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La settima giornata di poule scudetto della Fiorentina, giocata in trasferta contro l’Inter (nello stadio Arena Civica) si è conclusa con il risultato di 2-2 al 95′.
La partita, fondamentale per le Viola per blindare il terzo posto in classifica ed essere nella prossima stagione calcistica una delle tre squadre italiane a giocare in Europa, è stata parecchio combattuta da entrambi gli schieramenti in campo fortemente decisi a raggiungere gli obiettivi prefissati.

Dopo un travagliato primo tempo e un brutto inizio di seconda frazione in cui si sono trovate sotto di due gol, le toscane, poco disposte a veder sfumare il tanto anelato traguardo, hanno accorciato la distanza con Severini su assist mirato di Boquete (50′):
Il secondo gol, su rigore procurato da Longo, è stato battuto in maniera precisa proprio dalla centrocampista spagnola che, alla fine della gara, si è soffermata a fare una breve analisi della gara.

Ha raccontato di come, per tutto il match, ogni palla fosse pesante e che al momento di battere il rigore era ben consapevole dell’importanza che esso aveva.
Quel rigore racchiudeva nove mesi di impegno, le speranze e le ambizioni di tutta una squadra che ha sempre giocato ogni partita a viso aperto.
Boquete ha poi dedicato il traguardo appena raggiunto oltre che alla sua famiglia e alle sue compagne anche al presidente Barone, sempre animato dalla voglia di vincere e veder spiccare la Fiorentina.

“Il pallone stasera pesava abbastanza. Quando l’arbitro ha detto che quella sarebbe stata l’ultima azione della partita ero cosciente della mia grande  responsabilità e che tirare quel rigore sarebbe stato tanto pesante.
Mi sentivo fiduciosa e avvertivo la fiducia delle mie compagne. Rappresentava nove mesi di lavoro intenso, questa squadra ha sempre messo la faccia e anche oggi ci abbiamo creduto fino all’ultimo. 

Crederci e provarci sino all’ultimo non è stato difficile, sapevamo che poteva non essere facile, avevamo detto che avremmo dovuto restare in partita qualsiasi cosa sarebbe successa e così è stato. Nel 2-1 c’era fiducia e sapevamo che un gol si poteva fare. Tre giorni fa abbiamo sofferto in maniera contraria, oggi il calcio ci ha dato un’altra opportunità. 
La mia dedica, per tutte le cose buone, è sempre per la mia famiglia ma questa è più per le mie compagne. E’ tutto quello che volevamo, anche la società ci ha creduto. 
Parlando di società il primo che mi viene in me te è Joe Barone che aveva sempre il desiderio di vincere e noi oggi lo abbiamo quasi fatto ma per lui è una vittoria”.

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.