Ci sono persone che hanno il calcio nel proprio DNA, una passione che se la portano dentro per tutta la vita: dopo aver girato la penisola inseguendo sogni dietro ad un pallone, con tante soddisfazione un tricolore, una coppa Itala e diversi campionati vinti e la maglia azzurra. Da qualche settimana, con umiltà, indossa la maglia biancorossa della Molfetta Calcio: lei è Penelope Riboldi, centrocampista con il vizio del gol, non smentito nel suo esordio biancorosso.

“Ero titubante, all’inizio della stagione, ci racconta Penelope Riboldi in una sua intervista in esclusiva,  se iniziare la mia carriera da allenatrice. Ho continuato a giocare, non volevo scendere in C, avevo lasciato perdere tutto. Poi ho avuto l’opportunità di provare il futsal e mi era anche piaciuto. Mi sono anche divertita. L’amore con il futsal è durato poco, sia per l’incompatibilità con gli orari degli allenamenti  e sia per le difficoltà a raggiungere Altamura, mi hanno portato a lasciare e ho scoperto che mi mancava il calcio a 11”.

Certi amori durano per sempre, “Il calcio a 11 è il mio habitat naturale – ci confida la centrocampista biancorossa – poi ho sentito Isa (Isabel Sgaramella ndr) che giocava con me l’anno scorso al Trani e ci siamo sentite con la responsabile della squadra, Loredana Lezoche. Con lei abbiamo parlato un po’ del progetto e mi ha trasmesso tanta passione da parte sua e di tutto l’ambiente e quindi mi sono detta: dai perché no. Sono molto contenta del mio approdo al Molfetta e ovviamente quello che vogliamo è una salvezza tranquilla perché, comunque, è una squadra neo promossa e l’obiettivo è la salvezza: questo sarà l’obiettivo.”

La sua esperienza sarà fondamentale per questa giovane squadra nel girone di ritorno. “È una squadra molto giovane e quindi c’è, ovviamente, da lavorare. Io oltre a dare un apporto a livello prettamente calcistico, devo dare una mano alle ragazze, anche mentalmente con la mia esperienza un po’ in tutti i campi e spero di riuscire. Insomma voglio insegnare qualcosa alle ragazze e niente. Sono curiosa di vedere, nel mio primo anno di Serie C a 37 anni, come andrà.

La centrocampista bresciana, parte nell’ormai lontano 2001 nelle giovanili dell’Atalanta esordendo in serie A, nella stagione 2005-2006 contro il Bardolino Verona. Ed è proprio con il Bardolino, nella stagione successiva, vince sia il campionato che la Coppa Italia. Poi il ritorno all’Atalanta, prima di un lungo peregrinare per lo stivale. Nella stagione 2011-2012, con la maglia del Tavagnacco, la Riboldi ha anche esordito in Champions League, collezionando due presenze e un gol. Nella stagione 2015-2016 prima esperienza in puglia, con la casacca della Pink Sport Time Bari, squadra ritrovata nella stagione 2021-2022, prima del trasferimento all’Apulia Trani. Il suo curriculum è anche tinto da azzurro, con la maglia dell’under 19, esordendo il 20 aprile del 2004 a Riva del Garda nella sfida valida per la qualificazione europea contro il pari categoria della Svizzera. Quattro mesi dopo il primo gol in nazionale a Hyvinkää in Finlandia contro la Francia nella fase a girone nel campionato europeo di categoria. Nel suo curriculum anche la convocazione nella nazionale maggiore.

La Redazione di Calcio Femminile Italiano, ringrazia Penelope e la sua Società per il tempo e lo spazio concesso per questa intervista in esclusiva.