiega?

Complimenti a loro che stanno facendo questo percorso nel girone di ritorno.
Noi siamo arrivati con le pile scariche, inoltre domenica mancava più di qualche ragazza.
Arrivare agli ultimi mesi con la prima davanti in classifica che si distacca sempre di più porta alla consapevolezza di non poter più aspirare a quel tipo di raggiungimento e la motivazione va a scemare.
In questi casi si cerca di cominciare ad aggregare qualche ragazza più giovane, a far giocare chi ha giocato meno, a far riposare chi ha sempre fatto la gavetta, a non far giocare chi ha qualche “acciacco” e magari continuava a farlo, pur sopperendo.

Devo dire che manca anche un po’ quel discorso playoff che tocca tutti i campionati d’Italia e tutte le categorie: per me è una pecca.

In ogni caso la salvezza rimane e di conseguenza anche la permanenza in categoria. Peccato per qualche punto perso che non ha evitato il sorpasso da qualcuna poco sotto: viene da chiedere, quindi, se c’è del rammarico per quanto lasciato nel tragitto che ad oggi avrebbe potuto determinare un piazzamento in classifica differente…

Rammarico non ce n’è. Siamo consapevoli di aver dato il massimo e per questo siamo soddisfatti.
Personalmente posso solo che fare i complimenti alle ragazze perché, pur non avendo avuta una rosa numerosa per via degli infortuni, hanno fatto bene.
Abbiamo fatto un girone d’andata sopra le aspettative, poi ovviamente la forza delle squadre davanti ha permesso il distacco. Sono contento della stagione che abbiamo fatto, dando tutto; da un certo punto di vista potevamo ottenere qualche punto in più, ma va bene così.

La nostra è una squadra che ha sempre creato un buon gioco e la cosa più importante era riuscire a giocarcela con tutte le altre: un nostro obiettivo su cui puntavamo fin dall’inizio e che si è concretizzato.

Un viaggio piuttosto consistente il vostro che vi ha visto entrare in lotta fin da subito per giocarvi un piazzamento importante e distinguervi anche davanti ad altri team di spessore che già questa tipologia di campionato l’avevano assaporato.
Per il momento il quinto statistico rimane ma, al di là del salto di categoria non raggiunto, altri fondamentali obiettivi sono stati centrati, e ciò offre l’idea di una esperienza formativa.
In riferimento a ciò pensa ci siano, quindi, degli ottimi presupposti e delle buone basi per la prossima stagione?

Arrivare primi e vincere il campionato non era il nostro obiettivo principale, era invece fondamentale creare un gruppo eccezionale di ragazze che hanno dimostrato una grande voglia e dedizione al lavoro; l’aggregazione in prima squadra di due/tre della juniores, poi, è stato un valore aggiunto.

Per me è il terzo anno qui e posso dire che siamo stati sempre nella “zona playoff”.
Dopo la gara che disputeremo questa domenica cominceremo a ragionare e programmare quello che sarà il dopo, intanto ci tengo a ringraziare anche le persone dello staff che mi sono state vicine e che quest’anno sono state delle new entry: dal Direttore Sportivo Flavio al preparatore atletico e portieri.

Come da lei riferito, sono diversi anni, ormai, quelli trascorsi a Gallarate alla guida della rosa lombarda. Lei stesso in passato ha avuto modo di indossare questa maglia e questo discorso accende un certo tipo di curiosità: come ci si sente ad avere la possibilità di portare avanti un progetto importante negli stessi colori e ad essere un pilastro che contribuisce allo sviluppo del movimento in sé?

Tengo particolarmente a questa società, ai colori di questa maglia ed al paese: normalmente ciò porta ad un incremento di passione e voglia di fare sempre meglio.
È il terzo anno che seguo il femminile dopo una esperienza interamente maschile: una cosa nuova per me ma molto stimolante ed altrettanto motivante.
Quello in rosa è un movimento in grande crescita da tutti i punti di vista e nel nostro piccolo si cercherà di lavorare al meglio per un miglior contributo in tal senso.

Ora l’ultima gara, quella casalinga che vi vedrà ospitare il Meda contro il quale si ricorda il risultato in parità in circostanza d’andata. Come procede il lavoro interno in vista della chiusura, che approccio servirà e cosa vi aspettate da loro, avendole già incontrate e, quindi, conoscendo le loro modalità di gioco?

Ci teniamo a finire con una buona prestazione e, di conseguenza, portare a casa un risultato positivo. Il Meda è dietro rispetto a noi ma rimane una buonissima squadra da non sottovalutare. Conterà chi riuscirà a mettere più motivazione e determinazione in campo.

Ci salutiamo con gli obiettivi a lungo termine che conferma in società.

L’obiettivo mio e penso di tutti è rimanere e continuare su questa lunghezza d’onda per dare un seguito a quanto fatto quest’anno.

Si ringrazia Massimo Marsich e la società tutta per la gentile concessione.