Enrico Ruggeri è un cantautore italiano con una lunga carriera alle spalle, famoso per le sue canzoni dalle tematiche profonde e coinvolgenti. Tra i suoi testi più significativi, ci sono sicuramente quelli dedicati alle donne, figure centrali della sua musica e della sua poetica.  In molte delle sue canzoni, Enrico parla dell’universo femminile con grande rispetto e sensibilità, tratteggiando ritratti complessi e sfaccettati delle donne che incontra nel corso della sua vita e della sua carriera artistica. Attraverso le sue parole, riesce a catturare mood diversi, emozioni contrastanti e storie di vita vissuta.

Le donne di Ruggeri sono forti e fragili al tempo stesso, capaci di affrontare le sfide della vita con coraggio e determinazione, ma anche di concedersi momenti di vulnerabilità e dolcezza. Con le sue canzoni, il cantautore sembra voler celebrare la loro bellezza, la loro sensibilità e la loro forza, rendendo loro omaggio in modo autentico e genuino. In definitiva, le canzoni di Enrico Ruggeri dedicate alle donne rappresentano un tributo affettuoso e sincero a tutto l’universo femminile, testimoniando la sua profonda ammirazione e rispetto per tutte le donne che hanno incrociato il suo cammino.

Grazie alla sua estrema professionalità e disponibilità siamo riusciti, in esclusiva, ad intervistare il cantautore:

Nelle tue canzoni hai spesso descritto il ruolo delle donne in modo molto intenso e profondo. Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso le tue parole?

Io parlo di rapporti umani, nelle mie canzoni, e naturalmente l’amore è il rapporta umano più intenso che si possa avere. Quindi mi è capitato spesso di scrivere canzoni su questo tema e quindi sulle donne”.

Come pensi che il tuo modo di parlare delle donne nelle tue canzoni abbia influenzato il modo in cui vengono viste e percepite nella società?

“Credo che la cosa principale, nello stare bene tra le persone, sia ascoltarsi. Gli uomini spesso parlano di donne più di quanto parlano con le donne, e quindi naturalmente questo va creato negli anni una serie di storture. Adesso piano piano mi sembra che ci sia una presa di coscienza in questo senso”.

Credi che le donne siano state un’ispirazione fondamentale per la tua musica e le tue parole? In che modo hanno influenzato la tua creatività?

“Le donne sono di ispirazione dai tempi di Laura con Petrarca o di Beatrice con Dante, per cui sicuramente (come dicevo prima) le sensazioni forti sono le molle che spingono a scrivere una canzone e ovviamente l’amore è la sensazione più forte che noi abbiamo”.

Analizzando la musica e lo sport, ed in particolare al Calcio Femminile, chiediamo ad Enrico la sua opinione sul calcio “al femminile in Italia”? Credi che abbia raggiunto lo stesso livello di popolarità e di interesse del calcio maschile?

“In alcuni paesi credi di Si, afferma il cantautore, anche se esiste ancora in certi luoghi come il mondo islamico, che non mi sembra particolarmente vicino alle istanze femminili: ricordiamo che nell’Islam, dove il mondo “al femminile” è circa il 40% della popolazione, tutto questo è aimè escluso.

Poi per il resto, noi  con la Nazionale dei Cantanti (dove ho l’onore di essere il capo fila di questo gruppo fantastico) siamo stati un po’ i precursori: mi ricordo una partita a San Siro, nel 1985 con Carolina Morace e Betty Vignotto dove perdemmo 2 a 0 e quindi ci rendemmo conto che ai tempi il Calcio al Femminile era ancora una realtà da scoprire, ma i primi che legittimarono questo sport furono i Cantanti.

Pensi che il calcio femminile abbia ottenuto un adeguato supporto e visibilità dai media e dalle istituzioni sportive italiane?

Adesso il livello è molto cresciuto, ci sono paesi come gli Stati Uniti dove il calcio femminile supera come interesse quello maschile, e secondo anche in Italia deve ancora esprimere le sue potenzialità. Io vedo le partite e devo ammettere che c’è molto più gioco di squadra, fisicamente il lancio di 40-50 metri è più una prerogativa maschile, oppure il saltare l’uomo in velocità sono prerogative diverse, ma per le donne questo capirsi e fare gruppo è ancora più importante”.

Hai avuto modo di seguire qualche partita importante del calcio femminile? Se sì, quali sono stati i momenti che ti hanno colpito di più?

“Si, noto una grande differenza (ripeto) tra le gare di 15 anni fa ed adesso. Manca ancora un qualcosa a livello mediatico, ma deve avvenire in maniera graduale, poi come sempre noi italiani viviamo di exploit: per ogni sport è così (vedi Sinner nel Tennis, oppure la valanga azzurra che ha portato tutti a sciare) quindi la svolta sarà quando arriverà un super risultato della Nazionale femminile allora vedrai che le ragazze si interesseranno ancora di più a questo Sport”.

Congediamo Enrico Ruggeri, un procinto di una amichevole di Calcio nel chiedergli come vedrebbe una Nazionale Cantanti al “femminile”?

“Ecco questa è una cosa che certamente accadrà, ci sono già donne cantanti o artiste che giocano bene: esempio la Capotondi, che aveva esordito in campo con noi, e noi abbiamo visto giocare artiste del calibro di Alessandra Amoroso che è già una forte realtà; vedrai che questo accadrà!”.

 

Paolo Comba
Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.