Scomodare l’aulico passato letterario italiano, o volgere ad un linguaggio più popolare? Cos’altro si può dire d’un Chievo-Pavia terminato 6-2? Le Gialloblù volano, hanno 39 punti, e pur avendo in rosa soltanto 6 calciatrici nate prima del nuovo millennio, non sentono pressioni né paure. Giocano un calcio libero, scevro da qualsivoglia timore reverenziale. E conducono una nave che assume pian piano le dimensioni di un transatlantico.

La squadra di Ulderici non mostra cenni di indecisioni od incertezza. Il Pavia sì tosto si presentava, eppure ogni rischio è stato cancellato con un vantaggio fulmineo. Pizzolato per Picchi, appoggio comodo a Landa, sinistro che dà un bacio alla traversa e s’insacca. Il 2-0 viene rinviato da un fuorigioco, ed è ancora Landa, stavolta di testa, ad inserirsi sul traversone da destra di Begal, nuovamente innescata da Pizzolato. Il Pavia non reagisce, subisce un knock-out tecnico, e non riesce a reagire ai ceffoni del fato. Ma a gennaio è stato fatto troppo per smontare un meccanismo funzionante, perdendo alcuni elementi forse tra i meno qualitativi, ma tra i più efficaci per quel gioco che le Azzurre mostravano. Nel calcio moderno, ogni piccolo ingranaggio conta. E le Pavesi sono in crisi nera dopo un gennaio comunque positivo.

Il 3-0 ne certifica gli aspetti più negativi, soprattutto quello mentale – come sottolineato più volte dal nuovo tecnico Wergifker – e corona il momento d’oro veronese. Semplici rinvia ma coglie una compagna, la palla capita a Picchi che la indirizza per Marengoni, la quale trafigge il portiere. Il poker lo cala Picchi, che tra le tante note positive di giornata, aveva salvato una conclusione sulla linea al 3′. Basta una scivolata sul suggerimento di Marengoni.

Wergifker quantomeno può contare su due elementi di qualità estrema per la cadetteria. Una di esse e Codecà, che sale a quota 13 gol dimostrandosi hors-catégorie, mutuando il lessico dal ciclismo. La numero 9 segna di testa, approfittando dell’unica debolezza delle Gialloblù: il calo di concentrazione. Certo, sul 4-0 nemmeno si sente, e se poi Landa trova altre due reti per confezionare il poker personale. La prima un gioiello, un tiro-cross dalla sinistra direttamente in porta, la seconda un bel tiro che tocca la parte interna della traversa e si insacca. L’altra giocatrice è Serena Accoliti, che trova l’ottavo gol della sua stagione recuperando un errato disimpegno di Soggiu, ed insaccando in pallonetto.

Insomma, una festa del gol in via Sogare, che – aggiungendo una lettera, la n per la precisione – diventa il verbo più adatto per la squadra di Ulderici. Tra le realtà più belle della Serie B Femminile, da qualche anno c’è anche il camaleontico Chievo Women, che cambia pelle ma mantiene intatta la sua essenza.