Alcuni giorni fa, sulla strada della costruzione del nuovo centro sportivo della Fiorentina si è registrato un intoppo. L’associazione ambientalista Italia Nostra ha presentato ricorso, appellandosi direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le motivazioni, a loro detta, risiedono nel tentativo di usare i terreni acquistati dalla società viola per mettere in atto una speculazione ambientale e finanziaria. Le reazioni, molto dure, non si sono fatte attendere. A prendere posizione sono stati, nell’ordine, il Sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, forte sostenitore del progetto, la sua controparte di Firenze, Dario Nardella, ed il neo governatore della regione Eugenio Giani. Tutti schierati a favore della Fiorentina, che nel frattempo si è chiusa in un rumoroso silenzio.

I lavori del nuovo impianto rischiano di venire sospesi a causa di un ostacolo burocratico risalente addirittura allo Statuto Albertino. Ma il mondo del calcio non sembra voler accettare di vedere l’ennesimo investitore fermato dalle norme giuridiche. Venuti a conoscenza della situazione, il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, e gli omonimi di Figc e Lega Serie A, Grabriele Gravina e Paolo Dal Pino, hanno scritto una lettera rivolta direttamente al Primo Ministro Mario Draghi. Se i lavori dovessero interrompersi, a subirne i danni saranno sia la squadra maschile che quella femminile. La prima formazione e la Primavera in rosa infatti, troveranno grande spazio in questo nuovo centro polifunzionale.

Di seguito il testo della lettera:
“Illustrissimo Presidente,

ci rivolgiamo a Lei in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri e attuale titolare della delega governativa per lo sport per rinnovarLe un appello che già avanzammo al Suo predecessore Giuseppe Conte, allegandoLe la lettera inviata lo scorso 19 dicembre.

Le infrastrutture sportive nel nostro Paese versano in condizioni decisamente critiche e rappresentano, nei fatti, un freno allo sviluppo e alla crescita del sistema nel suo complesso. Ciò che troviamo però ancora più increscioso, se non addirittura nocivo, è la continua insicurezza sulle procedure in argomento che condiziona e scoraggia qualsiasi investimento nel settore.

È proprio di qualche ora fa la notizia dell’ennesimo ricorso che rallenta la definizione, e quindi la realizzazione, del progetto di riqualificazione urbana del cosiddetto ‘Viola Park’, dove sorgerà il centro sportivo della Fiorentina destinato ad ospitare anche il settore femminile e tutte le formazioni giovanili, che ha già ottenuto le necessarie autorizzazioni. Nel mondo del calcio sono diversi gli investimenti, come quello di Firenze, che rischiano di essere vanificati dalla burocrazia esasperante e dall’ostruzionismo autolesionistico di associazioni che non riconoscono la legittimità delle procedure stabilite dalla legge.

È nostra intenzione coinvolgere il Governo su un piano di riqualificazione dell’impiantistica sportiva, magari anche trovando un riconoscimento specifico nel Recovery Plan di prossima definizione, che consenta all’Italia di avvicinarsi agli standard europei. Una nuova generazione di stadi porterebbe, infatti, vantaggi immediati, soprattutto in termini occupazionali, e sarebbe un grande volano per l’economia del nostro Paese.