Andrea Marcolini, il tecnico del Meran Femminile, che stà trascinando la sua formazione Altoatesina al miglior livello della Serie C, ci ha concesso una intervista in esclusiva per capire quale segreto si nasconde dietro a questa sua squadra.

Buon giorno mister, dal suo inserimento nella squadra cosa è cambiato a livello tecnico-fisico, e cosa ci può dire del suo gruppo? Che cosa ha dato di suo il mister a questa rosa? E quali difficoltà, se ve ne sono state, ha trovato al suo primo giorno in questa società?

“Dall’avvicendamento sulla panchina ho cercato di svolgere un allenamento mirato al miglioramento dal punto di vista della rapidità, del ritmo e di non focalizzarmi esclusivamente sulla resistenza delle ragazze. Ho cercato di dare alle ragazze più serenità possibile e maggiore convinzione nei propri mezzi, sono ragazze che se messe nella giusta condizione hanno grandi qualità sia a livello tecnico che umano. Abbiamo valutato un cambio di impostazione di gioco dovuta ad alcune defezioni senza però cercare di snaturare la nostra natura”.

Il Meran femminile attualmente è in testa alla classifica del suo girone, e viaggia come un missile alla promozione. Crede che le possibilità, per questa squadra di fare ancora di più sia a livello di risultati che di qualità, ci sia? Qual è il suo punto di vista?

“Ogni domenica scendiamo in campo consapevoli che tutte le avversarie cercheranno di dare qualcosa in più essendo contro la prima in classifica e dal nostro punto di vista dobbiamo sempre dimostrare che la classifica sia corretta e non menta dal punto di vista tecnico per quanto sin qui espresso”.

In 17 gare, nessuna sconfitta, con 12 risultati utili e solo 5 gare chiuse in parità: un record assoluto, fino ad ora, se evidenziamo inoltre che la sua formazione possiede il miglior attacco e la migliore difesa per questo girone. Qual è il segreto? Quanto è difficile gestire l’emotività delle ragazze, entrando sul quadrante di gioco da capolista, per ottenere sempre la giusta concentrazione su ogni gara?

“Nessun segreto, abbiamo una squadra molto unita e compatta e un gruppo veramente coeso e in sintonia con la nuova dirigenza. Bisogna sempre cercare di tenere alta la concentrazione per evitare passi falsi, sono tutti alla finestra che aspettano un nostro possibile fallimento”.

Crede che la pratica del Calcio al femminile, dopo l’introduzione del professionismo, a suo avviso abbia cambiato la metodologia degli allenamenti, portando anche un cambio di livello alla base del movimento, oppure è la serietà delle calciatrici che ha fatto alzare la professionalità anche in serie C?

“Devo dire che mi sono avvicinato al calcio femminile con tanta curiosità e con la convinzione che la serietà delle ragazze e la voglia di imparare fa la differenza rispetto al calcio dilettantistico maschile e non sono stato affatto smentito da questo. Per la mia esperienza le ragazze hanno una dedizione al lavoro e la voglia di imparare e migliorarsi ogni giorno che fa fare loro la differenza e sta facendo crescere tutto il movimento. Ci sono ancora molti margini di miglioramento ma il movimento sta andando nel verso giusto. Se ci fosse la possibilità di avere maggiore visibilità per tutti i campionati credo che ciò farebbe potrebbe aiutare nella crescita”.

Cosa mi dice del pubblico? In questa fase di campionato ha visto un incremento di persone a seguire la categoria, cosa si potrebbe fare a suo pensiero per aumentare il seguito e che tipo di pubblico è quello che segue il Meran femminile?

“Il pubblico è composto da famiglie e giovani curiosi di vederci giocare, spesso ci riportano i
complimenti e il loro stupore nel vedere un così bel calcio giocato. Purtroppo essendo ancora poco conosciuto il calcio femminile non può essere apprezzato a dovere”.

La Redazione di Calcio Femminile Italiano, ringrazia la Società del Meran Femminile (il suo Presidente Pietro Di Benedetto) per la disponibilità ed il tempo dedicato per questa nostra “intervista in esclusiva”.

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Frequento l'università a Cagliari ad indirizzo pedagogico. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.