Photo Credit: Giada Morena - Real Meda

Il Real Meda ha appena passato i quarant’anni di storia e vuole ancora scrivere altre pagine di questo racconto che, attualmente, vede la squadra nel Girone A di Serie C dove è in ottava posizione con un turno da giocare previsto domani in casa della Solbiatese Azalee.
A guidare il club medese è dal 2019 Pamela Campisano che vuole provare a portare in alto le Pantere Nere ed è proprio la numero uno del Real Meda la protagonista della nostra intervista.

Pamela cos’è per lei essere Presidente del Real Meda?
«Per me essere il Presidente del Real Meda è “continuare a credere nel calcio femminile”. Ho giocato a calcio, ho allenato. Oggi ho la possibilità, tra le molte responsabilità del ruolo che ricopro, di poterlo far crescere e progredire insieme a tutte le persone che operano, collaborano e danno il loro contributo per lo sviluppo societario».

Tra l’altro, la società compirà quarant’anni di storia. Che effetto fa per lei vedere il Meda raggiungere quest’anniversario?
«Un traguardo importante ed emozionante e, per la realtà femminile, quasi unico attualmente che, proprio per questo, rappresenta “una soddisfazione speciale”. Quarant’anni anni sono tanti. I primi vent’anni hanno molto da dire, ma i venti i più recenti rappresentano a mio parere “il passo fondamentale verso ciò che il Real Meda è oggi”: una società con un Settore Giovanile di rilievo, con ben dodici squadre e più di duecento atlete e una prima squadra molto giovane che ha qualità e carisma, che può solo progredire. Direi che i primi quarant’anni possono, proprio per questo, rappresentare una “nuova” partenza».

Quali sono le cose positive che porta con sé in questi anni di presidenza?
«Porto con me il senso del “lavoro”, del “sacrificio” e la passione. La passione trasmessa da chi ci crede e la preparazione, il senso dell’impegno e la professionalità di chi sceglie e porta avanti le linee societarie. Progetti sempre nuovi ed innovativi, che rendono il Real Meda un’identità in progress, capace di mettersi in discussione quando serve e di schiacciare il piede sull’acceleratore quando è il momento per farlo. Un plauso particolare mi sento vada dato a Gianni Zaninello, “uomo di calcio”, che traccia le linee societarie e rappresenta un volere aggiunto del Progetto Real Meda».

E cosa vorrebbe migliorare per far diventare ancora più importante il Meda?
«Vorrei trovare sempre più persone pronte a dare impegno, presenza e senso del lavoro, perché la Riforma dello Sport ha rappresentato un boomerang per le società dilettanti: gestire una società, oggi non è facile, non che prima lo fosse intendiamoci. Ma, da luglio, vi è necessità di moltiplicare le forze e non solo. In società in molti devono ancora fare questo passo. è vicino e sono fiduciosa, ma la mentalità deve cambiare».

Tra le giocatrici che sono passate nella sua gestione ci sono alcune che le hanno lasciato ricordi piacevoli?
«Beh, difficile scegliere…ne dovrei elencare troppe, perché sono molte quelle che, per un aspetto o per un altro, ricordo con affetto, simpatia, impegno, preparazione e qualità.  Di sicuro chi passa dal Real Meda entra a far parte di un percorso importante a livello societario. Basti pensare che la nostra Prima Squadra è da sempre formata, principalmente, da ragazze cresciute nel settore giovanile o che, arrivate da altre società, militano tra le black Panthers da parecchi anni consecutivi».

Passiamo al presente, dove il Real Meda è all’ottavo posto ad un turno dal termine del Girone A di Serie C. Piazzamento in linea con le sue aspettative d’inizio stagione?
«In linea con le mie aspettative direi di no. Perché ritengo che questa squadra abbia tutto per far meglio: qualità e preparazione ma, sicuramente, un campionato in cui, rispetto agli ultimi anni dove delle vicissitudini ci avevano fatto perdere un po’ di determinazione, abbiamo fatto bene».

Delle partite che il Real Meda ha affrontato in campionato qual è quella che le ha dato più soddisfazioni?
«Pensandoci direi la gara in casa con la Pro Sesto. Credo che abbia rappresentato ciò che vale questo gruppo, una partita perfetta sotto tutti i punti di vista: qualità, determinazione e carisma».

Restando sempre in tema incontri, il Meda ha perso uno a zero in casa con la Tharros. Un vero peccato per la squadra che voleva salutare il pubblico con un risultato positivo…
«Assolutamente sì, potevamo fare decisamente meglio. La Tharros si è mostrata una buona squadra, ma noi non abbiamo fatto una prestazione efficace e abbiamo peccato sull’attenzione prendendo un gol, evitabilissimo prese dall’entusiasmo del rigore parato da Ripamonti, ci siamo fatte beffare. Un vero peccato: ci servirà come esperienza».

Domani il Meda concluderà la sua annata andando in casa della Solbiatese Azalee. Che partita si aspetta dalle sue ragazze?
«Dopo la gara di domenica mi aspetto che le ragazze mettano in campo tutto ciò che hanno con carattere e con il chiaro obbiettivo dei tre punti. Sanno bene che gli obbiettivi si raggiungono solo se vi è la convinzione. Noi ci crediamo. Il resto tocca a loro e allo staff. Mi aspetto una gara da “vere Pantere”».

Qual è la squadra del Girone A di Serie C che le ha sorpreso in positivo?
«La squadra di vertice: il Lumezzane. Diciamo che, in realtà, non mi ha sorpreso, visti i presupposti iniziali, ma credo che sia stata davvero la squadra più forte».

Cosa manca al calcio femminile italiano per diventare un movimento di rilievo?
«La convinzione del contesto che lo circonda. Molti pregiudizi e falsi concetti sono stati superati, ma non siamo ancora arrivati all’attribuzione di un valore rispetto al calcio maschile da parte di tutti. Di sicuro la massima serie vive una situazione differente da quella dei Dilettanti, ma ancora molto diversa dalla stessa serie maschile. Per quanto riguarda le altre categorie si può sicuramente far meglio, anche se devo dire che a piccoli passi, qualcosa sta cambiando».

Che cosa vuole dire alla squadra in vista dell’ultima di campionato?
«Credo di aver già risposto nella domanda sulla gara contro la Solbiatese, ma posso aggiungere una frase: Forza Black Panthers, regaliamo a questo campionato un’ultima gara, all’altezza delle vostre capacità…sguardi fissi verso l’obiettivo».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Real Meda e Pamela Campisano per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.