inizio della stagione è ormai alle porte e ancora una volta a guidare la difesa del Brescia sarà lei, Roberta D’Adda, giunta alla sua sesta stagione in biancoblu con la stessa determinazione e voglia di vincere di quando era arrivata dal Verona nel 2010.
Al termine dello scorso campionato l’addio al calcio sembrava davvero vicino, cosa ti ha fatto cambiare idea?
“Un insieme di fattori. Sicuramente aver vissuto una stagione così fantastica dove si è vinto tutto ha avuto il suo peso, di fisico e di testa poi mi sento ancora molto bene e quindi come dice Totti ‘perché smettere se ti senti così?’, ma a far pendere la bilancia dalla parte del continuo è stato mio padre. Sono uscita dagli spogliatoi di Firenze dopo la vittoria in Coppa Italia e per prima cosa mi chiese se avevo decise di fare un altro un anno o meno. Gli domandai a mia volta cosa avremmo fatto e lui mi abbracciò immediatamente dicendomi che allora avevo deciso. La felicità che vidi nei suoi occhi e quell’abbraccio abbatterono i dubbi residui”.
A ritiro concluso quale il tuo giudizio sul lavoro svolto e sulla squadra?
“E’ un giudizio molto positivo, anche per come mi sento io. Abbiamo svolto un buon lavoro, lo staff ci ha fatto sudare molto sul campo, ma l’amichevole contro il Lione credo abbia dato le conferme giuste sulla bontà di ciò che è stato fatto. Rispetto alla passata stagione vedo più coraggio e una gestione della palla migliore, i miglioramenti rispetto ad inizio ritiro sono evidenti, anche se siamo consce che c’è ancora moltissimo lavoro da fare”.
Tra poco più di due settimane la prima partita ufficiale che vale subito un titolo: la Supercoppa contro il Verona.
“Ci aspetta una sfida tosta, da affrontare con la giusta determinazione e concentrazione. Come sempre sarà fondamentale stare attente ai particolari, ma personalmente non amo guardare troppo la squadra avversaria, preferisco concentrarmi sulla mia, anche perché se entriamo in campo nel modo giusto diventa difficile per tutte affrontarci”.
Ad ottobre poi l’impegno di Champions League contro il Medyk Konin, una squadra da non sottovalutare.
“Sarebbe un errore gravissimo pensare che dopo il cammino dell’anno scorso il Brescia possa ripetersi senza problemi o snobbare la squadra polacca perché non ha un nome altisonante e non è testa di serie. Dovremo affrontare questa doppia partita come se giocassimo contro il Lione, perché in Europa non esistono partite facili. Se vogliamo cercare di ripetere il percorso compiuto la passata stagione dobbiamo dare tutte noi stesse fin da subito, non pensando ai sogni, ma alla realtà”.