Crediti fotografici: Daniele Panato/Ufficio Stampa Trento Calcio Femminile

Nel pomeriggio di domenica 13 agosto il Trento Calcio Femminile e l’US Riva del Garda Femminile sono scese in campo presso il centro sportivo “Cesare Malossini” di Riva del Garda per un allenamento congiunto precampionato a cui le due società hanno voluto associare un importante messaggio: la volontà di dire no alla violenza e un sì convinto al valore del rispetto.

Ospite dell’evento l’associazione Albachiara Aps di Tenno, nata per volontà di Loredana e Massimo – genitori di Alba Chiara Baroni, ragazza trentina vittima di femminicidio a Tenno nel 2017 – con l’obiettivo di “trasformare il dolore” in speranza, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema d’urgente attualità.

All’ingresso sul terreno di gioco delle squadre – alla presenza delle atlete, dei gli staff e dei presidenti dei due club Luca Maurina (Trento Calcio Femminile) e Manuel Ricci (Us Riva del Garda) e del pubblico sugli spalti – è seguito l’intervento di Massimo Baroni che ha spiegato come la figlia fosse inoltre molto legata al mondo dello sport grazie alla sua grande passione per l’Hockey su prato. Al centro del discorso il concetto che ha portato alla nascita dell’associazione, cioè che è importante “ricordare sempre quanto la vita sia il bene più prezioso in assoluto e che per questo è fondamentale trasmettere l’importanza del suo rispetto”.

Alla luce dei fatti terribili a cui abbiamo assistito in queste settimane in Trentino, l’ultimo dei quali proprio nella giornata di ieri a Silandro, il pomeriggio di “sport e riflessione” è proseguito ricordando i femminicidi che purtroppo continuano ad accadere, e con un dialogo dal quale sono emersi importanti spunti sul come anche lo sport e i suoi valori possano contribuire, anche parlando alle nuove generazioni, ad un’impegnativa opera di sensibilizzazione.

Al termine del dialogo è stato lo sport a prendere la scena, con le ragazze del Trento e del Riva che si sono affrontate con il lutto al braccio, e dopo che ad aver dato il calcio d’inizio della partita era stato simbolicamente proprio Massimo Baroni, il padre di Alba Chiara.

Le dichiarazioni di Luca Maurina, presidente del Trento Calcio Femminile:

“I valori dello sport nascono e si riconoscono nei valori fondanti della vita, per questo non siamo indifferenti a chi la offende e, con la violenza, procura dolore e morte. Mentre stavamo giocando la nostra partita, un nuovo femminicidio è stato compiuto in Alto-Adige: un pugno allo stomaco che però deve rafforzare la nostra volontà di continuare a testimoniare il valore della vita e l’importanza del suo rispetto. Lo faremo con la stessa determinazione con cui giochiamo a calcio, per contribuire a far sì che questa barbarie non cada nell’indifferenza. Se a soffrire, anche qui vicino a noi, sono proprio le donne, come società non possiamo che continuare a tenere alta l’attenzione ed amplificare la voce di chi lavora, proprio come l’associazione Albachiara, per contribuire allo sviluppo di una cultura di attenzione e rispetto”.

Il Trento Calcio Femminile aveva affrontato nei giorni scorsi l’argomento con il seguente post, nei cui concetti affondano le radici dell’iniziativa organizzata:

“I femminicidi accaduti in Trentino nel giro di pochi giorni non possono lasciare insensibili anche noi che normalmente ci occupiamo di sport, perché i valori sportivi non prescindono da quelli del rispetto della vita umana. Violenza gratuita e mortale, nei confronti di persone che nella loro vita invece donavano molto a chi aveva bisogno. Amavano il prossimo e per questo ne avevano cura. Ma nonostante tutti gli appelli sembra che la barbarie sia ben lontana dall’essere scalfita: c’è quindi sempre più bisogno di promuovere la cultura del rispetto della vita umana. Anche noi, forse fuori luogo in questo contesto così doloroso, vogliamo aggiungere una voce nuova a quelle che da tempo stanno sostenendo una così impegnativa opera di sensibilizzazione, nella quale anche lo sport può e deve giocare un ruolo importante”.