Photo Credit: Pierangelo Gatto

Il Chievo Verona Women FM ha fatto sua la sfida della nona giornata di Serie B, dove le clivensi hanno sconfitto il Brescia per 3-1. Tra le ragazze allenate da Giacomo Venturi, che sono al terzo posto del campionato cadetto con diciannove punti, c’è stata una calciatrice che ha avuto la possibilità di affrontare le sue ex biancazzurre: stiamo parlando di Paola Boglioni, difensore classe ’01 ex Brescia e Sampdoria, Empoli e Florentia San Gimignano e, quest’anno, ha scelto di andare a Verona sponda Chievo. La nostra Redazione ha raggiunto Paola per risponderci ad alcune domande.

Paola, in che modo ti sei avvicinata al calcio?
«Ho iniziato a giocare a calcio all’età di dieci anni, ma diversamente da molte mie compagne di squadra ho sviluppato da sola la passione per questo sport. Sin da piccola ho sempre preferito trascorrere i miei pomeriggi al parco giocando a calcio nei campetti improvvisati dai miei amici maschi. Nonostante l’attrazione per questo sport sia arrivata da sola, senza essere spinta o incuriosita da parenti o amici di famiglia, sin da subito ho ricevuto l’appoggio dei miei genitori; proprio loro oggi mi seguono sempre, impegnandosi a non perdere alcuna partita».

Cosa vuol dire per te essere una giocatrice di difesa?
«Giocare in difesa mi piace molto. È un ruolo delicato dove è richiesta attenzione e concentrazione, ma allo stesso tempo anche un po’ d’intraprendenza nella presa di decisione. Ricoprendo il ruolo del terzino ho la possibilità ed il compito di occuparmi anche della fase offensiva collaborando con i centrocampisti e gli attaccanti in un’azione da cross. Questo mi permette di combinare l’ordine richiesto in fase di reparto difensivo con l’intraprendenza in fase d’attacco».

Da quattro mesi sei al Chievo Verona Women FM. Cosa ti ha portato ad andare lì?
«Il progetto del Chievo Verona Women FM mi ha attirato sin da subito; durante la passata stagione avevo seguito il campionato di Serie B e mi era balzato all’occhio il loro modo di giocare. Arrivando quindi la proposta ne sono rimasta subito incuriosita. A questo aspetto, prettamente di campo, devo aggiungere anche la serietà e la professionalità della dirigenza nel progetto, che stanno portando avanti da diversi anni, incentrato sia a livello di squadra e risultati, che a livello sociale, incentrato sulla diffusione del nostro movimento».

Come ti stai trovando con lo staff e con le tue nuove compagne?
«Sono entrata in un ottimo gruppo; siamo una squadra abbastanza giovane, ma con valide capacità e diversi percorsi da unire per aumentare la nostra forza. Siamo guidate da uno staff competente e voglioso di divertirsi con il gioco proposto sul campo».

Nove giornate son passate e il Chievo è terzo. Piazzamento in linea con i tuoi obiettivi?
«Le prime partite ci sono servite per trovare la giusta quadra, ma con la perseveranza e la fiducia nel lavoro proposto dallo staff siamo riuscite a raccogliere punti fino ad arrivare al terzo posto di oggi. Posso dire che il campionato è lungo e di un ottimo livello, ma il nostro obiettivo è rimanere nella zona calda per potercela giocare a viso aperto».

Se il tuo gruppo è sul podio il merito va anche alla difesa: solo cinque i gol che ha subito il Chievo in nove gare di campionato.
«In settimana lavoriamo sempre come reparto; le correzioni del mister e l’analisi di alcune situazioni delicate ci aiutano ad essere pronte nell’interpretazione in partita».

Torniamo a domenica, con il Chievo che ha sfidato il Brescia. Che effetto ha fatto per te giocare contro la tua ex squadra?
«Domenica è stata la prima volta contro il Brescia; posso quindi dire che a livello emotivo non sapevo cosa aspettarmi. È ormai da cinque anni che ho lasciato il Brescia, ma non posso negare che vedere la maglia, i tifosi e alcune mie vecchie amicizie mi ha fatto tornare alla mente moltissimi ricordi. Dopotutto Brescia è stata una tappa del mio percorso calcistico e personale che porterò sempre con me».

Rimanendo nel match contro il Brescia, quanto vale, dal tuo punto di vista, questo 3-1?
«Veniamo da un periodo positivo; le vittorie di Trento, Genoa ed Arezzo ci hanno dato ancora più carica. La prova con il Brescia è stata diversa: continuare a vincere non era scontato, soprattutto contro una squadra come quella; penso che tutti ricorderanno il percorso del Brescia nella passata stagione».

Il campionato va avanti e domani il Chievo incrocerà la Lazio. Come si sta comportando la squadra in vista di questo incontro?
«La partita di domenica contro la Lazio sarà un’altra bella sfida. Siamo consapevoli del livello dell’avversario e della positività che portano con loro, ma, come sempre, sarà il campo a parlare. La settimana sta procedendo al meglio, con l’entusiasmo di voler dire la nostra».

Che impressioni hai sulla Serie B dopo nove turni?
«Dopo tre anni di Serie A torno in una Serie B completamente cambiata. Il livello tecnico e tattico si è alzato notevolmente grazie all’arrivo, come in Serie A, di società maschili che hanno deciso di puntare anche sul femminile. A questo si devono anche aggiungere ex giocatrici di Serie A e straniere provenienti da altri campionati».

Lo scorso anno hai anche giocato per la Sampdoria, dove attualmente è sesto. Le blucerchiate che la faranno a rimanere ancora in Serie A?
«L’anno scorso ho giocato alla Sampdoria e non posso negare che quest’anno continuo a seguirla; controllo sempre i risultati ed a volte sento alcune ex compagne. Come in Serie B, anche il livello del campionato di Serie A si è alzato, ma anche la Sampdoria si è rinforzata con ottime giocatrici. In queste ultime giornate i risultati non sono dalla loro parte, ma sono sicura che unite e sotto la guida di mister Cincotta riusciranno a rialzarsi».

Parlando sempre di ex squadre hai giocato alla Florentia San Gimignano e Empoli. Due formazioni che, purtroppo, non ci sono più. Che cosa ti hanno lasciato queste due avventure?
«Empoli è stata la mia prima esperienza fuori casa; lì ho giocato in Serie B e l’anno successivo, raggiunta la promozione, in Serie A. Subito dopo questi due anni mi sono spostata a San Gimignano dove ho continuato il mio percorso in Serie A. Sono state due esperienze importanti che, affrontate a diciassette anni, mi hanno permesso di crescere ed a responsabilizzarmi molto presto. Come dicevo di Brescia, anche queste due esperienze rimarranno con me per sempre; ad Empoli ho iniziato ad approcciarmi al campionato di categoria, mentre a San Gimignano ho avuto la possibilità di continuare a crescere ed imparare anche da compagne molto più grandi di me».

Cosa manca, secondo te, al calcio femminile italiano per essere al top con le altre nazioni del mondo?
«Il calcio femminile italiano ha fatto enormi passi avanti negli ultimi anni. Ritengo però che ci sia bisogno di maggiore serietà, professionalità e voglia di far crescere i giovani talenti italiani. Di certo l’unione delle squadre femminili con i club maschili risulta essere un perno fondamentale per lo sviluppo dell’intero movimento».

Com’è la tua vita al di fuori dal rettangolo di gioco?
«Sono al terzo anno di università; frequento Amministrazione aziendale. Una volta diplomata ho subito pensato d’iniziare questo percorso. Lo studio assorbe gran parte della mia giornata; non mancano però i momenti di svago soprattutto con il mio ragazzo».

Quali sono i sogni che vuoi ancora realizzare?
«Sono una persona molto esigente e severa con sé stessa, ma ciò non cancella il mio lato da sognatrice. Mi piacerebbe innanzitutto poter vincere dei trofei, probabilmente il campionato ed aver la possibilità di alzare la coppa. Sono consapevole che il livello del campionato di Serie A si sia alzato, ma, un giorno, con più esperienza, mi piacerebbe tornarci ed avere la possibilità di giocarlo. A questo sicuramente mi piacerebbe riuscire a tornare a vestire la maglia azzurra, sogno che, fino all’under 19, si è rivelato realtà».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Chievo Verona Women FM e Paola Boglioni per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.