Il Lecce Women è una società pugliese ai nastri di partenza del prossimo torneo di Serie C. Il club giallorosso, che ai vertici dirigenziali vede l’amministratore unico Anna Adele Piliego, si è ben comportato già nel recente campionato di terza serie piazzandosi a pochi punti dalle primissime piazze. Abbiamo raggiunto Serena D’Amico, capitano del sodalizio guidato in panchina da Vera Indino per conoscere meglio la realtà salentina. La D’Amico, anima delle pugliesi, è una punta classe 1992 che da ben 15 anni veste il giallorosso del Lecce Women.

Serena la tua carriera si lega in maniera assoluta alla maglia del Lecce, come è nato però l’amore verso questo sport?”
“Non c’è un momento preciso in cui mi sono innamorata di questo sport. Posso dire che è nato con me. Da piccola preferivo il pallone da calcio alle Barbie, preferivo sbucciarmi le ginocchia durante le partite di calcio organizzate dai maschietti per strada piuttosto che vestire le bambole con le femminucce. Il pallone è stato da sempre il mio compagno di giochi. Sognavo un giorno di indossare la maglia della mia squadra del cuore e rappresentare la mia città, il Lecce appunto. Sogno che si è avverato a 12 anni”.

Sei reduce da un brutto infortunio, che ti terrà ai box per un po’. Quando tornerai in campo e quanta voglia hai di tornare a giocare in sfide ufficiali?
“Si, purtroppo il primo marzo, durante la partita contro l’Aprilia, ho riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. È stato il primo infortunio grave in 15 anni di carriera calcistica. Non è stato un periodo facile, anche perché non si è potuto intervenire, tramite operazioni, in tempi rapidi. Ho aspettato 3 mesi prima di fissare la data, a causa dell’emergenza sanitaria, tutto sta andando abbastanza bene e sono a metà del percorso e spero di essere a disposizione per fine novembre. La società ha un progetto importante e sicuramente vorrei dare il mio contributo per il raggiungimento degli obiettivi stagionali. Non vedo l’ora di rientrare anche perché vorrei tagliare il traguardo delle 200 reti il giallorosso”.

Che stagione è stata quella scorsa per voi? Con quali obiettivi eravate partite?
“La stagione scorsa è stata abbastanza sfortunata. Eravamo partite con l’obiettivo di puntare in alto, ma gli incidenti di percorso non lo hanno permesso. La squadra a causa di molti infortuni, alcuni anche gravi, non è mai stata al completo e quindi anche per la mister non è stato facile schierare una squadra che potesse giocarsela alla pari con le altre. Però guardiamo comunque il bicchiere mezzo pieno, è stata una stagione importante che ha permesso, soprattutto alle più giovani, di confrontarsi con altre realtà e di fare esperienza”.

Come valuti il prossimo gruppo D di Serie C? Dove può puntare ad arrivare il Lecce?
“Il girone D non è assolutamente facile e a parere mio è abbastanza equilibrato. Ci sono squadre allestite per il salto di categoria: parlo di noi, della Res Women, del Chieti, del Palermo, che sulla carta possono essere superiori rispetto alle altre, formazioni comunque ostiche che lotteranno su ogni pallone. A parlare comunque sarà il campo e, secondo me, ci saranno delle sorprese. Per questo motivo sarà importante non abbassare mai la guardia e giocarci ogni partita come se fosse una finale per raggiungere il nostro obiettivo”.

Avete ripreso gli allenamenti sotto la guida del tecnico Vera Indino. Avete un mix di esperienza e giovani leve giusto?
“E’ una priorità del Lecce Women quello di puntare puntare su ragazze giovani, e preferibilmente del territorio, affiancate poi da ragazze di esperienza. Il nostro è un gruppo consolidato, giovane e con calciatrici di talento. Penso che il gruppo sia alla base di tutto in una squadra. È quella marcia in più che, oltre all’aspetto tecnico e tattico, ti permette di fare risultato”.

Il movimento femminile reputi stia crescendo come seguito e come interesse soprattutto dalle più giovani? In Puglia noti un aumento di ragazze che si avvicinano al calcio?
“Si, sicuramente è cresciuto in maniera esponenziale. Il boom c’è stato dopo il Mondiale 2019, ma c’è ancora tanta strada da fare per essere al livello delle altre Nazioni. Possiamo dire che al giorno d’oggi è quasi normale vedere una bambina con un pallone tra i piedi, qualche tempo fa, invece, veniva etichettata come maschiaccio. Anche in Puglia e nelle regioni limitrofe la situazione sta migliorando, basta guardare i numeri del nostro dottore giovanile. Siamo passati da 20 a 120 tesserate in una sola stagione”.

Quale è l’emozione o il ricordo che leghi maggiormente al calcio?
“Posso ritenermi fortunata. In 15 anni di carriera, qui nel Lecce, mi son tolta parecchie soddisfazioni. L’emozione dell’esordio con la maglia giallorossa, il primo gol, la rete salvezza durante la finale play-out contro il Trani. Come dimenticare la convocazione in Nazionale, la premiazione allo stadio Via del Mare per i 150 goal. E’ davvero difficile sceglierne uno”.

Credit Photo: Pagina Facebook Serena D’Amico