I primi passi sono stati mossi, ora serve “il coraggio dell’uguaglianza” perchè anche in Italia il calcio femminile assuma uno status all’altezza delle altre grandi potenze europee. Cresciuto come arbitro prima di guidare il movimento dilettantistico in Sicilia, Sandro Morgana è stato scelto nell’aprile scorso da Antonio Cosentino per rilanciare il pallone rosa e si è subito rimboccato le maniche.
Da quando ha preso il posto di Rosella Sensi, “la prima cosa di cui mi sono preoccupato è stato mettere ordine e dare certezze – racconta in un forum all’Agenzia Italpress, tracciando un bilancio di questi primi mesi da responsabile del dipartimento calcio femminile – Ho subito detto che non avrei fatto promesse che non avrei potuto mantenere e che avrei assunto l’impegno di lavorare mettendo a disposizione le mie energie per questo movimento. E oggi posso dire che tutto quello che ho detto si sta avverando”.
Morgana si guarda indietro e rivendica con orgoglio la riorganizzazione dei calendari, l’abbassamento delle quote di iscrizione (settemila euro in meno) ma soprattutto “la riforma dei campionati, portando l’organico da 60 a 72 squadre”. Ed è solo l’inizio. “Presto presenteremo un progetto di sviluppo in cui ci occuperemo dell’attività di base, scolastica e di vertice, il tutto con un ampia condivisione con tutte le società. I primi risultati si stanno già vedendo, erano anni per esempio che non veniva fatta la cerimonia di presentazione dei calendari e credo sia stato un grande successo del calcio femminile”.

Il periodo più buio del movimento, che forse ha raggiunto l’apice col caso Belloli, sembra ormai alle spalle, anche l’idea dell’apparentamento con i club maschili lanciata da Tavecchio sta prendendo piede “con club come Fiorentina, Sassuolo e altri che stanno facendo investimenti significativi”. In futuro, insomma, ci saranno più calciatrici ma la questione è ora creare “un diverso contenitore. Se è vero che c’è una spinta che arriva dalla Figc e dalle nazionali, se non ci sono società non ci possono essere le selezioni – sottolinea il vicepresidente della Lnd – E il mio progetto parte dalla base, c’è un’aria nuova, un’idea nuova per il calcio femminile”. Morgana invoca così “il coraggio dell’uguaglianza perchè uno dei problemi del movimento è che non viene trattato alla pari di quello maschile. Ma se superiamo l’ipocrisia, se ci assicurano le stesse garanzie, lo stesso trattamento, gli stessi investimenti, se si superano i problemi di ordine culturale e sociale, si arriverà all’uguaglianza e per questo serve coraggio”. L’ambizioso progetto del dirigente siciliano prevede “eventi in cui mettere insieme il calcio di base e quello di vertice e sfruttare i mezzi di comunicazione per far vedere a tutti il calcio femminile”.

Certo, Paesi come Francia o Germania sono ancora lontani (“al Lione o al Wolfsburg investono 10 milioni all’anno”) ma qualcosa si sta muovendo. Riuscire a coinvolgere, tornando all’idea dell’apparentamento, club anche come Inter, Milan o Juve sarebbe l’ideale ma senza obblighi “perchè quando obblighiamo qualcuno a fare qualcosa, quel qualcosa viene fatto male. Dobbiamo invece convincere che vale la pena investire nel calcio femminile, che nei prossimi anni sarà la nuova frontiera”.
Per questo servirà coinvolgere anche il Sud. “Dobbiamo far capire che il calcio femminile e quello dilettantistico possono avere ampi margini di sviluppo nel meridione d’Italia, dove ci sono gli spazi. Bisogna investire, possiamo crescere, nel prossimo futuro la differenza si farà con la qualità, non con la quantità, e questo vale anche per il Sud. Penso per esempio al Palermo, potrebbe fare magari uno sforzo in più e venirci incontro”. Quella di Morgana è una missione e ogni aiuto è ben accetto, anche dal mondo maschile come testimonia l’ottimo lavoro di Antonio Cabrini alla guida della Nazionale maggiore. “Dobbiamo creare una struttura di allenatori, preparatori, collaboratori che hanno dimestichezza col mondo del calcio femminile ma se dobbiamo insegnare calcio, perchè non utilizzare il meglio che gli uomini ci mettono a disposizione. Cabrini sta facendo molto bene, è una persona solare, la persona giusta nel mondo giusto”. E in futuro magari anche l’Italia avrà le sue stelle ‘rosa’ sulla scia di quanto già fatto da giocatrici come Carolina Morace o Patrizia Panico. “Prima però bisogna creare le condizioni per consolidarsi”, chiosa Morgana.
Un passo alla volta ma sempre con coraggio.