Riportiamo una bella intervista a Martina Nigro, scritta dal portale Pistoia Sette.

Martina, classe 2002, è l’Orsetta più anziana ma non per età: è infatti l’ultima calciatrice rimasta fra quelle che nel 2016 intrapresero la nuova avventura nella Pistoiese ed è quindi l’essenza stessa del club, poiché lo ha visto nascere e cambiare, crescendo insieme a lui, fianco a fianco. “Sono l’unica ragazza che è sempre stata in questa squadra – ha raccontato la giovane – io e Giampaolo Bonacchi siamo i due baluardi”; tanti gli incontri fatti da Martina con chi è transitato nella Pistoiese, altrettanti i nomi che hanno vestito la maglia arancione, ma, tra questi nomi, solo uno rimane come costante nel percorso orange: da sempre Nigro, da sempre 11. La ragazza è approdata da bambina in una squadra appena nata e insieme, mano nella mano, sono cresciute; adesso Martina è diventata una giovane donna, ma una cosa non è cambiata e non cambierà: la sua presenza in squadra. “Ho cominciato a giocare a calcio nella squadra maschile del Viaccia, avevo 12 anni – ha spiegato Martina – successivamente sono passata all’Aglianese femminile perché non potevo più giocare con i maschi e infine sono arrivata alla Pistoiese a 14 anni, nel 2016, quando è nata la società”. Ma qual è stato il percorso in arancione della numero 11 dagli albori ad oggi? “Ho iniziato con le ragazze della formazione Under 15 e insieme facevamo il campionato femminile a 7; giocavo il sabato con le piccole e la domenica ero spesso convocata in prima squadra. Poi, piano piano, ho iniziato a fare sempre più minuti fino a che non sono passata in pianta stabile in prima squadra e adesso, a distanza di molti anni, sono ancora qui”.

Certamente essere la fedelissima, la veterana è un onore e un onere che però Martina porta con piacere sulle spalle: “sono legata a questa squadra e mi dispiacerebbe andare via – ha sottolineato – sono cresciuta nella Pistoiese e qui ho fatto tutte le mie esperienze calcistiche”. Ma cosa ha spinto una bambina di 14 anni a credere fin da subito in questo progetto? E cosa invece spinge una donna di 20 anni a rimanere, continuando a crederci? “Per me era una nuova avventura, inoltre tante persone di mia conoscenza me ne parlavano e cercavano di portarmi in questa realtà. Mi sono detta ‘perché no?’, quindi ho provato e da lì non me ne sono più andata. Sono molto legata alla squadra sia perché è per me la più ‘comoda’ a questo livello, sia perché mi trovo bene con le compagne: ogni anno si rafforzano i legami vecchi e se ne creano di nuovi; inoltre questo è un campionato che mi piace fare. Tutte le estati mi arrivano proposte da parte di altre squadre di categorie inferiori, ma io rifiuto”. Al cospetto dell’arancione per eccellenza sorge spontaneo chiederle un bilancio di questi anni nella Pistoiese: “ho incontrato molte giocatrici e ho vissuto tutti gli allenatori, posso dire che a livello di squadra siamo più forti degli altri anni – ha risposto – inizialmente facevamo un’altra categoria, poi con la riforma sono cambiate diverse cose. Prima i gironi in Serie C erano quattro, adesso sono diventati tre e il livello si è alzato molto: c’è stato un incremento evidente delle forze presenti nei campionati e il nostro girone è particolarmente tosto. È cambiato anche il tipo di allenamento e adesso questa è una realtà molto più seria rispetto a quella iniziale. Purtroppo quest’anno siamo partite con una scia negativa e ci ha stroncato fin da subito, ma so che possiamo fare meglio e puntiamo alla salvezza”. Martina è un prezioso elemento in squadra anche perché è un po’ la tuttofare: “il mio ruolo è terzino o esterno, specialmente di sinistra: ecco il perché del numero 11 – ha spiegato – non ho scelto io queste posizioni in campo, ma gli allenatori perché corro molto e quindi sono adatte a me. Sono una calciatrice malleabile, ad esempio domenica scorsa ho giocato a centrocampo e in altre partite anche in attacco”.

La giovane arancione è originaria di Prato e ben noti sono i rapporti per niente idilliaci che intercorrono fra Pistoia e la città natale della ragazza: una pratese che gioca nella Pistoiese, per molti un ossimoro, tant’è che “i miei amici scherzano e ridono molto su questo”, ha raccontato. A Prato l’Orsetta vive con i genitori e il fratello maggiore Mattia, “è lui che mi ha avvicinato al mondo del pallone: adesso è arbitro, ma prima praticava questo sport e da piccola giocavo con lui. Fin da bambina ho sempre voluto fare calcio, ma la mia famiglia non voleva e quindi inizialmente ho provato nuoto e molta atletica, finché i miei genitori non si sono rassegnati. Per me il calcio è fondamentale, è uno sfogo e un luogo di ritrovo, sto bene quando sono in campo e mi sento libera”. A chi nutre pregiudizi circa la natura prettamente maschile di questo sport Martina risponde: “ognuno deve scegliere ciò che preferisce, senza l’idea secondo cui esistono cose da uomini e cose da donne; soprattutto nel calcio si sente particolarmente la differenza fra sessi e noi calciatrici la viviamo sulla nostra pelle”. Oltre a coltivare la grande passione per il pallone, Martina studia Ingegneria Elettronica all’Università di Firenze perché “ho sempre avuto una passione per le materie scientifiche – ha precisato – inoltre questa disciplina è quella che maggiormente orienta verso la praticità rispetto a matematica o fisica, più astratte”. Quello per il calcio rimane però solo un grande amore, destinato a non diventare una futura professione: “fin da quando ero piccola volevo che fosse il mio lavoro, però bisogna essere realisti – ha spiegato Martina – spero di trarne il più possibile anche economicamente, ma ho altri piani”. Nel tempo libero, oltre all’hobby del calcio, l’Orsetta ne coltiva anche altri: “ne avrei tanti il problema è il tempo a disposizione – ha raccontato – mi piace leggere e inoltre ho imparato a suonare la chitarra da autodidatta durante il primo lockdown”. Così Martina, a seguito del brusco stop imposto ai concerti per evitare i contagi da Covid, ha trovato il modo di portare nel suo quotidiano quella musica che tanto ama, con la tenacia che la contraddistingue nel calcio e nella vita: “ci provo sempre, cerco sempre di dare il massimo”. Ed è con la stessa tenacia che la numero 11 arancione attende il mese di maggio, quando finalmente potrà vedere “il concerto dei Pinguini Tattici Nucleari, che viene rimandato da due anni e mezzo, ma ne ho anche tanti altri in programma: Madame, Blanco, Marracash e altrettanti ne ho visti in passato, ad esempio Gazelle, Frah Quintale, Carl Brave, Coma Cose. Amo i concerti e in questi anni ho sofferto molto; come generi mi piacciono l’indie, il rap e il pop”. Ma nei programmi di Martina c’è anche un bellissimo viaggio previsto per questa estate: “farò l’interrail, non vedo l’ora perché amo viaggiare; visiterò Praga, Vienna, Berlino, Amsterdam, Monaco e Francoforte”.

Credit Photo: Pistoia Sette