Il calcio femminile è stato, ed è tutt’ora raccontato in diverse opere storiografiche, la maggior parte delle quali tende o a ripercorrere la storia del movimento dalle origini, oppure a narrare la storia di alcune piccole ma interessanti realtà.

Generalmente, le opere più importanti sono gli annuari, molto in vigore in Italia all’inizio degli anni 2000 (con il “Barboni-Cecchi”), tradizione solo lontanamente ripresa da Datasport, che ha fatto un egregio lavoro per le stagioni 2018-19, 2019-20 e 2020-21. A livello globale, forse solo l’Inghilterra si è posta come nazione cardine, grazie a Chris Slegg e Tom Garry, che hanno rilanciato il format dell’annuario per la stagione 2017-18, portandola tuttora avanti con passione e dedizione.

Nelle altre Nazioni, la Germania ha in Roland Weissbarth la gallina dalle uova d’oro, grazie al suo meticoloso lavoro nel raccogliere i tabellini di Europei, Mondiali ed Olimpiadi, oltre a tutti i risultati delle qualificazioni. Ma sono ancora poche le opere che cercano di racchiudere l’essenza dell’annuario, senza però eccedere in dettagli, rendendo l’opera più fluida e accessibile anche al pubblico a cui interessa solo una veloce infarinata sull’argomento. Ed è proprio così che nasce “32 år med Damallsvenskan“.

IL CONCEPT DEL LIBRO

L’obiettivo di “32 år med Damallsvenskan” è molto semplice: ripercorrere la storia del calcio femminile, partendo velocemente dalle Dick Kerr’s Ladies arrivando allo sviluppo del movimento in Svezia a partire dal secondo dopoguerra. Il campionato nasce nel 1973, ma il format iniziale ricalca quello della Serie A Femminile di quegli anni. Diversi gironi regionali, con torneo finale tra le migliori classificate. Come raccontato nell’opera, la Damallsvenskan nasce nel 1988, cioè quando il campionato diventa di carattere nazionale.

Seguono due interviste a due calciatrici simbolo di quell’epoca, cioè l’urmoder (la progenitrice) Ebba Andersson, pioniera del calcio svedese e capitana dell’Oxäbäck, prima squadra ufficiale, e ad Ann Jansson, prima marcatrice della storia della propria Nazionale.

La parte centrale dell’opera è sicuramente la più interessante. Gli autori (Nylin, Green, Danielsson, Rikner Scholz e Linder) uniscono i riassunti di ogni singola stagione a 6 interviste, atte a ripercorrere le diverse epoche del campionato, sino a quella moderna.

I CAPITOLI PIÙ SUCCOSI

Il libro è datato 4 agosto 2020, pertanto si ferma alla stagione 2019. Quindi l’attuale BK Häcken è ancora segnato con la vecchia denominazione, Kopparbergs/Göteborg, dovuta all’influenza dell’azienda produttrice di birra. È una premessa obbligatoria, perché la parte centrale, dopo i resoconti delle diverse edizioni, introduce tutti i club che hanno preso parte alla Damallsvenskan, con tanto di classifica all-time del torneo. Ovviamente, aggiornata al 2019.

La pagina di descrizione delle squadre prevede, oltre alla storia del club, anche lo stemma e la maglia principale con i colori sociali. È possibile effettuare una similitudine con l’inserto del Guerin Sportivo “Calcio Italia”, con l’introduzione delle diverse rose del campionato italiano. Sono inserite anche le maglie dei club più sconosciuti, come quelli che hanno preso parte ad una sola edizione. Un lavoro estremamente meticoloso, nonché accattivante.

In chiusura, vi sono i profili di 45 calciatrici che hanno militato, o che militano nella Damallsvenskan, come Hope Solo, Kosovare Asllani, Tabitha Chawinga, Marta, Verónica Boquete, oltre a leggende del calcio svedese, come Therese Sjögran, Caroline Seger e Hanna Ljungberg. Nelle ultime facciate, un breve riepilogo statistico, con il riepilogo delle vincenti dei campionati (sono presenti anche i nomi dei club che hanno vinto le edizioni antecedenti al 1988), le migliori marcatrici e gli allenatori più di successo.

PERCHÉ AVERE “32 ÅR MED DAMALLSVENSKAN” NELLA PROPRIA LIBRERIA

32 år med Damallsvenskan” è dunque un’opera preziosa, che intende dare una visione di un campionato che ha sempre avuto un fascino, che offre grande competitività, e introduce così un’altra cultura. Ovviamente, il libro non manca di annotare anche i difetti della società svedese, dalle critiche sessiste alle difficoltà economiche dei club, e aggiunge anche alcune mancanze di rispetto alle squadre femminili, come nel caso dell’Holmalund.

È importante sottolinearne lo stile. Non troppo ridondante nel racconto, nessun utilizzo eccessivo di numeri statistici puramente da almanacco. Un libro molto scorrevole nella lettura, con 132 pagine ben dettagliate. L’unico scoglio, chiaramente, è che è interamente scritto in svedese, quindi fruibile da un ridotto pubblico di appassionati, al di fuori della propria nazione di riferimento.

Ultimo, ma non meno importante, lo stile grafico. Generalmente i libri sul calcio femminile raccolgono qualche fotografia, spesse volte in bianco e nero, oppure non ne fruiscono particolarmente. Gli autori hanno invece fatto un lavoro enorme. Con il supporto dell’azienda fotografica Bildbyrån (la più importante per lo sport scandinavo), l’opera è ricca in fotografie, soprattutto a colori. E come detto, c’è stato anche un grandissimo sforzo nel replicare le divise originali (prive di sponsor) anche delle squadre storiche o meno conosciute, con tanto di stemma societario. Un’opera che, solo per questo, vale la pena acquistare.