Non avranno la storia del Camp Nou, il Bernabeu o il Meazza, non saranno stracolmi ogni domenica e non vanteranno migliaia di abbonati, tuttavia anche gli “stadi” che ospitano le partite del calcio dilettantistico femminile e maschile, raccolgono comunque la loro dose di pubblico e di interesse.
Ma cos’è tecnicamente uno stadio?
Pe rispondere si ricorre alla nozione di impianto sportivo che è l’ “insieme di uno o più spazi di attività sportiva dello stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi e servizi accessori, preposto allo svolgimento di manifestazioni sportive” (DM 6 giugno 2005).
Da questa definizione si evince che l’impianto sportivo non debba essere esclusivamente uno stadio o un’arena, ma comprenda anche altre strutture (edifici scolastici per esempio) adibite ad ospitare una manifestazione sportiva, anche in diverse attività/discipline.
Definizione a parte, la legge si occupa anche dei criteri per la concessione di un impianto sportivo che nella maggior parte dei casi appartiene ad un ente territoriale.
In ambito dilettantistico si può citare la Legge 289/2002 che all’art. 90 prevede che nei casi in cui l’ente pubblico territoriale non intende gestire direttamente gli impianti sportivi, può affidarne la gestione ad un terzo e in questo la legge prevede una preferenza per le società ed associazioni sportive dilettantistiche, il che è un’interessante precisazione, volta a previlegiare gli enti che già partecipano all’attività sportiva organizzato dall’ente pubblico CONI.
La concessione di gestione di un impianto sportivo, ottenuta rispettando i principi di trasparenza e concorrenza, è inquadrabile nella ‘concessione di pubblico servizio’, volta a realizzare un’attività economica esercitata per erogare prestazioni concernenti la soddisfazione di bisogni collettivi ritenuti indispensabili in un determinato contesto sociale.
Sui gestori gravano obblighi di sicurezza e di idoneità degli impianti secondo quanto previsto dalla legge in materia. Ma anche la normativa sportiva non va ignorata. In ambito dilettantistico infatti la Lega verifica le caratteristiche degli impianti sportivi ai fini dell’omologazione, in conformità alle previsioni contenute nel Regolamento del Giuoco del Calcio e nelle decisioni ufficiali della FIGC.
Le caratteristiche proprie dei singoli impianti vengono poi suddivise a seconda che l’attività sia organizzata dal Dipartimento Interregionale (serie D e Campionato Nazionale Juniores), dai Comitati Regionali e dai Comitati Provinciali Autonomi di Trento e Bolzano, dal Dipartimento Calcio Femminile e dalla Divisione Calcio a Cinque.