Tavagnacco-Chievo termina 1-6, e come una settimana fa le Clivensi vanno a segno sei volte in un singolo incontro, tra la gioventù arrembante e l’esperienza delle attaccanti Picchi e Landa, che confermano la doppia cifra nella classifica marcatrici.

Landa apre e chiude il discorso a cavallo dei due tempi. Al 32′, apre su una punizione battuta a sorpresa, rientra sul sinistro e beffa Sattolo che non s’aspettava di certo l’incrocio. Al 49′, l’attaccante fa 2-0 in diagonale con il sinistro, su servizio dell’ottima Pizzolato. Picchi chiude definitivamente il match, con una tripletta in cinque minuti. Al 79′ segna su rigore, nato dopo un fallo su Bercelli dopo che la stessa centravanti aveva colpito la traversa. La stessa Bercelli le serve la palla del 5-1 all’81’, ed infine fa 6-1 insaccando un traversone dalla destra innescato da Saggion. In mezzo, il 3-0 al 71′ di Merli, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, arrivato grazie ad un bellissimo destro alla sinistra del portiere. In casa Chievo, le giovani creano, le esperte insaccano. Il mix continua a funzionare, e ormai sta diventando una ripetizione.

Il Tavagnacco, viste anche le vittorie di Pavia e San Marino, è ad un passo dalla Serie C. Dopo 20 anni di nobile storia tra Serie A e Serie B (anche A2), due Coppe Italia, due secondi posti e quattro terzi posti, il baratro della Terza Divisione è molto vicino. Sicuramente, l’innalzamento dei costi del calcio femminile ha avuto un grande impatto sulle casse di quei club che non hanno una società maschile professionista alle spalle, pertanto spesso si è ricorso a delle giovani in prospettiva per assemblare una squadra competitiva abbattendo i costi. La recente crescita però anche del campionato di Serie B, è stata praticamente decisiva. E nonostante tutto, non si può dire che le Gialloblù non ci abbiano quantomeno provato, approcciando molto bene fino al vantaggio, e cercando di riaprire poi la sfida, trovando la rete del 3-1 generando l’autogol di Barro.

La situazione però è sempre più complicata, soprattutto perché gli scontri diretti persi incidono dannatamente su classifica e morale. Insomma, il rischio di perdere il Tavagnacco (società storica del calcio italiano) è sempre più concreto, e certamente non è una buona notizia. Lo sviluppo del movimento porta ovviamente benefici soprattutto in termini di competitività. Stiamo però perdendo tutta una parte di storia che merita di essere raccontata, quando questo sport era ancora poco considerato. E questa è una riflessione obbligatoria.