La scorsa settimana la società del Ravenna ha comunicato l’esonero di Elena Proserpio Marchetti in qualità di primo allenatore della squadra. A determinare questo risultato, è stato il rendimento della formazione romagnola in campionato, con soli due punti conquistati in 17 giornate. Noi di Calcio Femminile Italiano abbiamo raggiunto la coach per intervistarla a proposito proprio di questa difficile stagione in Emilia-Romagna.

Buongiorno coach. Anzitutto, come mai ha scelto il Ravenna?

Dopo 9 anni di Nazionali, sentivo il bisogno di un cambiamento. Ho scelto Ravenna perché mi era piaciuta la voglia della dirigenza di non lasciare morire una società storica (San Zaccaria) che aveva in passato scritto belle pagine per il calcio femminile. Il progetto era quello di ricostruire da zero , partendo da una squadra giovane e di fare crescere il settore giovanile, che ha numeri decisamente buoni“.

Quanto è stato difficile questo avvio di stagione, al di là dei risultati conquistato sul campo?

Un progetto dove poter mettere in campo la competenza, l’esperienza, ma anche l’entusiasmo e la capacità di costruire relazioni. Ho messo tutte le mie energie affinché un sogno potesse prendere forma. Mi sono scontrata con la realtà di una società non organizzata, non pronta per la categoria, direi anacronistica: rimasta ai tempi in cui per fare il calcio femminile bastavano un campo e tanta buona volontà. Ho capito subito che le condizioni per lavorare non ci sarebbero mai state. Ma prima che una professionista, sono un essere umano e negli occhi delle atlete ho letto la fame di imparare. Per me era abbastanza“.

Cosa si poteva fare di più per questa società?

L’avvio di stagione è stato estremamente complicato, con più di 40 giocatrici in rosa ridotte poi a 30 a settembre, quando sono arrivata. Si partiva già con un ritardo nella preparazione di un mese almeno. Staff incompleto e con poca esperienza, situazioni abitative delle ragazze non consone. Rimane sicuramente la buona volontà dei dirigenti, ma come ho detto, il calcio femminile è cambiato, si è evoluto e occorrono professionalità , competenza e risorse economiche. In tutto questo, le giocatrici non si sono mai tirate indietro“.

Cosa sarebbe servito per avere risultati più utili? È stata solo sfortuna sul campo oppure a suo avviso era necessario, più che un cambio tecnico, aggiungere valore alla rosa?

Da un punto di vista tecnico, fare più di quello che si è fatto è impossibile. In 5 mesi dare un senso a una squadra formata ex novo è stato un duro lavoro, che ci ha permesso di tenere il campo in modo dignitoso. Le prestazioni ci sono sempre state. I risultati vengono da episodi. La crescita atletica e tecnica è stata esponenziale, ricordo che solo poche di loro conoscevano già la categoria. Ora qualcuna si è messa in mostra, altre hanno capito che possono misurarsi con chiunque. Questa consapevolezza nei propri mezzi è un grande risultato e farà loro da base per il futuro“.

La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo diceva Freak Antoni (grande artista performativo degli anni 80). Abbiamo avuto infortuni importanti a inizio stagione che hanno sparigliato le carte. Senza contare situazioni extra campo che sicuramente hanno influito sulle ragazze. Gli elementi di valore aiutano l’allenatore e le compagne con meno esperienza. Una squadra che deve salvarsi ha bisogno poi, a gennaio, di elementi pronti a scendere in campo. Così non è stato, anche se si stava lavorando forte e bene per consentire alle nuove di dare il loro contributo. Sono certa che questo avverrà nel breve. Il cambio tecnico è stato nel segno della continuità, visto che la squadra sarà guidata dai componenti dello staff(ai quali va il mio abbraccio e il mio grande im bocca al lupo)con i quali ho lavorato fino alla settimana scorsa“.

Cosa lascia Elena Proserpio Marchetti al Ravenna?

Per quanto mi riguarda, credo assolutamente nulla. Mi prendo il merito di aver tenuto unito un gruppo in mille difficoltà, che avrebbe già a Novembre potuto disgregarsi. Se il Ravenna può continuare a provare a giocarsi la salvezza, se la società ha ancora una squadra da mandare in campo è stato grazie alla grande empatia tra squadra e sottoscritta, oltreché al valore della proposta tecnica e alla voglia immensa di queste donne di non mollare mai. Ho lasciato sicuramente alla squadra la capacità di sorridere anche nei momenti più neri, di pretendere tutto da sé stessi, di comprendere che il lavoro e l’allenamento sono l’unica via percorribile e che la dignità della persona non si cambia con nulla e non ha niente a che vedere con una sconfitta o una vittoria“.

Intendiamo ringraziare Elena Proserpio Marchetti per averci concesso il suo tempo per un’intervista davvero esaustiva, e le auguriamo il meglio per il suo futuro.