Credit photo: Fabrizio Brioschi

In una partita di calcio, non firma solo chi realizza reti, ma anche chi, con interventi straordinari, salva il risultato. E Francesca Durante, nel derby di ritorno, ha messo più di una firma.
Bastano un minuto e 12 secondi all’Inter per sbloccare il match: il tap-in vincente sottomisura, sugli sviluppi di un corner battuto dalla sinistra, è di Santi. Tra la rete di Chawinga, brava a sfruttare un lancio in profondità e la trasformazione di Karchouni su calcio da fermo, c’è spazio per lo splendido gol da attaccante pura di Piemonte e per la prima super parata di Durante su Asllani a cui negherà, nella ripresa, anche la gioia del gol su un calcio di rigore diretto all’angolino basso. Chiude i conti sul punteggio di 1-4 il secondo gol di Chawinga. Durante, oltre ad aver totalizzato 3 parate su occasione, ha anche portato correttamente a termine 3 uscite basse ed un’uscita alta.
L’incontro tra la quinta e la quarta in classifica ha visto un importante utilizzo dell’ampiezza, per la quale si registrano 29 cross arrivati da fondo campo, prediligendo la fascia destra da parte rossonera, mentre per l’Inter il lato sinistro.
Il Milan ha tenuto un baricentro ed una linea di pressing più alti dell’Inter, rispettivamente di 6 e 9 metri. Questo, però, non ha inciso sulla pericolosità offensiva, infatti nonostante un maggior numero di palle giocate in zona area che si attesta a 65 contro le 15 in meno della squadra di Rita Guarino, la formazione allenata da Ganz ha calciato verso la porta nerazzurra solo 13 volte, vale a dire 8 in meno delle ospiti, raggiungendo maggiormente, in proporzione, lo specchio della porta: è stata la prestazione di Durante a mantenere magro, di appena un gol, il bottino rossonero. Sulle 21 conclusioni di marca nerazzurra, il 100% è arrivato di piede, 14 tiri su azione e 13 da dentro l’area di rigore. Anche dal lato delle padrone di casa la quasi totalità dei tiri è arrivata di piede (12 su 13), la metà dei quali da fuori area e nessuno da dentro l’area piccola. I flussi di gioco di ambo gli schieramenti hanno coinvolto tutte le 22 protagoniste in campo, ma con una differenza: mentre il Milan ha impostato il gioco alla ricerca della profondità, nello specifico l’attaccante Piemonte, sia convergendo dalle fasce, sia attraverso soluzioni centrali, l’Inter ha avuto il proprio fulcro della manovra in Karchouni, regista in mezzo al campo, davanti alla difesa, a ricevere e poi smistare palloni dalle retrovie. Dal report statistico elaborato da Panini Digital emerge come le due formazioni siano scese in campo in maniera speculare con lo stesso modulo di gioco: il 4-2-3-1 iniziale si è trasformato, nella ripresa, in un più offensivo 3-4-3 per le rossonere bisognose di gol e in un 4-3-3 di assestamento per l’Inter in controllo del risultato.